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Il fatto che ciascuna di quelle creature rappresentate negli ologrammi esistesse davvero, su Alaspin o su qualche altro mondo, aggiungeva attrattiva al gioco, anche se Flinx non era sicuro che un insegnante lo avrebbe considerato educativo. Lui non giocava mai con i giochini elettronici. Lo aveva fatto una sola volta, per rispetto ad un amico, e la cosa lo aveva lasciato indifferente. Anche se si era rivelato bravissimo, la cosa non lo aveva interessato. Attribuiva la sua bravura ai buoni riflessi che possedeva e non aveva mai pensato che fosse dovuta ad altro.

Alla fine di quella partita, qualche buontempone aveva girato il proiettore olografico in modo che un enorme rettile carnivoro andasse a cadere su Flinx dal soffitto. Il risultato fu proprio quello che il burlone aveva sperato: Flinx era stato colto di sorpresa e si era spaventato.

Sfortunatamente, però, questo aveva causato la reazione difensiva di Pip. Il suo veleno altamente corrosivo aveva bruciato la lente del proiettore, con grande danno per il proprietario del locale. Con Pip sospesa in aria a pochi centimetri, il malcapitato burlone si era affrettato a pagare tutti i danni.

Si diresse verso l'unica tavola affollata. L'uomo seduto davanti a lui ostentava un gran paio di baffi a manubrio che terminavano con due punte impomatate e lucenti e che, quando rideva, tremolavano come gli aghi di un praxiloscopio. Si chiamava Jebcoat e veniva da Hivehom: era un umano nato e cresciuto nella capitale thranx. Per lui, il caldo e l'umidità erano una cosa normale. L'impressione che Flinx aveva ricavato da quel loro primo breve incontro, quando era arrivato a Mimmisompo qualche settimana prima, era che Jebcoat avesse fatto un po' di tutto. Se gli si poneva una domanda, c'era il cinquantacinque per cento di probabilità di ottenere una risposta. La percentuale che quella risposta fosse la verità era decisamente più bassa.

Flinx non riconobbe le donne che erano con lui. Jebcoat lo vide avvicinarsi e interruppe la conversazione con le signore per rivolgergli un grande sorriso. Una delle donne si voltò incuriosita per esaminare il nuovo venuto. Era alta quasi due metri e portava un impianto che dava alle sue pupille una sfumatura argentata.

— Il ragazzo è amico tuo? — chiese a Jebcoat senza distogliere lo sguardo da Flinx.

Lui si irrigidì, ma poi si rese conto che la donna stava solo cercando di provocarlo e quello era il modo in cui si prendevano le misure ad uno straniero su mondi come Alaspin.

— Non è un ragazzo — Jebcoat ridacchiò. — Anche se non direi che è un uomo. Francamente non so cosa sia, ma farai meglio a stare attenta a come parli. Si porta a spasso la morte.

Come se avesse ricevuto l'imbeccata, Pip cacciò fuori la testa dal colletto di Flinx, e Scrap si agitò sul suo polso. Gli occhi della donna guizzarono dal minidrago adulto a quello adolescente. Flinx non avvertì in lei nessuna paura, il che poteva significare che era davvero coraggiosa e sicura di sé come sembrava, o semplicemente che i suoi maledetti poteri in quel momento non funzionavano.

L'altra donna era alta, ma non gigantesca come la sua compagna. — Vacci piano con lei, Lundameilla. È un tipo tenero ma un tantino ossuto. — E rise, emettendo un suono acuto e nervoso che faceva digrignare i denti a chi lo sentiva. — Tu e lui, fianco a fianco, non riempireste il vano di una porta. Vuoi sederti con noi?

Flinx scosse il capo. — Solo un paio di domande. Sono stato nell'Ingre e ho bisogno di saperne di più su qualcuno in cui mi sono imbattuto là. — La gigantessa sollevò le sopracciglia.

— Hai trovato niente mentre eri là fuori? — Jebcoat lo fissò con espressione interrogativa.

— Quello che stavo cercando. — Flinx vide che quella risposta lo faceva salire di qualche grado nella loro approvazione. Su Alaspin non era considerata maleducazione fare domande ad uno straniero, ma era considerato sciocco dare risposte dirette. Anzi, a volte era persino peggio che sciocco.

