— Questi? — Fu Bluebright a rispondere alla domanda. — Giocattoli che aiutano a scavare. Abbiamo costruito la tua nave, abbiamo fatto questi. Tutto parte del gioco, sì?
— Aspetta un attimo. Quell'altro — Clarity fece un gesto incerto. — Quello che è comparso dietro di te, Flinx. Da dove è venuto? E dove è andato?
— Nessuno sa da dove viene — disse Moam — e nessuno sa dove va Maybeso.
— Credo di cominciare a capire — disse piano la ragazza, — perché Ulru-Ujurr è sotto editto della Chiesa.
— Devi ricordare — le disse Flinx, — che gli Ujurriani sono del tutto innocenti e ingenui. Gli Aann stavano iniziando lo sfruttamento illegale del loro mondo quando sono arrivato io. A quel tempo, gli Ujurriani non avevano nessuna cognizione di civiltà o tecnologia moderna o cose collegate. Vivevano, mangiavano, si accoppiavano e scavavano le loro gallerie. Giocare il gioco, lo chiamavano. Così ho insegnato loro un nuovo gioco, il gioco della “civiltà”. Non ci hanno messo molto per imparare a costruire un'astronave. Il mio Teacher. Non riesco ad immaginare cosa possano aver imparato, a questo punto. Come fare anelli, sembra.
— Come divertirsi di più! — ruggì Fluff. — Siamo arrivati troppo tardi per aiutare Flinx-amico… ma non troppo tardi per divertirci. Dovevamo trovarti, comunque. Nuovi elementi sono entrati nel gioco. Molto sconcertanti. Tu diresti: “Coinvolge un'inesplicabile metastasi astrofisica e matematica”.
— Forse non direi proprio così — rispose cauto Flinx.
— Dobbiamo andarcene da qui — Clarity stava studiando le scale. — Potrebbero arrivare altri di quei fanatici per cercare i loro amici.
— Non ha più importanza. Qui ci sono degli Ujurriani. — Stava parlando a lei, ma il suo pensiero era rivolto a Fluff. — Che cosa vuoi dire quando parli di “nuovi elementi” nel gioco? Pensavo che le regole che avevo stabilito per voi fossero più che chiare.
— Sì, lo erano. Ma ricordi che ci hai anche insegnato che non tutti giocano secondo le regole? Ci hai spiegato cosa significa barare. Questo è una specie di barare.
Softsmooth si intromise, e la sua voce era decisamente femminile in confronto a quella dei tre maschi. — Tu sai che abbiamo sempre scavato gallerie, Flinx-amico. Abbiamo trovato alcune interessanti idee per nuove gallerie, nelle informazioni che ci hanno lasciato le menti fredde. Abbiamo cominciato una galleria in quel modo. — Sorrise, scoprendo zanne affilate e denti robustissimi. — Possiamo scavare tutti i tipi di gallerie, attraverso le rocce, la sabbia, attraverso quello che tu chiami lo spazio-tempo.
— È divertente scavare verso altri mondi — commentò Moam. — Lo stesso mondo annoia. — Stava ispezionando una delle pistole lasciate cadere dalle guardie del corpo di Vandervort. Flinx non se ne preoccupò: sapeva che Moam era interessato solo alla costruzione della pistola.
Softsmooth continuò. — Abbiamo scavato molte gallerie verso altri mondi. — Indicò il buco vuoto. Flinx fece attenzione a non avvicinarsi troppo al bordo. Se si cadeva dentro, non c'era modo di dire dove e quando ci si poteva fermare.
— Abbiamo scavato una galleria in un posto che la tua gente chiama Horseye e i nativi Tslamaina. Abbiamo trovato una cosa interessante.
— Una grande macchina — intervenne Moam, — la macchina più grande che abbiamo mai visto. — Dal suo pensiero era assente la consueta nota di frivolezza.
— Abbiamo fatto degli studi — proseguì Softsmooth. — Dopo un po', qualcosa di molto strano ci ha scoperti studiare ed è venuto per cacciarci via, ma noi ce ne siamo andati prima che arrivasse. — Sorrise di nuovo. — Possiamo muoverci in fretta quando dobbiamo, lo sai. Abbiamo scoperto altre cose più piccole tutte collegate a quella molto grande sul mondo di Horseye. I collegamenti sono come le nostre gallerie, ma molto più piccoli.
