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— Ah. — Lei annuì, sogghignando. — Un uomo della tua prudenza e della tua discrezione andrà lontano nel mondo, mio signore. — Incoccò una freccia sull’arco, prima di voltarsi un’altra volta a scrutare la strada. Era ancora vuota. Fissò inquieta le lontane montagne seghettate, verde-azzurro e argentee, ammantate di nebbia, dai rilievi ghiacciati, crivellati di cavità, un tempo altissime su di lei, ora monche e sgocciolanti lungo i bordi del lago più vicino. Il lago dove la scorsa estate lei si era levata in volo…

Un movimento accennato, poco più di un fremito, un leggero rumore innaturale, le fecero riportare lo sguardo sulla strada. La tensione irrigidì i suoi fluidi movimenti, mentre lanciava il trillante richiamo che avrebbe fatto accorrere quelli della sua banda ai posti prefissati lungo il bordo del dirupo. Finalmente! T’uupieh si sporse avidamente in avanti per cogliere la prima immagine di Klovhiri; individuò la guida, e poi la slitta che trasportava sua sorella. Contò il numero dei componenti della scorta, li vide emergere tutti nel tratto spoglio del sentiero. Ma Klovhiri… dov’era Klovhiri? Ella si voltò verso Chwiul, gli sussurrò, sferzante: — Dov’è? Dov’è Klovhiri?

L’espressoine di Chwiul era beffarda e colpevole insieme. — È stato trattenuto. È rimasto in città, ha detto che c’erano ancora faccende a corte…

— Perché non me l’hai detto?

Chwiul diede un improvviso strattone alle redini del blielclass="underline"  — Non cambia nulla! Possiamo pur sempre sradicare la sua famiglia. Ciò mi lascerà primo nella lista per l’eredità… e Klovhiri potrà sempre essere abbattuto più tardi.

— Ma è Klovhiri che voglio… per me. — T’uupieh sollevò l’arco e puntò la freccia verso il suo cuore.

— Sapranno chi incolpare, se morirò! — Egli allargò un’ala, sulla difensiva. — Il Feudatario si rivolgerà contro di te una volta per tutte, ci penserà Klovhiri. Vendicati di tua sorella, T’uupieh… ed io ti compenserò bene, se manterrai il patto!

— Questo non è il patto che abbiamo sottoscritto! — Il rumore del gruppo che si avvicinava ora le giunse chiaramente dal basso; udì la risata argentina di un bimbo. I suoi fuorilegge, acquattati, erano in attesa del suo segnale; ed ella vide Chwiul che stava per lanciare il richiamo alla guida. Lei guardò il demone dietro di sé, il suo occhio d’ambra era fisso sui viaggiatori, là in basso. Fece per avvicinarsi ad esso. Il demone avrebbe potuto ancora cambiare il destino per lei… Oppure l’aveva già fatto?

— Tornate indietro! Tornate indietro! — La voce del demone esplose sopra di lei, e rotolò giù attraverso il bosco silenzioso, come una valanga. — Imboscata… trappola! Siete stati traditi!

— … Tradimento!

Ella udì appena la voce di Chwiul in mezzo al frastuono; guardò dietro di sé, in tempo per vedere il bliell che balzava avanti, per tagliarle il cammino verso il demone. Chwiul sguainò la spada, e lei vide il suo volto sbiancato da una collera irrefrenabile, non non avrebbe saputo dire se contro il demone o lei stessa. Si precipitò allora di corsa contro la slitta e il demone, cercando nuovamente d’impugnare l’arco e le frecce; ma il bliell coprì la distanza in due soli, immensi balzi, la sua testa si girò di scatto verso di lei, le mascelle si spalancarono.

I piedi di T’uupieh scivolarono nella poltiglia viscida, ed ella cadde al suolo, mentre le fauci della bestia si chiudevano con un colpo secco nel punto dove un attimo prima c’era la testa. Una zampa, sferzando l’aria, la colpì casualmente, schiacciandola ancor di più al suolo, mandandola a sbattere, contemporaneamente, dopo aver scavato un solco nella melma, ai piedi del demone…

Il demone. Ella annaspò, nel tentativo d’inspirare l’aria che non voleva riempire i suoi polmoni, cercando d’invocare il suo nome; vide con incredibile chiarezza la bellezza della sua forma, e per contrasto l’ululante orrore del bliell che si precipitava su di loro, per distruggerli entrambi. Lo vide impennarsi sopra di lei, sopra il demone… vide Chwiul… non seppe se lui stesso avesse compiuto il balzo, o fosse stato scagliato via, schizzare attraverso l’aria… e finalmente la voce le ritornò e riuscì a gridare il nome, allarme e implorazione insieme: — Shang’ang!

