— Giusto. — Clarity si chiese perché provasse tanto sollievo.
— Adesso corrigli dietro. Ma tieniti a distanza. Non scordare quello che ti ho detto e non essere troppo espansiva. Lo dico per il tuo bene, bambina. Può non essere nulla di più di un gradevole giovanotto, che può essere o no un telepate emotivo, ma se ciò che afferma è vero, un giorno o l'altro potrebbe diventare qualcosa d'altro.
Clarity si alzò dalla sedia. — Credo che tu sia completamente fuori strada. Fino a qui credo di conoscerlo.
— Mia cara Clarity, hai appena finito di dirmi che persino lui afferma di non conoscersi.
— In quel magazzino non poteva esserci lui, dal momento che è qui e tutto d'un pezzo. Spero che il tuo braccio guarisca presto.
— Grazie, cara. Sta guarendo come si deve. Ricorda che tu continui a tutti gli effetti ad essere un'impiegata della Coldstripe. Considera questo periodo di riposo forzato come una vacanza da tempo rimandata. E pagata. Ho già deciso di richiedere la stessa cosa per tutti i sopravvissuti. Sono sicura che i nostri sostenitori lo accetteranno.
— E allora posso anche divertirmi per un po'. — Clarity si volse ed uscì dall'infermeria.
Sì, bambina, pensò Vandervort. Divertiti e fai attenzione a dove metti i piedi.
Il loro affascinante giovanotto non aveva certo l'aspetto di una persona implosa. Era tutto d'un pezzo, intero ed intatto. Il che significava che le supposizioni che aveva letto anni prima erano sbagliate. O che invece qualcuno stava cercando di coprire la verità.
Quella considerazione suggeriva che nel magazzino polverizzato fosse successo qualcosa di inesplicabile. Se questo Flinx era l'individuo a cui ci si riferiva solo con un numero in codice e non era imploso e non si era distrutto mentre tutto il magazzino e i suoi occupanti erano indiscutibilmente andati incontro ai loro destini, allora, cosa era successo in quel giorno e in quell'anno? La cosa era molto più interessante che se fosse realmente imploso. Suggeriva certe idee.
Sdraiata a letto in attesa che il suo braccio si rigenerasse, Alynasmolia Vandervort aveva tutto il tempo di pensare.
Flinx stava mangiando ad una tavola vuota circondata da altre tavole vuote. La ragione del suo isolamento apparve chiara a Clarity non appena entrò nella mensa.
Pip era sdraiata davanti a lui, in tutto lo splendore delle sue scaglie iridescenti, mentre Scrap starnazzava lì vicino. I due serpenti volanti stavano eretti sui ventri scagliosi, in tutto simili ai cobra terrestri, con le ali spiegate a metà. Stavano invocando il cibo.
Mentre dava da mangiare ai minidraghi, Flinx beveva un gran bicchiere di liquido scuro. Una qualche bevanda proteica, pensò Clarity, nutriente e veloce e basta. Le venne in mente che non aveva mai fatto commenti sul cibo. Forse era uno di quegli individui che lo considerava solo come un combustibile di cui non si può far a meno. E questo avrebbe spiegato la sua magrezza muscolosa.
— La Vandervort ti manda i suoi saluti.
Lui sollevò lo sguardo su di lei. — Sono contento che stia meglio. Proprio come sono contento che tutti i guai qui siano stati risolti. Questo significa che potremo partire appena pronti. Ho degli affari di cui devo occuparmi, prima di poter ritornare per studiare a fondo i sumacrea.
Clarity si sedette accanto a lui, ma lasciando un po' di spazio tra loro. — Questa è una cosa di cui dobbiamo parlare, Flinx.
— In che senso? — chiese lui aggrottando la fronte.
— Io sono ritornata al luogo a cui appartengo. Non devo andare da nessun'altra parte.
— Vuoi restare qui? Dopo quello che è successo? — Lanciò un piccolo oggetto salato in direzione di Scrap e osservò il giovane minidrago che saettava di lato per afferrarlo al volo.
