— Perché? — La voce di Ahtseet risuonò debole e tremula nel vento.
T’uupieh sorrise amaramente: — Perché, tu chiedi? Per sgomberare le strade dalle canaglie. Per far sì che il Feudatario ami ancora di più la sua fedele servitrice e la ricompensi ancora di più, cara sorella! E per far sì che Klovhiri mi odii. Possa egli masticarsi le budella dalla rabbia di dovere a me la vostra vita! Orsù, Ahtseet, passa liberamente attraverso le mie terre; te ne dò il permesso, questa volta.
Si tirò indietro dal ciglio del dirupo e si allontanò a passi stanchi. Non le importava affatto che Ahtseet le credesse o no. La sua gente la stava aspettando, raccolta silenziosamente intorno al cadavere del bliell.
— E adesso? — chiese Y’lirr, guardando il demone, ponendo la domanda a nome di tutti loro.
Ella rispose, ma rivolgendosi direttamente al silenzioso occhio d’ambra del demone: — Sembra che dopotutto io abbia detto la verità a Chwiul, mio demone… Gli dissi, infatti, che non avrebbe più avuto bisogno della sua casa di città dopo quest’oggi… Forse il Feudatario lo giudicherà un giusto scambio. Forse si potrà trovare una sistemazione che accontenti tutti… perché la Ruota della Vita ci trasporta tutti, ma non con uguale comodità. Non è forse cosi, mio bellissimo Shang’ang?
Ella accarezzò teneramente il carapace della sonda, riscaldato dalla luce del giorno, e si sedette, comoda, sul terreno che si stava ammorbidendo, in attesa della sua risposta.