E quando il bliell calò giù, un lampo guizzò fuori come una sferza dal carapace del demone e avvolse la bestia tra le fiamme. L’ululato del bliell salì stridulo fra le alte frequenze fino a risultare inaudibile; T’uu-Pieh si coprì gli orecchi per proteggersi da questo trafiggente spasimo di dolore. Ma continuò a guardare, affascinata, la bestia che, come svuotata all’improvviso d’ogni energia, interrompeva la sua carica e si abbatteva all’indietro, rotolando e rimbalzando su se stessa, fino a schiantarsi al suolo stecchita. T’uupieh si accasciò ai piedi del demone, travolta da un’ondata di gratitudine mentre avidamente si riempiva d’aria i polmoni doloranti, e volse lo sguardo verso…

Vide Chwiul, afferrato dalle correnti ascendenti oltre l’orlo del dirupo, che planava con esasperante lentezza… e le tre frecce che gli sporgevano dalla schiena; all’improvviso scivolò fuori dalle correnti e, perso il sostegno, scomparve oltre le rocce. Ella sorrise, e si portò le mani al viso.

— T’uupieh! T’uupieh!

Ella di nuovo guardò, ammiccando, rassegnata, la gente che si radunava intorno a lei. La mano di Y’lirr, protesa a sfiorarla, si ritrasse di scatto quando lei alzò il viso a fissarlo, e sorrise, a lui e a tutti gli altri; ma non era lo stesso sorriso che aveva avuto per Chwiul. — Y’lirr… — Gli porse la mano e consentì che l’aiutasse ad alzarsi. Aveva lividi su tutto il corpo e fitte di dolore la trafiggevano ad ogni movimento, ma lei valutò, con sicurezza, che l’unico vero danno subito dal suo corpo era una lacerazione stillante siero all’ala. Tenne le braccia premute sui fianchi.

— T’uupieh…

— Mia signora…

— Che cosa è successo? Il demone…

— Il demone mi ha salvato la vita. — Con un gesto imperioso intimò il silenzio. — E altresì… per qualche sua misteriosa ragione… ha sventato il complotto di Chwiul. — La constatazione di quanto era accaduto, e ciò che esso implicava soltanto adesso furono chiari nella sua mente. Si girò di scatto e per lunghi istanti fissò l’occhio inscrutabile del demone. Poi si allontanò, raggiungendo con passi rigidi l’orlo del dirupo, e guardò giù.

— Ma il patto… — insisté Y’lirr.

— Chwiul ha violato il patto! Non mi ha dato Klovhiri. — Nessuno protestò. T’uupieh aguzzò lo sguardo, cercando di penetrare la boscaglia, indovinando senza troppe difficoltà il punto dove Ahtseet e i suoi si erano gettati a terra, laggiù. Adesso la risata argentina del bambino si era trasformata in un piagnucolio lamentoso. Il corpo di Chwiul giaceva scomposto sulla piatta fangosa, in piena vista di tutti; a T’uupieh parve di vedere che il numero delle frecce conficcate sul suo cadavere fosse aumentato. L’avevano forse crivellato anche le guardie di Ahtseet, scambiandolo per un aggressore? Quest’idea le piacque. E una voce sottile, dentro di lei, le bisbigliò che il fatto che Ahtseet fosse scampata alla morte le piaceva ancora di più… Ma T’uupieh all’improvviso si aggrondò a questo pensiero.

Ahtseet l’aveva scampata, sì, e anche Klovhiri e perciò tanto valeva che lei si servisse di questo fatto incontestabile per salvare quello che poteva. Restò in silenzio ancora per un paio di minuti, raccogliendo i suoi pensieri alquanto scossi. — Ahtseet! — La sua non era la voce del demone, ma echeggiò in modo soddisfacente. — Sono T’uupieh! Vedi il corpo del traditore che giace davanti a te?… Il fratello del tuo compagno, Chwiul! Egli aveva prezzolato degli assassini per ucciderti nella palude. Agguanta la tua guida! Costringila a confessare l’intero complotto! Soltanto grazie all’avvertimento del mio demone sei ancora viva!