— Carino. — Flinx parlò con voce priva di espressione. — Prosegui.
— Siamo usciti qualche volta insieme. Diceva di lavorare con le autorità portuali, e che per questa ragione non lo avevo visto in giro. Non era autorizzato a passare i controlli di sicurezza della compagnia, per cui ci vedevamo fuori. Ho creduto di essermene innamorata. Sai, aveva quell'abilità di farti innamorare di lui. Una sera mi ha chiesto di fare una passeggiata insieme in superficie. Sopra era abbastanza calmo, per cui risposi di sì. — Si interruppe.
— Devi capire che nel posto in cui lavoravo da un punto di vista intellettuale le cose erano molto eccitanti, ma socialmente eravamo a zero. Erano quasi tutti più vecchi di me. L'aspetto fisico gioca ancora un ruolo molto importante nelle relazioni interpersonali, sai.
A me lo dici, pensò Flinx. Non gli piaceva la piega che aveva preso la conversazione, ma non aveva niente da aggiungere.
Clarity scrollò le spalle. — Comunque, credo che mi abbia narcotizzata. Era uno di loro, capisci. Quando poi l'ho rivisto, non mi sembrava più così attraente. Fisicamente sì, ma il suo viso aveva un'espressione diversa. Uguale a quella dei suoi compagni.
— Di che specie erano? — Stava pensando agli instancabili attacchi degli AAnn alla tecnologia umana.
— Per quello che ne so, erano tutti umani. Se erano alieni, avevano un travestimento incredibile. Mi portarono via dal pianeta. Quando mi svegliai, da qualche parte là fuori, faceva caldo ed era umido. — Fece un gesto assente in direzione dell'Ingre. — A quel punto è cominciato l'interrogatorio. Sul mio lavoro, quanto era avanzato, quali erano i piani della compagnia per gli sviluppi e l'espansione futura, ed altre cose tipo l'ubicazione dei laboratori e le misure di sicurezza.
«Dissi loro che non potevo rispondere, perché quello che mi chiedevano era coperto dal Trattato di Segretezza Commerciale Interplanetaria. Non dissero nulla, ma mi lasciarono nelle mani di quella donna alta, che cominciò a picchiarmi a sangue. Io non sono un tipo coraggioso, così ho cominciato a dirle quello che voleva, il meno possibile su ogni argomento.
«Sapevo che avrei continuato a parlare, raccontando tutto, e non avevo dubbi su quello che mi sarebbe accaduto quando avessi risposto all'ultima domanda. Quindi una notte mi sono liberata e sono scappata a gambe levate. Era buio come la pece e c'erano delle cose che continuavano a pungermi e a morsicarmi, così sono entrata nel fiume, ho trovato il tronco e mi sono lasciata trasportare dalla corrente. Non sapevo più dov'ero o dove stavo andando. Volevo solo scappare.
— Sei stata fortunata a riuscire ad arrivare al fiume — disse Flinx in tono serio. — Alaspin ha la sua parte di carnivori notturni. Degli insetti ti ho già parlato.
Clarity si grattò una gamba. — Mi sono svegliata qui, sono saltata alle conclusioni e ho pensato di ucciderti. Adesso ho fatto un bagno, mi sento duemila volte meglio dell'ultima volta che ho ripreso i sensi e tu mi aiuterai a lasciare questo mondo e a tornare dalla mia gente. Sono sicura che mi staranno cercando anche loro, ma non da queste parti. Oltre ad essere simpatica a tutti, sono insostituibile. Sono sicura che ci sarà una ricompensa per chi mi riporterà indietro. Immagino che ci siano sempre, in casi come questi.
— Non mi interessano le ricompense.
— No? Sei così facoltoso alla tua età? — Flinx preferì ignorare il commento.
— Ho ereditato quanto basta per le mie necessità. E tu? Che cosa ti rende tanto popolare?
Clarity sorrise con aria mesta. — Sono un ingegnere genetico. In effetti, sono il migliore fra gli ingegneri genetici.
Lui non cambiò espressione. Ma Pip percepì la sua violenta reazione emotiva e volò via dal pomello del letto, girò una volta attorno all'attonita Clarity e poi di colpo tornò di nuovo sul letto.
Flinx girò il capo, non del tutto certo di essere riuscito a nascondere la sua reazione.
