Uno sguardo bastò al maggiore Grey per capire che non sarebbe stato possibile interrogare Mary per diversi giorni, sempre a patto che le cure avessero funzionato con lei. Lasciò ai due ufficiali l’incarico di portarla in ospedale e andò a casa dei Manz.
Usò il bracciale per aprire d’autorità, e appena fu entrato vide che in piedi nella stanza di soggiorno c’era una donna avvolta in un lenzuolo. Sapeva che si trattava di Helen Walden. Era strano quanto il trucco morbido e sensuale di Clara Manz sembrasse inadatto, perfino agli occhi di un estraneo, sul volto rigido e composto della sua iperego. Capì che Helen doveva darsi molto più colore sulle guance, e che nel farsi la bocca le dava un taglio severo. Senza dubbio la sua espressione tesa era dovuta a quell’incongruo make-up tanto quanto all’improvviso indumento.
La giovane donna si strinse il lenzuolo addosso e dichiarò, freddamente: — Non intendo mettermi i vestiti di quella donna.
Il maggiore Grey si presentò, poi chiese: — Dov’è Bill Walden?
— Ha fatto l’ego-rotazione! E mi ha lasciato con… oh, che vergogna!
Il maggiore Grey condivideva il suo smarrimento. Non era possibile sfuggire al condizionamento ricevuto nell’infanzia: i rapporti sessuali fra un iperego e un ipoego non erano semplicemente fuorilegge, erano ripugnanti. Se fossero stati permessi, avrebbero potuto distruggere i meccanismi sociali. E quegli idealisti (tutto ipoego, naturalmente) che volevano eliminare i due termini distintivi lo ignoravano. La prossima cosa che avrebbero chiesto sarebbe stata quella di far vivere i bambini con i loro veri genitori!
Il maggiore Grey entrò nella camera da letto. La porta del bagno era aperta, e al di là di essa vide Conrad Manz che si stava rifacendo il trucco.
Conrad si volse a guardarlo con ostilità. — Le spiace starsene fuori di qui finché non avrò finito? Ho già sopportato più di quel che un uomo possa sopportare.
Il maggiore Grey chiuse la porta e tornò da Helen Walden. Estrasse una pastiglia di Talamblok dal suo medibox e gliela porse. — Probabilmente lei è a un livello di droga molto basso; meglio che prenda questa. — Le riempì un bicchiere di vino. Poi, mentre aspettavano che Conrad fosse pronto, chiamò per visifono la più vicina stazione pubblica per l’ego-rotazione e ordinò un abito d’emergenza per la donna.
Più tardi, quando i due furono finalmente vestiti, truccati com’erano abituati e drogati secondo le loro necessità, li invitò a sedersi sul divano di fronte a lui. Si sistemarono alla massima distanza fra loro, ciascuno rigido e risentito per la presenza dell’altro.
Con calma il maggiore Grey disse: — Questa faccenda, come avrete certo compreso, finirà davanti a un tribunale della Sorveglianza Medica. È una cosa seria.
Osservò i loro volti. Su quello di lei lesse una cupa determinazione. Negli occhi di Conrad balenò una luce allarmata: l’uomo amava sua moglie. Questo sarebbe stato d’aiuto. — In un caso come questo la Sorveglianza Medica deve dare un peso alle vostre decisioni, oltreché alle prove tecniche da noi messe insieme. Sfortunatamente il numero di persone direttamente coinvolte nelle conseguenze di questo caso è ristretto a voi due, a causa del vostro peculiare matrimonio. Se gli ipoego, Clara e Conrad, fossero stati sposati con altri coniugi, potremmo convocare almeno sei persone coinvolte e quindi ottenere una sentenza più ponderata. Stando così le cose, l’intera responsabilità ricade su voi due.
Helen Walden esibì una fredda sicurezza. — Non vedo come potremmo evitare di dare giudizi perfettamente logici. Dopotutto non siamo noi quelli che hanno fatto a meno di prendere le droghe… sono stati loro a rifiutarle, non è così? — disse, decisa ad andare fino alle estreme conseguenze e sicura di aver ragione.