— Cos'è cavallo? — chiese Fluff all'improvviso.
— Un quadrupede terrestre, — rispose Flinx. — Non sono più molto comuni.
— Peccato. L'immagine è bella.
— Sta zitto, Fluff — lo redarguì Softsmooth… — Stavo parlando io.
— Non dirmi di stare zitto.
E cominciarono a scambiarsi delle pacche, la più leggera delle quali avrebbe ucciso sul colpo qualunque uomo robusto; poi ricominciarono a parlare come se non fosse successo nulla. Appena lo scontro era iniziato, Clarity era corsa a mettersi accanto a Flinx e lui, con riluttanza, le permise di restare. La sua mente era sgombra, ma le sue emozioni erano un turbinio.
— Prima che quella cosa stranissima arrivasse per cacciarci via, abbiamo scoperto a cosa serve quella macchina.
— È un allarme — mormorò Moam. Flinx vide che era indaffarato a smontare la pistola laser, con le enormi dita che staccavano con delicatezza i circuiti interni.
— Che genere di allarme?
— Per mettere in guardia contro qualcosa. Contro un grande pericolo. Solo che tutta la gente che avrebbe dovuto avvertire se n'è andata tanto tempo fa. — Nella mente di Flinx, l'immagine di “tanto tempo fa” che Softsmooth aveva proiettato si stendeva all'infinito. E questo era un concetto impressionante, perché gli Ujurriani non esageravano mai.
— Avete detto che dovevate comunque trovarmi. A causa di questo? — Tutti e quattro gli orsi annuirono all'unisono. — E perché siete venuti da me? Non so nulla di un mondo chiamato Horseye e meno ancora di strane macchine.
— Tu sei l'insegnante — fu la semplice risposta di Fluff. E poi aggiunse: — E anche perché tu sei in qualche modo coinvolto.
— Io? — Pip fece un piccolo saltello sulla spalla del padrone, poi si risistemò. — Come posso essere coinvolto, quando è la prima volta che ne sento parlare?
— La sensazione è là. — Persino Fluff ora stava comunicando con grande serietà. — Tu sei la chiave di qualcosa, forse della macchina o del pericolo o di qualcosa d'altro che non sappiamo ancora. Vorremmo sapere. Ci aiuterebbe nel gioco. Questo pericolo ci preoccupa.
Flinx sapeva che se era reale e preoccupava gli Ujurriani, allora chiunque altro avrebbe dovuto essere debitamente terrorizzato. — Il pericolo è imminente?
— Imminente? — gli fece eco Bluebright spalancando gli occhi.
— Colpirà presto? — chiese stancamente. Nella loro semplicità, gli Ujurriani erano in grado di comprendere i concetti meccanici e matematici più complessi, e al tempo stesso fraintendere termini molto più semplici.
— Non sappiamo. Tu devi aiutarci a capire questa cosa — disse Softsmooth. — Tu sei l'insegnante.
— Io non sono un insegnante! — replicò irato. — Io sono solo uno studente. A questo punto, uno qualsiasi di voi ha accumulato più conoscenza di quanta ne immagazzinerò mai io.
— Ma tu conosci il gioco — gli rammentò Fluff. — Il gioco della civiltà. Quello noi lo stiamo ancora imparando.
— E questo in qualche modo fa parte del gioco — disse Bluebright.
Lo stavano fissando tutti e quattro e lui scoprì di non poter guardare quei grandi occhi gialli e mentire. C'era cascato di nuovo. Proprio quando era sicuro di aver finito con i problemi di qualcun altro, ecco che se ne materializzavano dei nuovi. Se avesse insistito, se ne sarebbero andati e l'avrebbero lasciato solo. Se avesse insistito.
Lo stavano pregando in silenzio, Non gli serviva a nulla voltarsi, perché questo significava che avrebbe dovuto guardare Clarity, ed era altrettanto sconvolgente. Non poteva sfuggire a se stesso. Non in quella stanza, in quel momento, in quel luogo. Forse da nessuna parte, mai.
— Non posso fare nulla per aiutare — disse alla fine, — perché non so nulla di questa cosa. Non riuscite a capirlo?
— Capiamo l'ignoranza, Flinx-amico — disse Softsmooth senza esitare. — E possiamo rimediare.