Ed era una cosa che non aveva nulla a che fare con il viaggio cieco che avevano fatto attraverso le caverne inferiori di Longtunnel. L'avversione che aveva percepito era diretta a lui, non all'esperienza che avevano condiviso insieme. Senza dubbio i sumacrea sarebbero stati in grado di interpretarla, ma lui non era altrettanto abile, altrettanto sensibile. Lui non poteva far altro che avvertire la realtà di questa paura, senza capire le ragioni che la causavano.
E fu in quel momento che si rese conto che era innamorato di lei. Non essendosi mai innamorato prima, non aveva alcuna familiarità con quel processo e fino a quel momento non era stato in grado di riconoscerlo. Il suo amore per Madre Mastino era stato di tipo diverso, come lo era stato l'affetto contenuto per donne come Atha Moon. Ma questa era una cosa diversa, molto diversa.
Era stata Clarity a cercare una relazione più intima. Era stata lei ad avere il dito pronto a tirare il suo grilletto emotivo e adesso si ritirava. Non era giusto. Sconcertato, si rese conto che gli anni passati a studiare le emozioni degli altri, non erano riusciti a prepararlo ad affrontare le proprie. Era lei che stava manipolando lui, mentre avrebbe dovuto essere il contrario.
Quello che veramente lo feriva, era il fatto che non riusciva a vedere una ragione per questo suo improvviso cambiamento. Forse essere ritornata tra i suoi amici e colleghi le aveva fatto capire quanto le fossero mancati loro e la loro compagnia. Jase era sopravvissuto all'attacco dei fanatici. La relazione con quell'uomo era forse più profonda di quanto avesse fatto capire?
Dopo tutto, cosa poteva trovarci in lui, un ragazzo appena uscito dall'adolescenza? A parte il fatto che lui non aveva mai avuto un'adolescenza.
Se fosse stato normale, se non fosse stato in grado di leggere le sue emozioni, avrebbe potuto reagire meglio. Era già abbastanza brutto veder rifiutato il proprio amore, ma sapere che qualcuno per il quale provi dei sentimenti tanto forti ha paura di te, era peggio ancora. Sarebbe stato meglio essere ciechi e ignoranti; in quel caso, non sarebbe stato ferito, solo sconcertato. Il suo talento funzionava quando avrebbe voluto essere sordo e gli veniva a mancare quando invece ne aveva un disperato bisogno. A che cosa diavolo gli serviva quella maledetta cosa?
Va bene, per qualche ragione non prova più alcun interesse per te. Ti teme. Perché no? È un atteggiamento sensato. L'avevi messa in guardia tu stesso, sciocco che non sei altro. Sei uno scherzo di natura reo confesso. Lei è più vecchia di te, anche se non di moltissimo, ed è una scienziata famosa. Tu lei hai salvato la vita e per un po' non ha saputo come fare per esprimerti la sua gratitudine. Adesso che è tornata tra i suoi sana e salva, non ha più bisogno della tua protezione. È facile per lei vederti come sei. Nulla è veramente cambiato.
Gli occhi e la gola gli bruciavano. Le cose stavano così. E così probabilmente sarebbero sempre state per lui, quindi avrebbe fatto meglio ad abituarcisi.
Dovrai adattarti a quello che sei, si disse. Dovrai diventare come Truzenzuzex e Bran Tse-Mallory: calmo, logico, analitico in tutto. In quel modo era molto più facile assorbire e trattenere nuove conoscenze, senza inutili distrazioni emotive. Tu sei quello che sente quello che gli altri sentono. E dovresti essere l'ultima persona che si lascia sopraffare dalle proprie emozioni. Finisci il pranzo e vattene, vattene da questo posto.
Bevve un lungo sorso della bevanda proteica al gusto di carota e questa gli scivolò in gola fredda e insapore. No, niente era cambiato. C'era sempre l'intero Commonwealth da esplorare e studiare. L'avrebbe studiato, come aveva progettato e un giorno, ripensando a questo incontro, non lo avrebbe considerato altro che una delle tante esperienze di vita e di apprendimento. La conoscenza in sé e per sé. La conoscenza di ciò che qualcun altro poteva provare per lui. Una lezione di gran valore. Questa abilità di allontanare razionalizzando anche le più grandi delusioni era meravigliosamente semplice, una volta che ci si applicava.
