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— Se ti capitasse di passare da quelle parti, fermati a salutarci. Magari potremmo mostrarti come lavoriamo insieme Lundy e io. Come a dire che potremmo mostrarti le cose da due punti di vista opposti.

— Lascia in pace il ragazzo, Biade — Jebcoat stava sorridendo sotto i grandi baffi. — Non vedi che è arrossito?

— Non sto arrossendo — si difese Flinx. — Tutti quelli con i capelli rossi hanno la pelle rossa di natura.

— Va bene, va bene.

Mentre Lundy gli passava accanto, Flinx sentì distintamente un pizzicotto sul gluteo sinistro. La gigantessa gli strizzò l'occhio e si allontanò insieme alla compagna. Flinx si volse indignato verso Pip.

— Mi attaccano e tu non reagisci.

Il serpente volante gli rivolse uno sguardo assente e, non per la prima volta, Flinx si ritrovò a chiedersi quale fosse effettivamente il grado di intelligenza del minidrago.

Jebcoat posò le mani sulla tavola. — Fammi fare una telefonata veloce.

Per farlo, non ebbe bisogno di alzarsi da tavola. Flinx lo guardò azionare il comunicatore inserito nel tavolo. Erano circondati da migliaia di splendidi alberi e qualcuno si era invece dato la pena di importare della plastica che riproducesse il legno vero. Non c'era da stupirsi se i thranx trovavano nei loro amici umani una costante fonte di divertimento.

Jebcoat parlò nel microfono. Alla fine scrollò le spalle e lasciò che la cuffia si arrotolasse con uno scatto e tornasse a posto. — Ho provato tutte le soluzioni ovvie: la polizia locale, il registro di immigrazione, un paio di amici. Nessuno che corrisponde alla tua descrizione è arrivato su Alaspin negli ultimi due mesi, e non è stata segnalata nessuna persona scomparsa. Dobbiamo ancora controllare i registri di Alaspinport, certo, ma non sono molto ottimista.

— Che cosa suggerisci?

— Fammi prendere contatto con il mio amicone al porto. Biade e Lundy spargeranno la notizia fuori città. Ma per il momento, per quello che riguarda le autorità locali, la tua malconcia amica non esiste. Dal momento che si trova nella tua stanza, è sotto la tua responsabilità.

— Tutta tua — fece eco allegramente l'altro uomo.

— Ma io sto per partire.

— Di nuovo? — Jebcoat stava ancora cercando di capire qualcosa del suo giovane amico. — Per uno della tua età, senza visibili mezzi di sostentamento, sembra che tu non abbia problemi ad andare in giro.

— Ho ereditato — spiegò Flinx. Anche se non il tipo di eredità a cui stai pensando, aggiunse tra sé. — Non posso portarla con me, e non voglio abbandonarla nella mia stanza. Non ha neppure una carta di credito.

— E allora? — chiese Jebcoat. — Il proprietario dell'albergo sarebbe ben felice di poter avanzare delle pretese su di lei.

— Diamine — disse l'altro, — se è carina come dici, sarei ben felice di togliertela dalle mani io stesso.

— Non stai dimenticando qualcosa, Howie?

— E sarebbe?

— Sei sposato.

Un'ombra passò sul viso di Howie. — Oh, già, me n'ero dimenticato.

Jebcoat proseguì imperterrito: — Con figli.

— Figli. Già. — mormorò Howie sconsolato.

Jebcoat sorrise a Flinx. — Il nostro Howie, qui, è stato troppo tempo nell'Ingre. No, amico mio, è tutta tua. Puoi farne quello che vuoi. Aspettare che guarisca, portarla con te o andartene. Ma la decisione spetta a te, io non voglio averci nulla a che fare. — Indicò i minidraghi. — Io non ho un paio di empati capaci di uccidere che vegliano su di me. Ora, se vuoi scusarmi, ho da fare. Mi farò vivo se scoprirò qualcosa sulla tua misteriosa signora. Howie ed io stavamo discutendo il prezzo di un teorico carico di estratto di radice di Sangreti.

