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551 Flinx si reca su Alaspin. Muoiono Habib e Pocomchi. Una spedizione inviata nel sistema di Cannachanna nel Blight scopre l'Arma Anticollapsar.

552 L'arma Hur'rikku trasforma una collapsar in una 'stella arcobaleno' nelle vicinanze del Velvet Dam. Viene inoltre distrutta una task force AAnn proveniente da Pregglin. Flinx ritorna su Moth. Incontra Knigta Yakus e lo accompagna ad una miniera di Hallowseye nel Punto-cieco-sulla-mappa.

553 Flinx viaggia fino ad Alaspin per liberare i giovani minidraghi. Salva Clarity Held e la accompagna su Longtunnel. Vengono scoperti i Sumacrea. Flinx s'interroga sulla propria vita.

555 Una missione esplorativa degli AAnn inviata nel Blight scopre il Vom e lo trasporta su Repler III. Muore Lord Estes Rose. Il Vom viene distrutto dal Guardiano Tar-Aiym e da Flinx. Il Guardiano si uccide una volta completata la sua missione. Nasce Cora Xamantina.

556 Mamma Mastino racconta a Flinx tutto quello che conosce del passato del giovane.

558 ca. Nasce Sam Mataroreva.

564 ca. Hwoshien viene nominato Commissario Residente di Cachalot.

578 Nasce Rachel Xamantina.

583 Muore Silvio Xamantina.

584 Cora subisce un collasso nervoso.

597 ca. Un gruppo di osservatori di Horseye visita Cachalot.

600 Vengono distrutte dalle balene su Cachalot cinque città galleggianti. Le indagini portano alla scoperta del CunsnuC.

1530 ca. La luce proveniente dalla Stella Arcobaleno raggiunge Terra di Mezzo.

12550 Termina lo scavo delle gallerie su Ulru-Ujurr; il pianeta devia verso un'orbita più vicina al proprio sole.

13000 ca. Termina l'attuale ciclo di raffreddamento su Tran-ky-ky e inizia un nuovo ciclo di riscaldamento.

[a cura di Piergiorgio Nicolazzini]

A tutti i lettori che hanno seguito le vicende di Flinx e Pip a partire dal 1972 e che hanno richiesto a gran voce il loro ritorno. Un ringraziamento particolare a Betty Ballantine, che per prima intuì le potenzialità mie e di questi personaggi, aiutandomi a prendere vita insieme a loro.

CAPITOLO PRIMO

L'atteggiamento dell'uomo seduto a capotavola era come una maschera. In un altro luogo e in un altro tempo, l'intensità dei suoi gesti e delle sue parole sarebbero sembrati forzati, ma nell'ambiente in cui si trovava, erano perfettamente adatti. Era un tipo grassoccio, con la testa sormontata da un corto ciuffo di capelli scompigliati che gli scendevano fino al colletto della camicia. Al contrario del suo eloquio, gli abiti che indossava erano semplici e lindi. Con la bocca chiusa avrebbe potuto passare per un tipo assolutamente comune. La stessa cosa poteva dirsi per i suoi cinque compagni, con un unica eccezione. E sempre con quell'unica eccezione, nessuno di loro era particolarmente alto o muscoloso. Differivano nel colore della pelle, ma non c'era nulla di strano in questo. Avevano età differenti, venivano da ambienti e mondi diversi.

Era stato un ardente fanatismo a riunirli in quella piccola stanza, un legame più forte di un cavo di epoxene o di duralega… una causa per la quale ognuno di loro era pronto a dare la vita. Avevano una fede autentica e sapevano, senza ombra di dubbio, che la loro causa era giusta.

E, quando ne discutevano, parevano trasformarsi, scrollandosi di dosso i loro personaggi e le loro vite di tutti i giorni, come le lucertole si scrollano di dosso lembi di pelle vecchia. Sedevano uno di fronte all'altro, raggianti, convinti di partecipare ad una santa crociata. Ognuno di loro dava alla causa un apporto diverso. L'uomo che stava parlando contribuiva con il denaro. Un'altra donna portava intelligenza e forza fisica. L'uomo seduto accanto a lei, invece, la sua naturale scaltrezza. Pur condividendo la stessa passione, quei sei individui si completavano a vicenda.