— Sì, è un caso di rifiuto di droghe. — Il maggiore Grey fece una pausa mentre lei soppesava quella frase. — Ma devo correggerla in un particolare. Il fatto che lei abbia assunto la giusta quantità di droghe non basta a garantire che lei agisca logicamente in questa situazione. La mente drogata è tuttavia logica per definizione. E resta fermo il nostro obbligo di proteggere sia le droghe sia le menti drogate. — Guardò negli occhi Conrad e aggiunse: — Di conseguenza è possibile per voi arrivare alla logica conclusione che… la soluzione necessaria è la morte. — Tacque, fissando le loro labbra serrate. Poi disse: — Al giorno d’oggi sono però possibili altre soluzioni con risultati accettabili.
— Ma loro rifiutavano di prendere le droghe! — esclamò Helen. — Lei parla come se volesse difenderli. Se è della Sorveglianza Medica dovrebbe perseguire i criminali.
— Io non perseguo la gente in quel senso, signora Walden. Ciò che perseguo sono gli atti commessi, ovvero il rifiuto delle droghe e il comportamento antisociale. C’è una certa differenza.
— Ma bene! — sbottò lei. — Ho sempre saputo che presto o tardi Bill si sarebbe messo nei guai con le sue selvagge idee asociali. Ma non avrei mai immaginato che la Sorveglianza Medica avrebbe preso le sue idee!
Il maggiore Grey trattenne il respiro, ormai quasi certo che la donna sarebbe caduta nella sua trappola. E in tal caso, forse lui avrebbe potuto salvare Clara Manz prima del processo.
— Dopo tutto hanno commesso un crimine contro la società. Hanno rifiutato le droghe sfidando ciò su cui si fonda la nostra vita, e…
— Stia zitta! — Conrad aprì bocca per la prima volta da quando s’era seduto. — La Sorveglianza Medica ha impiegato settimane a mettere insieme le prove ed a preparare le sue proposte. Lei non ha visto niente di questo ma ha già pronta la sua opinione. È logico questo? Sembra che lei voglia veder morto suo marito. Forse quel povero diavolo aveva le sue ragioni, dopo tutto, se ha fatto quello che ha fatto. — Sul volto di lui c’era quanto di più vicino all’odio le droghe gli consentivano di provare.
Il maggiore Grey lasciò uscire lentamente il fiato. I due erano in chiaro disaccordo. Probabilmente avrebbe potuto sfruttare questo fatto per lavorare su Conrad e far sospendere la sentenza, in modo che fossero messe in atto le raccomandazioni della Sorveglianza Medica.
Li lasciò cuocere nel loro ostile silenzio reciproco per un poco, quindi pensò di metterli di fronte ai fatti: — Devo ricordarvi che ci sono ben pochi vantaggi nel trovarsi con un alter-ego estinto dal cancellatore mnemonico. Un uomo il cui iperego è stato cancellato ha l’obbligo di trascorrere i suoi cinque giorni fuori-turno in ospedale, sotto animazione sospesa. Questo è dannoso alla salute del corpo ma necessario. Altrimenti il naturale disgusto di un individuo per il suo alter-ego e il comprensibile desiderio di possedere il corpo a tempo pieno darebbero origine agli stessi schemi mentali che hanno portato l’altro alla cancellazione. Questo accadeva spesso nel XXI Secolo, prima che venissero stabiliti i cinque giorni di sospensione obbligatoria. Lo si usava pure come «cura» per la schizofrenia anche se era solo, naturalmente, il brutale omicidio di una personalità innocente.
Il maggiore Grey sorrise acremente a se stesso. — Ora devo chiedere ad entrambi di accompagnarmi all’ospedale. Desidero che lei, signora Walden, faccia subito l’ego-rotazione con la signora Manz. Lei, signor Manz, dovrà restare sotto stretta osservazione medica finché Bill Walden farà l’ego-rotazione. Poi penseremo noi, con un’iniezione, a tenerlo all’interno del suo corpo per il tempo necessario.
Il giovane ufficiale della Sorveglianza Medica mise da parte la siringa e poggiò una mano sulla fronte di Bill Walden. Gli scostò i capelli dagli occhi.