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Mentre ripercorreva il sentiero, Flinx non pensò più al suo nuovo compagno. Alaspin non era un mondo benevolo. Era un pianeta dall'impressionante assortimento di carnivori e forme di vita velenose che non facevano certo discriminazioni, nelle loro abitudini alimentari, tra prede locali e straniere. Come aveva imparato nella sua precedente visita, non era un luogo in cui correre rischi, o dove fare del tranquillo e rilassato turismo. Così non pensò né a Pip né a Scrap mentre si concentrava su dove metteva i piedi, cercando di appoggiarli nelle impronte fangose da lui lasciate nel viaggio di andata. Foglie e viticci gli sfioravano il viso e ad ogni contatto lui trasaliva.

Per quanto vi fossero giungle più ostili di quelle di Alaspin, quella era per lui già abbastanza pericolosa. Non aveva mai provato alcun desiderio di unirsi agli Esploratori, quegli uomini, donne e thranx mezzi pazzi che erano i primi a posare i piedi su di un mondo nuovo. Neppure Pip poteva proteggerlo dai parassiti e dalle piccole sanguisughe. Strinse forte il machete. Almeno, pensò, gli antichi avevano avuto il buon senso di farli in titanio: qualunque altro materiale sarebbe stato troppo pesante per poterlo maneggiare con efficienza.

Percorse altri trenta metri e giunse nella radura dove aveva lasciato il mezzo cingolato. Era stato costretto a fermarsi lì ed a proseguire a piedi fino al lago perché per quanto il veicolo viaggiasse benissimo sull'acqua e anche nella giungla, gli alberi troppo fitti lo bloccavano.

Il cingolato aveva l'aspetto di una grossa canoa cromata montata su ruote, con il tetto di plexolega e snodabile al centro. I fianchi lucidi riflettevano gran parte dei brucianti raggi del sole, e anche se ora, lì sotto gli alberi, non era importantissimo, era invece vitale per il raffreddamento quando ci si trovava su di un lago o su di un fiume. Nella parte inferiore, una griglia corazzata proteggeva i delicati ingranaggi. Non era più largo del sedile di guida e questo faceva sì che riuscisse a passare im mezzo a quegli alberi che non riusciva ad abbattere. In realtà, si trattava di un gigantesco scambiatore mobile di calore, che, offrendo un relativo comfort, trasportava i passeggeri attraverso la superficie calda e umida di Alaspin.

Flinx lo aveva affittato a Mimmisompo, pagandolo con una carta di credito il cui limite, benché non astronomico, aveva fatto inarcare un sopracciglio al commerciante che aveva effettuato il noleggio.

Il veicolo viaggiava su due coppie di cingoli, una anteriore e una posteriore ed era in grado di ospitare tre passeggeri seduti in fila dietro il conducente. Flinx non aveva altri passeggeri oltre a Pip e in effetti non gli serviva un mezzo di trasporto tanto grande, ma era stato il più piccolo che era riuscito a trovare in breve tempo. Per cui aveva scrollato le spalle e pagato la cifra esorbitante. Sull'acqua, era molto più veloce che sulla terraferma. Certo, un velivolo sarebbe stato più veloce, ma a Mimmisompo non se ne trovavano da noleggiare. Gli scienziati e i cercatori li tenevano tutti occupati per traghettare amici e provviste. Flinx aveva denaro, ma non appoggi. E in una piccola città di frontiera, questi ultimi erano spesso il mezzo di scambio più importante. Così era stato costretto ad accontentarsi di un cingolato.

Non aveva importanza: era solo a qualche giorno di distanza dalla città e stava tornando indietro. E avendo tracciato un sentiero nel viaggio di andata, gli ci sarebbe voluto un quarto del tempo per raggiungere il fiume, evitando accuratamente i cespugli che il veicolo non era in grado di superare. Una volta giunto al fiume, avrebbe viaggiato seguendo la corrente, invece che contro. Non vedeva l'ora di passare una notte in albergo, invece che nell'angusta cabina del cingolato.

Mimmisompo si trovava al limitare di un'immensa spiaggia sabbiosa, ampia e secca nella bella stagione, paludosa in quella umida. Lo spazioporto era molto più all'interno, su una delle poche alture della regione, al riparo dalle alluvioni stagionali. Non era certo il luogo che si poteva scegliere per una rilassante vacanza, ma egli era ugualmente ansioso di tornarvi.