Erano i capi di un gruppo in continua crescita, scelti dai loro compagni per prendere le decisioni più dure, per determinare gli obiettivi e i metodi d'azione.

L'uomo che parlava in quel momento era conosciuto dai suoi compagni con il nome di Spider e questa era un'accurata descrizione della sua mente, anche se non del suo aspetto fisico. Quando parlava della causa, non aveva più un'aria così affabile, gli occhi sembravano schizzargli dalle orbite e la bocca si piegava in una smorfia priva di allegria.

Nessuno di loro conosceva il vero nome degli altri: era una questione di sicurezza. Si erano dati nomi come Flora, Lizard, Ormega, soprannomi presi dai mondi vergini alla cui salvezza si erano dedicati. L'ecologia era il loro credo, ed essi la veneravano senza esitazioni o remore. Avevano creato relazioni contro natura per meglio mantenere quelle naturali tra le varie specie. Relazioni che la civiltà del Commonwealth si era impegnata a distruggere. Questo, almeno, era quello che essi pensavano.

Non erano i soli ad avere quella convinzione, ma erano i soli ad usare quei metodi. Dal regno della ragione erano passati a quello della religione, dove i non credenti erano semplicemente eretici che andavano fermati con qualunque mezzo. Per anni erano rimasti nascosti nell'ombra, prendendo tempo, raccogliendo le forze, sperimentando i limiti della loro organizzazione con piccole azioni qui, minuscoli sondaggi là. Il sabotaggio di un impianto chimico, l'improvviso e inspiegabile ritardo nella costruzione di uno spazioporto, un certo numero di voti di importanza cruciale influenzati dal denaro, dalla persuasione e a volte dal ricatto: tutto nel nome della Causa. Ad ogni nuovo successo, ad ogni piccolo risultato, la loro fiducia era aumentata, guadagnando loro nuovi adepti.

Almeno fino ad ora. L'organizzazione era cresciuta, diventando qualcosa di più che una semplice seccatura: era stata ufficialmente definita un “problema”, anche se ancora di importanza minore. Uscire maggiormente allo scoperto significava essere sottoposti ad un più attento vaglio da parte delle autorità, significava maggiore difficoltà nel reclutamento di nuovi membri. Non predicavano più a gente già convertita; l'organizzazione, infatti, aveva raggiunto il suo tetto: poteva crollare su se stessa, limitarsi a ristagnare, oppure compiere finalmente il grande balzo. Era giunto il tempo di trasformarsi da causa a movimento attivo.

E compiere quella metamorfosi significava annunciarsi pubblicamente a tutto il Commonwealth. Significava dichiararsi in modo da non poter più venire ignorati, mostrando fino a che punto erano pronti a spingersi per sostenere la loro fede. Era finalmente giunto il momento del grande sforzo, dell'azione clamorosa che avrebbe garantito loro il riconoscimento universale che avevano sempre evitato ma che ora esigevano. Era giunto il tempo di una dimostrazione su vasta scala, tale da portare sotto le loro bandiere il doppio, il triplo del solito gregge di indecisi e titubanti.

Era tempo di mostrare alle forze della distruzione che avevano di fronte una potenza con la quale dovevano fare i conti.

Era per questo che i sei si erano radunati in quella stanza angusta e scomoda, protetti da quegli pseudonimi che erano giunti a considerare come i soli importanti, per decidere il dove, il come e il quando di quell'annuncio che si preparavano a fare. Anche se fra loro non c'era un capo riconosciuto, fu Spider quello che parlò per primo e più a lungo, perché più degli altri aveva il dono della concretezza.

Quando era infiammato dalla Causa, Spider sapeva essere avvincente. Il suo corpo era solo un errore dei geni di famiglia: nell'involucro di quel corpo gioviale e grassoccio, ardeva l'anima di una figura alta e sepolcrale i cui antenati spirituali avevano un tempo dimorato nelle camere di tortura dell'Inquisizione. Non aveva mai esitazioni, non ritrattava mai ciò che aveva detto. Perché lui sapeva. Sapeva ciò che era giusto, ciò che era sacrosanto, ciò che andava fatto. I suoi compagni lo ascoltavano con rispetto. Anche loro provavano le stesse emozioni, ma non erano in grado di esprimerle con la sua stessa facilità.