— Che cos'ha il tuo animaletto? Che succede? Ho forse detto qualcosa che ti ha turbato?
— No, niente. — Ma si rese conto che era una bugia trasparente. — È solo che qualcuno che conosco molto bene ha avuto dei guai con degli ingegneri genetici tanto tempo fa. — E frettolosamente esibì quel sorriso di bimbo innocente che gli era stato tanto utile nei suoi anni di furti giovanili. — Non è nulla, solo una storia vecchia.
Clarity doveva essere più percettiva o molto più matura di quanto lui credesse, perché mentre gli si avvicinava, sul suo volto c'era un'espressione di sincera preoccupazione.
— Sei sicuro che vada tutto bene? Io non posso cambiare ciò che sono.
— Non ha nulla a che fare con te. Quel fatto è avvenuto ancor prima che tu nascessi. — E sorrise, un sorriso obliquo, ma questa volta era sicuro che lei non avrebbe capito il perché. — Anche prima che io nascessi, in realtà.
No, nessuno di noi due era nato quando la Società ha dato inizio ai suoi esperimenti. Tu eri già grande quando l'esperimento denominato “Philip Lynx” venne al mondo con il suo DNA rimescolato come un'insalata. Naturalmente questo non posso dirtelo. Non posso dirlo a nessuno. Ma mi chiedo cosa penseresti di me se sapessi cosa sono. Saresti in grado di dire se sono stato un risultato buono o cattivo?
Avrebbe dovuto fare lo scienziato, gli sarebbe servito. Invece aveva passato l'infanzia a fare il ladro. Era difficile dire quale delle due professioni gli avrebbe svelato più in fretta la sua origine.
Le dita di lei gli sfiorarono una spalla. Flinx si irrigidì, poi si rilassò quando le mani di Clarity cominciarono a massaggiarlo dolcemente. La ferita è più profonda di quanto tu non creda, pensò, guardandola di sottecchi.
— Flinx, tu non hai paura di me, vero?
— Paura di te? Questa è buffa. Sono io quello che ti ha trascinato fuori dalla giungla mezza morta, ricordi?
— Certo, e ti sono grata quanto può esserlo chiunque debba la propria vita a un'altra persona. Mi aiuterai ad andarmene da Alaspin prima che riescano di nuovo a trovarmi, vero? Sono pazzi, ma intraprendenti. Maledettamente in gamba. Non sono sicura che siano più in gamba di te. C'è qualcosa in te… di solito sono molto brava a giudicare la gente, ma per me resti un mistero. Hai l'aspetto di un bambino troppo cresciuto, ma sembra che tu sappia come cavartela comunque e dovunque.
Dovunque? pensò, sorridendo tra sé. Sì, puoi ben dire che sono stato dappertutto, piccolo ingegnere. Sono arrivato fino al Blight e agli estremi confini del Commonwealth. Ho fatto cose che la maggior parte degli uomini può solo sognare e altre che non si possono neppure immaginare. Oh, sono stato dappertutto, è vero.
Distolse di nuovo lo sguardo, e sentì che Clarity si stringeva a lui, premendo la gamba contro la schiena e circondandogli il corpo con le braccia, cominciando a muoversi per dimostrargli senza parole quanto gli fosse grata e quanto avrebbe potuto esserlo.
Senza sapere veramente come, si ritrovò a sciogliersi dall'abbraccio e a fissarla in viso. Il volto di lei aveva un'espressione ferita e la voce assunse un tono preoccupato.
— E adesso cosa c'è che non va?
— Non ti conosco abbastanza per sapere se mi piaci in quel modo, non consciamente, almeno.
— Mi preferivi quand'ero svenuta?
— Non era quello che intendevo, e lo sai. — Era ora di cambiare argomento. — Se ti senti ancora in pericolo, dovresti denunciare alle autorità quello che ti è capitato.
— Ti ho detto che hanno spie dappertutto. È così che mi hanno preso. Se parliamo con la persona sbagliata, in un attimo sono di nuovo nelle loro mani. E per quello che ti riguarda, ti ucciderebbero, per essere sicuri che non parli.
— E questo ti spiacerebbe?
— Puoi ben dirlo. — Lo stava guardando dritto negli occhi. — Sei un bizzarro salvatore, Flinx. — Piegò la testa di lato per guardarlo. — E mi piacerebbe scoprire quanto bizzarro. Non mi trovi attraente?