Flinx deglutì. Come al solito, avrebbe voluto avere il controllo della situazione, e come al solito non era così.
— Straordinariamente attraente — riuscì a borbottare alla fine.
— Almeno questa è chiarita. Oh! — Clarity trasalì quando Scrap le si posò su di una spalla. Non riuscendo ad arrotolarsi, avvolse strettamente la coda intorno alla treccia corta e bionda.
— Si chiama Scrap. Credo che tu gli piaccia.
— Come stai? — Piegò la testa per osservare quel minuscolo strumento di morte sistemato pigramente sul suo collo. — Come sai che gli piaccio?
— Perché sei ancora viva.
— Capisco. — Assunse un'aria pensosa. — Hai detto che si chiama Scrap? — Sentendo pronunciare il suo nome, il giovane minidrago sollevò leggermente la testa.
— Tendono a stabilire un legame, lo sai. A formare uno stretto vincolo emotivo con gli esseri umani verso i quali si sentono attratti. I serpenti ti danno fastidio?
— Sono un ingegnere genetico: nessuna creatura vivente mi dà fastidio, tranne quelle troppo piccole per poterle vedere ad occhio nudo.
Chissà cosa penseresti di me, se conoscessi la mia storia, pensò. — Sono telepatici a livello emotivo. Scrap sa cosa stai provando. Se sceglie di legarsi con te, non avrai un compagno più devoto o una più fedele guardia del corpo. Pip ed io siamo insieme quasi da quando sono nato. E solo un paio di volte mi è capitato di rimpiangere la nostra relazione.
— Quanto vivono? — Stava accarezzando la nuca del serpente volante come aveva visto fare da Flinx con Pip.
— Nessuno lo sa. Non sono comuni su Alaspin e praticamente sconosciuti fuori di qui. Questo è un posto difficile per compiere studi sulla fauna selvatica, per non parlare poi di studiare qualcosa di tanto pericoloso come un minidrago. — Rifletté un istante. — Pip era già adulta quando l'ho trovata, quindi deve avere circa diciassette anni. Per un rettile sarebbe vecchia, ma i minidraghi non sono rettili.
— No, infatti percepisco il calore. — Sorrise al suo nuovo amico. — Be', sei il benvenuto, se vuoi restare.
Scrap voleva restare. Flinx lo sentiva. Per un attimo pensò di prenderla tra le braccia e baciarla, ma poi con un sospiro si rimise a sedere sul letto. Era esperto in quel genere di situazioni, ma non sapeva mai come metterle in pratica. Si tormentò nervosamente le dita.
— Ho detto che ti avrei aiutato. Come intendi procedere?
— Devo tornare dalla mia gente, sono certa che a questo punto saranno preoccupati a morte. Per quello che mi risulta, non c'è un'anima che sappia cosa mi sia capitato. Saranno in preda alla frenesia.
— Perché sentono la tua mancanza come persona o perché sei un ingranaggio tanto importante nella loro macchina di ricerca?
— Per entrambe le cose — lo assicurò lei senza battere ciglio. — Ma la cosa va oltre me, ora. Dalle domande che mi hanno fatto, ho capito che quei fanatici vogliono mandare a monte l'intero progetto. Il mio rapimento è stato un modo per rallentarlo e anche per ottenere tutte le informazioni di cui hanno bisogno.
— Perdonami, ma non mi sembri abbastanza vecchia per essere così importante nell'economia di una compagnia.
Il volto di lei si contrasse in una smorfia di disappunto, ma poi si accorse che lui stava solo stuzzicandola. — Uno a zero. Non farò più commenti sulla tua età, se tu farai lo stesso con me.
— Molto meglio.
— Devo tornare in fretta. La mia assenza rallenta tutto. Sono una specie di fulcro intuitivo del progetto. Vengono da me per avere nuove idee, per trovare nuovi modi di guardare le cose da un altro punto di vista. Non per i progetti di tutti i giorni. Io sono un'intuitiva nelle cose in cui praticamente tutti gli altri sono deduttivi. — Il suo tono era così realistico che lui capì che non stava vantandosi, ma semplicemente esponendo dei fatti.