In cima alla scaletta costruita sul fianco del cingolato, si fermò e fece scorrere la chiave magnetica sulla serratura, che si aprì con uno scatto. Un soffio di aria fresca lo accolse quando si arrampicò all'interno e, dopo essersi seduto al posto di guida, premette un pulsante per richiudere lo sportello. Probabilmente non c'era bisogno di chiudere a chiave là, nel bel mezzo del nulla, ma lui aveva imparato molto presto che il bel mezzo del nulla era spesso un luogo frequentato da tipi poco raccomandabili e anche se le probabilità che qualcuno si imbattesse nel cingolato erano molto scarse, preferiva comunque che fossero tutte a suo favore. La vista di un costoso veicolo aperto e incustodito poteva essere troppo tentatrice anche per il più onesto dei cercatori.

Nella sua mente non aleggiava più la presenza residua dei cinque piccoli minidraghi, ma la cabina del cingolato era ancora invasa dal loro odore pungente, che sapeva di muschio, ma non era sgradevole. Presto l'aria condizionata lo avrebbe disperso. Le pareti di plexolega trasparente e il tetto a cupola erano sostenuti da strisce di metallo ricurvo. Dopo un breve esame del paesaggio circostante, cominciò ad accendere gli strumenti. Le luci gialle lasciarono in fretta il posto a quelle verdi del via libera.

Come ogni marchingegno moderno, il cingolato impiegò solo un attimo per effettuare un controllo e dichiararsi a posto. Dopo di che, Flinx aumentò la potenza del ricambio d'aria e tirò fuori un asciugamano per asciugarsi il viso. Bisognava fare molta attenzione quando si cambiava ambiente. Mentre l'unità di condizionamento aveva mantenuto il suo corpo ad una temperatura confortevole, il viso al contrario era rimasto esposto all'aria e il sudore gli colava dalla fronte e dalle guance, scendendo lungo il collo e dentro il colletto della camicia. La combinazione di sudore e aria condizionata poteva causare il raffreddore più in fretta di qualunque altra cosa conosciuta all'uomo.

Si era trattato di una scelta: avrebbe potuto indossare un casco, isolando così completamente il corpo dal clima del luogo, ma chissà perché non gli era sembrata la cosa giusta da fare per il momento dell'addio ai minidraghi. Così aveva lasciato il casco nel cingolato e aveva tollerato il calore e l'umidità durante la breve passeggiata nella giungla.

Mise da parte l'asciugamano bagnato e bevve un lungo sorso di succo di frutta fresco prima di accendere il motore. L'unità elettrica si mise in moto con un ronzio sommesso e costante. Pip scese dalla sua spalla ed andò ad arrotolarsi attorno ad un portaoggetti accanto al sedile posteriore. Se era triste o malinconica per la perdita dei suoi cinque piccoli, non lo dava a vedere.

Scrap era meno desideroso di trovarsi un posto. Nonostante gli sforzi di Flinx per scrollarselo dal braccio, il piccolo continuava a restare aggrappato. Alla fine, Flinx desistette e mise in moto il cingolato. Il piccolo non pesava molto, ma presto si sarebbe stufato e avrebbe cercato un altro posto.

Era facile seguire il sentiero che aveva aperto venendo dal fiume. Nuovi germogli nella giungla stavano già lottando per occupare la loro parte in quella striscia inondata dal sole. Fece una curva stretta, piegando il cingolato nel mezzo per girare intorno ad un tronco largo tre metri. Quando compiva quella manovra per seguire lo stretto letto di un fiume in secca, il veicolo si disponeva verticalmente.

Ora che aveva portato a termine il compito per cui era venuto su Alaspin, Flinx fu costretto a riflettere su quello che avrebbe fatto dopo. La vita aveva perso la sua semplicità. Era stata semplice una volta, quando era su Moth, e quando non aveva altra preoccupazione che mantenersi asciutto e trovare abbastanza da mangiare, e magari arraffare una cosina o due per aiutare Madre Mastino quando gli affari andavano a rilento. Gli ultimi quattro anni avevano incredibilmente complicato la sua vita. Aveva visto e sperimentato più cose di quante ne vedano e ne sperimentino la maggior parte degli uomini in una intera vita, per non parlare poi di un ragazzo.