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Scrollò le spalle. Che ne sapeva, lui? Avrebbe potuto trattarsi di qualunque cosa, da uno scivolone giù da una scala a una lite tra innamorati. Stava facendo delle ipotesi campate in aria.

Il cingolato scivolò nel fiume e i compensatori idrostatici entrarono in azione, mentre i cingoli si espandevano per funzionare da pagaie. Aveva scelto il cingolato perché era più robusto e affidabile, ma osservando la passeggera ferita si pentì di non aver affittato uno skimmer, nonostante il ritardo che quella scelta avrebbe potuto comportare.

Ci vollero tre giorni di viaggio lungo la corrente prima che il fiume compisse la curva che portava alle banchine galleggianti di Mimmisompo. La passeggera non aveva aperto gli occhi neppure una volta, anche se spesso si era lamentata nel sonno. Ascoltare i suoi mormorii sconnessi non lo metteva a disagio, perché lui si concentrava sul suo subconscio emotivo. Come si era aspettato, non era altro che un ammasso confuso che oscillava tra il piacere e il dolore, a seconda del tempo trascorso dalle iniezioni di sedativi. Le medicine la tenevano in vita, e il suo corpo stava lentamente guarendo.

Quando attraccò a Mimmisompo, restituì il cingolato e chiamò un robotaxi, che li portò al modesto albergo in cui era sceso al suo arrivo due settimane prima. Il proprietario li registrò senza fare domande: era talmente immerso in una trasmissione al tri-di che non sollevò neppure lo sguardo quando Flinx ritornò con la donna svenuta in braccio. A Mimmisompo un mucchio di persone andavano e venivano dalle stanze in quel modo.

L'ascensore li portò al terzo e ultimo piano dell'albergo. Flinx fece scorrere la sbarra elettrificata al centro della porta, poi attese che decifrasse il codice e si aprisse con uno scatto. Pip e Scrap entrarono per primi e lui per ultimo, chiudendosi la porta alle spalle con un calcio.

Sorpreso di quanto fosse leggera, la depositò dolcemente su uno dei letti e, dopo aver controllato ancora una volta i segni vitali, si concesse la prima doccia dopo vari giorni. Quando tornò nella stanza vide che continuava a dormire profondamente come aveva fatto nel cingolato.

Quella mattina aveva usato le ultime medicine della scorta del pronto soccorso. Domani avrebbe trovato gli amici della ragazza o, in mancanza di essi, un medico. La ragazza giaceva immobile nel letto, illuminata dalla luce della luna che filtrava dall'unica finestra della stanza posta alla sua sinistra. Sopra la testata del letto, il repellente elettronico di insetti spandeva una luce color smeraldo, pronto a respingere gli intrusi che fossero riusciti a superare le difese esterne dell'albergo.

Flinx controllò il proprio letto, poi scivolò con un sospiro compiaciuto sotto le lenzuola fresche e pulite. La stanza era spartana ma spaziosa, l'aria secca e priva di insetti. Al di fuori della capitale, Alaspinport, non ci si poteva aspettare di più.

La ragazza respirava piano, senza fatica, e Flinx si girò a guardarla. Pip assunse la sua posizione abituale ai piedi del letto, mentre Scrap si sistemò vicino.

Se c'era qualcuno che la cercava freneticamente, doveva aspettare che lui si fosse concesso almeno una decente notte di sonno, pensò. Se l'era meritata. Un giorno in più non avrebbe fatto alcuna differenza per i suoi colleghi, sempre ammesso che ne avesse lì a Mimmisompo. Il resto non lo preoccupava, non con Pip che riposava vigile ai suoi piedi.

Almeno, pensò pigramente mentre scivolava nel sonno, questa volta era riuscito a fare qualcosa senza farsi coinvolgere nei problemi di qualcun altro.

Il mattino gli dimostrò che invece non sarebbe stato così facile. Chissà perché non lo era mai. La ragazza stava ancora dormendo tranquillamente quando lui si svegliò e si alzò senza far rumore per prepararsi ad uscire.

Mentre si vestiva, non poté fare a meno di guardarla. Era sdraiata su di un fianco e le lenzuola le avvolgevano il corpo in modo provocante. Alla luce del giorno, non era solo attraente: era bellissima. Flinx continuava a ripetersi che osservava il suo seno mentre si alzava e si abbassava solo per controllare la regolarità del respiro, ma non poteva mentire a se stesso. Le reazioni di Pip rispecchiavano sempre fedelmente quello che provava.