— Il mio lavoro è qui e qui ci sono i miei amici, quelli che sono sopravvissuti. Ci sono tante cose che devono essere fatte. Rintracciare il duplicato degli archivi, ricostruire…
— E niente di tutto ciò è responsabilità tua. Sei un ingegnere genetico, non uno specialista in costruzioni. Ho ripensato a quello che hai detto mentre tornavamo qui, a quello di cui abbiamo parlato ed ho pensato che ti sarebbe piaciuto prenderti una vacanza ed andare in qualche posto nuovo. Che ne dici di New Riviera? Non ci sono mai stato neppure io, ma ne ho sentito parlare.
— Tutti hanno sentito parlare di New Riviera. Solo che non è possibile, Flinx. Mi piacerebbe, mi piacerebbe davvero andare in un posto del genere, ho sempre sognato quel tipo di viaggio.
— E allora perché non ci andiamo? Il Teacher non avrebbe difficoltà a portarci. — E le sorrise, un sorriso così aperto e innocente che le spezzò il cuore. — Non siamo stati bene nel viaggio da Alaspin a qui?
Lei distolse lo sguardo, fingendo di osservare i serpenti volanti, ma in realtà incapace di guardarlo negli occhi. — Siamo stati benissimo, ma adesso è arrivato il momento di lavorare.
— Non capisco. Sono sicuro che dopo tutto quello che hai passato, la tua compagnia ti concederebbe certo una licenza. Se si tratta del denaro, se ti imbarazza il fatto che paghi io tutto… — Tese la mano verso di lei e Clarity trasalì. Cercò di trattenersi, ma non ci riuscì. Fu un movimento quasi impercettibile, ma lui se ne accorse.
— Non si tratta di questo, vero? Niente di quello che ho detto ha a che fare con quello di cui stiamo parlando. Ti sei ritratta, di scatto.
— Sono solo nervosa, nient'altro. Ancora troppo sensibile dopo tutti quei giorni al buio, il rapimento, la fuga, la sparatoria. Non è facile dimenticare che ti hanno sparato addosso, come invece sembra che sia per te.
Flinx si chinò per scrutarla in volto. Gli occhi color ambra sembrarono trapassarla fino in fondo. — Qual è la verità, Clarity?
— Te l'ho detto. — Si alzò. Era stato un errore prenderlo così di petto. Aveva pensato di essere in grado di trattare la cosa, ma aveva sbagliato. — Devo tornare. Devo cercare di recuperare…
Si voltò per andarsene e in quell'istante, Flinx l'afferrò per il polso. Raramente era lui a toccare per primo un altro essere umano. Udì l'ansito improvviso, e percepì la paura scorrere dentro di lei. Non paura dell'oscurità, non questa volta. Paura di un diverso tipo di oscurità.
— Di colpo hai paura di me. Gli dèi sanno se ho cercato di tenerti a distanza quando pensavo che stessimo avvicinandoci troppo, ma credevo che le cose fossero cambiate dopo essermi aperto a te. E adesso tutto è cambiato di nuovo. Che cosa è successo? E non cercare di dirmi che mi sto sbagliando.
— Non posso. — La risposta fu un flebile sussurro. — Come faccio? Non potrei nasconderti i miei sentimenti neppure se volessi.
Lui le lasciò il braccio. — No, sento la tua paura. Ma non è una paura diretta, semplice. Sei confusa, non sai quello che provi veramente.
— Ti prego — lo supplicò, — no. — E senza accorgersene, si mise a piangere. — Forse è così. Forse è solo che mi sento a disagio con qualcuno che sa in ogni istante cosa provo.
— Ma non è sempre così. La mia abilità aumenta e svanisce.
— Come faccio a crederti? — Si volse e uscì dalla mensa correndo.
Alcuni dei clienti la seguirono con lo sguardo, poi si voltarono verso Flinx, prima di riprendere a mangiare. Lentamente, Flinx riportò gli occhi sul tavolo. Avvertendo il suo scombussolamento mentale, Pip lo osservò ansiosa. Dopo qualche tempo, riprese a mangiare, ma sempre tenendo d'occhio il padrone. Anche se perplesso, Scrap continuò a mangiare. Flinx occupò una parte della mente con il compito di nutrire i minidraghi.
Che cosa era successo che aveva cambiato l'atteggiamento di Clarity nei suoi confronti? Una cosa era decidere che aveva del lavoro da fare e un'altra era avvertire la paura che aveva sentito nella sua mente quando le aveva afferrato il braccio. Nel viaggio da Alaspin, era stata lei quella che aveva flirtato e scherzato per tutto il tempo. Ora, tutto il brio era scomparso.