— Senza di me, tutto finirà con il fermarsi, se già non è successo. Portami ad Alaspinport, poi decideremo il da farsi. Immagino che dovrò trovare qualche travestimento. Oltre a cercarmi là fuori, puoi star certo che sciameranno verso ogni navetta in partenza come pidocchi, o comunque si chiamassero quegli insetti che mi hanno morsicato le gambe.
— Cimici scavatrici, per lo più. — Le guardò le gambe.
Quando sollevò gli occhi, vide che lei lo stava fissando con un sorriso. — Ti piace quello che vedi?
Flinx cercò di apparire disinvolto. — Belle gambe, brutte morsicature.
— Forse farei meglio a non cercare di andarmene con la prima nave. Scommetto che non è molta la gente che viene ad Alaspin. — Flinx capì che stava discutendo tra sé. — Ma se non provo con la prossima, potrei restare bloccata qui per settimane prima dell'arrivo di un'altra astronave di linea, e questo darebbe loro ancor più tempo per stringere il cerchio attorno a me. Quindi immagino che non mi resti che cercare di salire sulla prima, anche se avranno un sacco di persone che mi cercano. — Poi sollevò lo sguardo su di lui, come se si fosse ricordata all'improvviso di non essere sola. — Immagino che tu non abbia amici nel governo del pianeta?
— Non esiste un governo planetario. Questo è un mondo H di Classe Otto, mondo di frontiera. C'è un amministratore nominato dal Commonwealth e una forza di pace pronta ad intervenire su richiesta. E basta. È un posticino piuttosto aperto.
— Be', non ha importanza — disse decisa. — Devo cercare di svignarmela sulla prima nave disponibile, non solo per salvarmi, ma anche per avvertire la mia gente.
— Su Alaspin c'è un raggio da spazio profondo. Lo hanno pagato i cercatori minerari, mi pare. Potresti provare a contattare i tuoi con quello.
Lei scosse il capo. — Non c'è nessuna stazione ricevente, nel posto da cui vengo.
— E se tu spedissi un messaggio alla più vicina stazione ricevente e poi lo facessi inoltrare con un corriere?
— Non so. Potrebbero tenere sotto controllo anche il deposito messaggi. Ed è facile intercettare un corriere. Non sottovalutare quella gente, Flinx. Non mi sorprenderei se stessero passando al setaccio tutto quello che arriva ad Alaspinport. Ne sapevano abbastanza per riuscire a contrabbandare me. E renderanno difficile contrabbandare qualunque cosa.
— Mi sembra che tu non abbia grandi scelte.
— No. Immagino di no. — lo fissò. — Hai detto che mi avresti aiutata. Ti ho chiesto dei suggerimenti, ora te li chiedo di nuovo. Forse potresti corrompere qualcuno per farci evitare le procedure di partenza.
— Non c'è abbastanza folla in questo posto per passare inosservati. — Tossì, tenendo la mano chiusa a pugno davanti alla bocca. — C'è un'altra possibilità: potrei portarti indietro io.
Lei lo guardò perplessa. — Non ti seguo. Stai forse pensando di farmi viaggiare facendomi passare per tua moglie o qualcosa del genere? Forse con qualche travestimento?
— Non esattamente. Intendo che potrei portarti indietro io, nel senso letterale del termine. Vedi, ho una nave mia.
Seguì un lungo silenzio e Flinx finì con l'agitarsi imbarazzato sotto lo sguardo di lei. — Hai una nave tua? Vuoi dire che vieni da una nave in orbita e stai aspettando di riunirti al resto dell'equipaggio? È questo che intendi, vero? Una nave da carico non registrata o qualcosa del genere?
Flinx stava scuotendo la testa. — No, intendo dire che ho una nave mia, registrata a mio nome. Io sono il proprietario. La nave si chiama Teacher.
— Stai prendendomi in giro, è uno scherzo. Non mi diverte, Flinx. Non dopo quello che ho passato.
— Nessuno scherzo. Il Teacher non è molto grande, ma lo spazio è più che sufficiente per le mia necessità. Una persona in più non creerà problemi.