Выбрать главу

Pensa! Prendi tempo.

— Solo per amore di discussione, che cosa succederebbe se rifiutassi la tua proposta e rivelassi tutto alle autorità di Gorisa?

Il tono della Vandervort rimase immutato. — Preferirei che non lo facessi, mia cara. Qualunque cosa tu possa pensare di me in questo momento, mi sono affezionata a te nel periodo in cui abbiamo lavorato insieme. Penso che tu sia un ingegnere genetico brillantissimo, che possiede l'entusiasmo e il dono di ispirare i suoi collaboratori a superare i limiti delle loro capacità.

Non disse altro. Niente minacce, dirette o insinuate. Solo ammirazione e una gentile richiesta sostenuta dalla presenza di Dabis e dall'ancora silenzioso Monconqui.

— Potrei acconsentire — disse Clarity, — accettare, e poi svignarmela e raccontare tutto alla Chiesa.

Vandervort ci pensò su un attimo, annuendo. — Sì, probabilmente potresti farlo. Sei piena di risorse e non sei più ingenua come quando sei arrivata. Potresti persino trovare un prete disposto a credere alla tua storia. Ma quando qualcuno arrivasse ad investigare, avremmo già spostato attrezzature e anche il nostro giovanotto in un posto sicuro. Né tu, né la Chiesa sareste in grado di rintracciarci. E mentre io potrei scaricare i costi aggiuntivi richiesti dall'operazione, la Scarpania probabilmente non potrebbe farlo. E dal momento che non avresti il denaro per rimborsarli, temo che sarebbero costretti a cercare un altro sistema per ottenere un risarcimento.

Clarity non aveva più argomenti e questo la fece accasciare visibilmente. Rendendosi conto di aver ottenuto quello che voleva, Vandervort si sforzò di non sorridere per la soddisfazione. Questo avrebbe solo causato una reazione emotiva nella giovane donna e Vandervort ne aveva avuto abbastanza di reazioni emotive, almeno per un po'.

Flinx era abituato ai sogni strani e anche questo non faceva eccezione. Stava galleggiando sospeso sotto la superficie di un lago cristallino, con Pip e Scrap che volteggiavano accanto a lui. Ma non stavano nuotando. Nessuno dei tre stava respirando. Si limitavano a restare sospesi al di sotto di quella superficie limpida, andando alla deriva in un mondo di gelida pace.

Anche se sapeva che facendolo avrebbe rischiato di annegare, cercò di assaggiare l'acqua, solo per scoprire che non era in grado di inalarne neppure un goccia, né con la bocca né con le narici. Era un'acqua stranissima, sembrava aria. Forse stava galleggiando sotto la superficie di un mare di metano o azoto liquido.

A tratti credeva di vedere delle forme che si muovevano sopra di lui, visi muniti di ali che lo guardavano con aria dolente prima di svolazzare via. Cercò di parlare con loro, di tendere la mano, ma non poteva. Non riusciva a muoversi. E il suo Talento non funzionava, perché non era in grado di percepire le loro emozioni. Le deboli impressioni che riceveva erano imprecise e tenui. Non percepiva né ostilità né affetto, solo una blanda indifferenza.

Non era allarmato. La fame e la sete erano concetti astratti, la pace lo avvolgeva. Qualcosa, nel fondo della sua mente, insistette, molto debolmente, che c'era qualcosa che non andava, che lui avrebbe dovuto cercare di scuotersi, di muoversi, di alzarsi.

Che perdita di tempo. Era inutile cercare di analizzare la sua situazione o l'ambiente in cui si trovava. Gli bastava continuare a giacere in quel luogo, incurante del mondo intorno a lui, qualunque aspetto avesse.

Percepì le emozioni dei minidraghi e capì che erano simili alle sue. Essi stavano sognando di volare in un cielo vuoto, senza terra sotto di loro, senza alberi, senza nuvole in alto. Era un sogno che li turbava e Pip e Scrap sbatterono le ali.