Andare da un'altra parte, trovare un altro mondo sconcertante e farlo apparire sul proiettore olografico. Un mondo scelto a caso. Non uno come New Riviera, dove si poteva diventare pigri e vulnerabili e neppure pericoloso come Alaspin. Una via di mezzo. Un posto che trasudasse normalità. Un mondo in via di sviluppo, tranquillo, soddisfatto, normale, come Colophon o Kansastan, dove nessuno sapeva niente di lui e delle sue abilità. Dove non avrebbe dovuto confessare di essere proprietario di un'astronave. Dove avrebbe potuto scomparire tra le masse del genere humanx e osservare, mentre maturava. La cosa di cui aveva più bisogno in quel momento era la calma. Voleva restare solo, tra la gente, senza essere importunato.
A parte il fatto che una cosa simile non era mai veramente possibile.
Se ne stava seduto, contento di essere riuscito a venire a patti con se stesso, quando un'ombra gli si parò dinnanzi. Tutte le sue risoluzioni e decisioni svanirono all'istante mentre si voltava con il cuore in gola, pensando che fosse Clarity che era tornata per dirgli che aveva sbagliato, e che non doveva credere ad una sola parola di quello che aveva detto.
E invece si trovò a guardare un uomo alto, che indossava la divisa della Sicurezza del porto. Portava il berretto leggermente inclinato a destra e la manica destra dell'uniforme era tagliata. Attraverso gli strappi, brillava la pellicola di pelle artificiale, segno che qualche medico aveva effettuato una frettolosa ma efficace medicazione.
— Lei è il visitatore che si fa chiamare Flinx?
Pip afferrò l'ultimo boccone e lo trangugiò intero. Lo sguardo dell'ufficiale colse il movimento del serpente volante e Flinx percepì il lampo di paura, per altro ammirevolmente breve.
— Visto che ormai sembra che tutti sappiano chi sono, non credo che abbia molto senso cercare di negarlo. — Rendendosi conto che il suo tono doveva suonare alquanto bellicoso a quell'estraneo educato, aggiunse: — Mi scusi. Io e i miei amici siamo appena usciti da un'esperienza alquanto faticosa. Incredibile come corrano le voci.
— Vero? Sono Feng Kikoisa, il capo della Sicurezza. O di quello che ne è rimasto. — Sembrava sulla cinquantina, resistente come la duralega, il tipo di professionista in grado di cavarsela in un mondo come Longtunnel.
— Abbiamo un'astronave in orbita geosincrona. Il prossimo arrivo non è previsto prima di un mese. Mi dicono che quella nave forse è sua.
Flinx fece dondolare un dito davanti a Pip e osservò il minidrago giocare. — Immagino di non poter negare nulla, oggi. Sto forse violando qualche regolamento?
— Anche se fosse, non avrebbe importanza. Nessuno è in una posizione da trovare qualcosa da ridire. Io sono contentissimo che lei sia qui.
Flinx piegò la testa di lato per osservare l'ufficiale. — È bello essere popolari. E allora perché penso che le cose non stiano proprio così? — Aveva un'idea piuttosto chiara di dove volesse andare a parare quel discorso.
— Direi che lei è molto osservatore. Sono certo che avrà notato quanto siano limitate le nostre disponibilità. Nessuno si sarebbe mai aspettato di dover far fronte ad una cosa di questo genere. Non abbiamo abbastanza provviste, non abbiamo il giusto tipo…
— Li porterò io — disse Flinx in tono stanco.
L'ufficiale venne colto alla sprovvista dalle maniere brusche di Flinx e forse anche dal fatto che non avrebbe potuto sciorinare tutto il bel discorsino che si era accuratamente preparato.
— Non sono moltissimi. — L'ufficiale parlò come se ancora non riuscisse a credere che la sua richiesta fosse stata già accolta.
— Ho detto che li porto. — Che altro poteva fare? Andarsene e creare un sacco di chiacchiere su di sé? — Non sarà una sistemazione comodissima. Non ho una nave di linea. Ci sono solo tre stanze comuni.