— E ho trovato anche qualcosa che non stavo cercando. Circa un metro e sessanta, snella, femmina, dai ventidue ai venticinque anni, capelli biondo chiaro pettinati in una strana foggia, occhi azzurri che però potrebbero essere stati schiariti di recente. Molto graziosa.

— Graziosa quanto? — chiese l'altro uomo seduto al tavolo, prendendo parte per la prima volta alla conversazione. Era un tipo grosso e tozzo e non si radeva da parecchie settimane.

— Parecchio. Indossava solo un paio di pantaloncini corti e una camicetta, una sola.

— Nell'Ingre? — la gigantessa era stupita.

— Morsi di sanguisughe e di cimici scavatrici dappertutto — Flinx guardò l'altro di sottecchi. — E in più qualcuno se l'era lavorata con la cura di un vero professionista.

Il sorriso scomparve dal volto dell'omone, che si appoggiò alla sedia. — Dèi, che mondo! — si rivolse a Jebcoat. — Non ti si accende nessuna lampadina?

I baffi di Jebcoat smisero temporaneamente di fremere mentre lui rifletteva. Alla fine scosse il capo. — Non conosco nessuno che si sarebbe fatto sorprendere là fuori vestito così. Come sta adesso?

— Sta migliorando. Le ho cacciato in corpo tutto quello che c'era nella cassetta di pronto soccorso del cingolato. Adesso è vuota, ma quando l'ho presa era piena.

— Doveva ben esserlo, altrimenti avresti dovuto fare causa a chi ti aveva noleggiato il mezzo. — Guardò la gigantessa. — Questo non ti fa venire in mente niente, Lundy? — La donna scosse il capo.

— Non conosco nessuno tanto carino o tanto stupido.

— Documenti di identificazione? — chiese a Flinx.

— Niente, ho controllato. — Guardò l'altro uomo, ma questi aveva perso la sua aria allegra: la situazione non lo divertiva più.

— Chiederemo in giro, vero, Biade? — La compagna della gigantessa fece un cenno d'assenso.

— Farò anch'io la stessa cosa — disse Jebcoat, — ma non ho sentito parlare di nessun indigeno scomparso, e tu sai quanto corrano in fretta questo tipo di voci.

— No, nessuna persona scomparsa — disse l'altro uomo. — Nessuno. Lo avremmo sentito dire. Quando l'hai trovata?

— Qualche giorno fa — rispose Flinx.

— Allora, a questo punto, qui tutti avrebbero dovuto sapere se era una del luogo. Probabilmente si tratta di una nuova venuta — suggerì Jebcoat.

— È quello che penso anch'io.

— Conosco l'agente ad Alaspinport. Se vuoi, lo chiamo e mi faccio dare una copia della lista passeggeri delle ultime due navette, e una copia dei documenti di identificazione. Possiamo farli passare nel mio processore.

— Potrebbe esserci d'aiuto — rispose grato Flinx.

— Non se è arrivata con una navetta privata — fece notare Biade.

— Improbabile — disse Jebcoat.

— Improbabile, sì, ma non impossibile. Se le cose stanno così… — lanciò un'occhiata franca a Flinx, — il suo arrivo non sarà stato registrato.

— Può darsi — disse Flinx sottovoce, — che questo fosse proprio quello che avevano in mente quelli che l'hanno malmenata.

La donna lo fissò e poi si rivolse a Jebcoat. — Hai ragione: non è un ragazzino. Sei uno che ha girato, bimbo — disse a Flinx.

— Hai ragione… ragazza. — Si tenne pronto alla risposta, ma lei si limitò a sorridere con aria di approvazione.

— Andiamo, Lundy. — Le due donne si alzarono per andarsene. Lundameilla torreggiava su tutti gli uomini presenti. Entrambe le signore vennero gratificate da sguardi di apprezzamento. — Chiederemo in giro, come ho detto. Però adesso dobbiamo tornare a controllare la draga. Io e Lundy abbiamo una concessione su nel distretto di Samberlin. — Girò intorno alla tavola e si chinò a sussurrare nell'orecchio di Flinx.