Se ne andò in fretta, chiudendo la tuta mentre camminava. La ragazza non soffriva, di questo era sicuro, almeno non con tutti gli antibiotici, le endorfine e simili che le aveva iniettato. Anzi, probabilmente avrebbe dovuto galleggiare un metro sopra il letto. All'ultimo controllo, lo scanner non aveva emesso neppure un bip. Stava guarendo in fretta e questo tornava a credito sia della sua costituzione che dei dilettanteschi sforzi di Flinx per curarla.

Una piccola signora robusta, pensò tra sé. Una ragione in più per cercare di scoprire come avesse fatto a finire aggredita e derubata nel mezzo dell'Ingre.

Questa era solo la seconda volta che veniva a Mimmisompo, ma aveva imparato molto tempo prima che spesso le informazioni erano disponibili in proporzione inversa alla popolazione effettiva. E inoltre non era necessario setacciare l'intera comunità per trovare le risposte che cercava. C'erano sempre dei posti logici in cui fare delle indagini e gli uffici informazioni erano in fondo alla lista.

Poiché indossava un abbigliamento tanto inadeguato, Flinx partì dal presupposto che fosse arrivata da poco nella regione dell'Ingre. Uno scienziato o un ricercatore anche poco esperto non si sarebbe mai fatto trovare con quegli abiti, nemmeno se si fosse trovato a viaggiare in un veicolo sicuro come un cingolato… Non si poteva mai sapere e poteva capitare di dover improvvisamente uscire all'aperto. Come minimo, avrebbe dovuto indossare stivali, una camicia a maniche lunghe, pantaloni lunghi, repellenti e strisce raffreddanti.

Chi l'aveva assalita sapeva il fatto suo: non si poteva uscire a piedi dall'Ingre. Prima del ritrovamento del corpo, la fauna locale avrebbe già provveduto a rendere difficile l'identificazione, oltreché impossibile la determinazione delle cause del decesso. La cosa che continuava a tormentarlo era l'evidente professionalità con cui era stata picchiata. Le escoriazioni erano state disseminate su tutto il corpo e questo faceva pensare che chiunque ne fosse il responsabile, avesse anche cercato di mantenerla cosciente il più a lungo possibile. Poteva essere sadismo, oppure un interrogatorio o anche entrambe le cose. Continuò ad arrovellarsi per tutta la strada fino al Quayside.

Il centro dei divertimenti non era affollato: era troppo presto. C'erano autisti, scaricatori, minatori e un tagliaboschi indipendente specializzato in legnami rari, che Flinx riconobbe dagli attrezzi speciali che portava assicurati alla cintura. Circa mezza dozzina di uomini e altrettante donne.

C'erano anche due thranx, che sembravano trovarsi molto più a proprio agio degli esseri umani. Entrambi stavano parlando con alcuni uomini lì vicino, e non tra di loro. Si diceva che i thranx preferissero la compagnia degli esseri umani a quella dei loro simili, e Flinx sapeva che quella particolarità faceva molto discutere gli psicologi thranx. Persino ora, centinaia di anni dopo l'Amalgamazione, c'erano ancora degli esseri umani la cui insettofobia richiedeva attenzioni e cure.

Flinx non li degnò neppure di un'occhiata. Gli uomini e i thranx erano rimasti a stretto contatto per tanto tempo che questi ultimi non venivano più considerati degli alieni, ma semplicemente degli individui di bassa statura vestiti con tute rilucenti.

I frequentatori del centro intrattenimenti mostravano poco interesse per i giochi e gli altri divertimenti offerti dal Quayside. Nel retro, due uomini stavano giocando senza grande impegno ad una partita di caccia grossa. Nessun altro si interessava a quegli orrendi mostri straordinariamente realistici che balzavano da dietro le rocce, saltavano giù dagli alberi o schizzavano fuori dal terreno per attaccare i due giocatori. Era necessario sparare a quelle creature illusone in un punto preciso e per un certo numero di volte, per segnare un punteggio. Le finte urla lanciate quando venivano colpite a morte erano altamente drammatiche, ma faceva parte del gioco.