Flinx non disse nulla. Esportare la corteccia di Sangreti era illegale. Per alcuni aveva l'effetto di un potente afrodisiaco; in altri invece aveva degli indesiderati effetti collaterali, come l'arresto cardiaco. Ma in ogni caso, non erano affari suoi. Jebcoat ti restava amico finché lo trattavi con rispetto. Come nemico sarebbe stato pericoloso.

Provò un altro paio di contatti, ugualmente senza successo. Nessuno sapeva niente della donna che aveva descritto. Una volta le sue domande vennero accolte da aperta ostilità, ma solo verbale. La presenza di Pip impediva a chiunque di trattare Flinx in maniera rude.

Nel pomeriggio ritornò in albergo, perplesso e scoraggiato. La donna era sempre sdraiata dove lui l'aveva lasciata. Quando arrivò, giaceva supina. Guardandola, si rese conto che se aveva fatto miracoli per le sue ferite, non aveva invece fatto nulla per il suo aspetto. Era ancora tutta sporca di fango.

Passò un'ora a pulirle il viso, le braccia e le gambe con un asciugamano umido. Sottili segni rossi avevano preso il posto delle pustole prodotte dalle sanguisughe e i buchi lasciati dalle cimici scavatrici stavano già chiudendosi. Le ferite peggiori erano quasi guarite.

Si gettò sul letto per riposare, esausto per il viaggio nell'Ingre e per le inutili ricerche. Avrebbe dormito fino a notte inoltrata, se non fosse stato improvvisamente svegliato da un urlo.

CAPITOLO QUARTO

Si svegliò e scattò in piedi all'istante. Bellissima anche da sveglia, proprio come lo era quando era priva di sensi, la sua ospite era in piedi dall'altra parte della stanza. Nella mano destra impugnava un coltello, piccolo ma letale. Gli occhi erano spalancati per la paura.

Pip era sospesa davanti a lei, a non più di due metri dal suo viso, in posizione di attacco. Scrap girava nervosamente in cerchio intorno a sua madre. I continui movimenti del giovane minidrago preoccupavano la ragazza più di quanto non facesse l'immobile Pip.

Flinx registrò quella scena in un secondo e si chiese cosa diavolo stesse succedendo. Il coltello non aveva alcun senso, e neppure la posa minacciosa di Pip, a meno che quel coltello non fosse stato diretto contro il suo padrone. Ma perché la ragazza avrebbe dovuto minacciarlo mentre dormiva?

A quel punto lei si accorse che si era seduto sul letto, ma continuò a tenere gli occhi fissi sul minidrago.

— Richiamali, maledizione, richiamali!

Flinx lo fece, lanciando un pensiero distratto. Pip sfrecciò di nuovo sul letto.

Il respiro della donna si calmò e il braccio che teneva il coltello ricadde lungo il fianco. — Come ci sei riuscito?

— Tutti i minidraghi di Alaspin sono telepati emotivi. A volte stabiliscono un legame con una persona. Pip è mia… è l'adulto. Il nome del piccolo è Scrap.

— Carino — disse lei con voce tesa, — davvero carino. — Poi rabbrividì e chinò la testa. — Non so come hai fatto a trovarmi. E adesso? Hai intenzione di picchiarmi di nuovo? Perché non ti decidi ad ammazzarmi e la facciamo finita? Ho risposto a tutte le vostre domande.

Flinx socchiuse gli occhi. — Io non ti ho picchiata e non ho nessuna intenzione di ucciderti. Se avessi avuto delle cattive intenzioni nei tuoi riguardi, pensi forse che ti avrei curata?

Lei sollevò il capo di scatto e lo studiò per un lungo istante. — Non sei uno di loro? — chiese incerta.

— No, non lo sono, chiunque siano “loro”.

— Per gli dèi. — Emise un lungo sospiro e a quel punto le sue gambe si fecero di gomma e dovette appoggiarsi alla parete per non cadere. Il coltello cadde senza far rumore sul pavimento di legno.

Flinx balzò giù dal letto, dirigendosi verso di lei, ma quando la vide irrigidirsi, si fermò. La ragazza non si fidava ancora di lui e, dopo tutto quello che aveva passato, non poteva darle torto.

— Non voglio farti del male. — Parlò lentamente, in tono dolce. — Voglio aiutarti, se posso.