Nessuno nella stanza notò i due minidraghi che si agitavano, cercando di volare. Ma la cosa non aveva comunque importanza, perché continuavano ad essere narcotizzati. Anche se la loro tolleranza al morfogas era maggiore di quella di Flinx, nessuno dei due si era ripreso quando bastava per riacquistare conoscenza. Si limitarono ad agitarsi un po' e poi rimasero immobili, sognando di volare mentre erano intrappolati a terra.

CAPITOLO SEDICESIMO

Clarity aveva acconsentito ad ogni cosa che il suo capo le aveva richiesto. Vandervort sapeva che, in ultima analisi, la ragazza era dotata di logica e di buon senso, come lei. Era possibile che coltivasse ancora l'idea di liberare Flinx, ma non aveva né l'esperienza né le conoscenze necessarie per farlo. La donna non aveva dubbi che col tempo sarebbe riuscita a manipolare come voleva entrambi i giovani.

Aveva un servizio di trasporto privato che avrebbe fatto il trasloco e poi c'erano anche Dabis e Monconqui. Il contenitore di plastacciaio, ora coperto per non rivelare il contenuto a qualche osservatore occasionale, non avrebbe presentato alcun problema.

Era un giorno non lavorativo e dovette pagare doppia tariffa per il servizio, ma il conto spese illimitato di cui godeva, le dava anche questa possibilità. I ricercatori della Scarpania erano più che ansiosi di vedere la sua preda.

Ci vollero due settimane per preparare ogni cosa. Un'installazione segreta era stata messa a punto su un'isola di un mondo isolato dall'altra parte del Commonwealth. Avrebbero viaggiato su di un'astronave mercantile della Scarpania, senza altra mercanzia che loro stessi e il loro prezioso carico addormentato. Per chiunque altro sarebbe stato un vistoso spreco di denaro, ma i nuovi membri del suo staff scientifico avevano riconosciuto l'importanza della scoperta della Vandervort e ne apprezzavano appieno il potenziale.

C'era anche Clarity, con l'aria abbattuta ma pronta a partire, anche se non si era del tutto rassegnata alla situazione. Stava certo continuando a fare piani e progetti, pensò Vandervort, ma andava bene così: questo le avrebbe dato qualcosa da pensare durante il lungo e noioso viaggio nel non spazio.

Dabis la chiamò dalla cima delle scale. — Sono arrivati, signora.

— Hai controllato i loro documenti?

— Sissignora…

— Allora lasciali passare e vediamo di muoverci.

Guardò un'ultima volta la stanza nella quale aveva passato tante ore febbrili durante il mese passato. Monconqui stava controllando il serbatoio del morfogas per essere sicuro che fosse pieno e funzionasse a dovere. Era un tipo di poche parole, a differenza di Dabis, ma entrambi sembravano fatti dello stesso stampo. Erano molto più che assassini senza cervello: con il denaro, si potevano assumere muscoli intelligenti, e non solo stupidi.

La squadra del trasloco indossava una tuta verde ed un berretto. Lei si era aspettata gente della taglia di Dabis, ma sembrava che la compagnia avesse optato per il numero invece che per la grossezza. Forse avevano avuto delle difficoltà a richiamare i soliti operai con un preavviso breve, anche se per paga doppia. Non che la taglia e la forza fossero indispensabili, ricordò a se stessa. Con le àncore a levitazione di cui erano dotati, in quattro potevano tranquillamente spostare un generatore di due tonnellate. Una delle donne, una bionda alta, dall'aspetto gelido, sembrava capace di sollevare da sola una delle estremità del contenitore, mentre i suoi tre compagni non sembravano altrettanto capaci. Uno in particolare sembrava troppo vecchio per un lavoro del genere, anche con l'aiuto dell'ancora. Ma lei non ne sapeva molto delle qualità necessarie per quel particolare tipo di lavoro, si disse.

Si accostò alla tenda e la scostò per l'ultima volta. — Cominciamo da qui.