Non ebbe bisogno di dire nient’altro. I due ufficiali della Sorveglianza medica erano adesso ben consci del loro primo dovere. Il colonnello Hart, benché avesse sbuffato alle parole di una donna, si limitò a fare cenno a Grey di continuare. Ma il destino di Bill Walden era segnato.
Il maggiore sedette, stanco e a disagio, e in lui tornarono ad agitarsi i dubbi. Ma alla fine sapeva che gli sarebbe rimasto solo il più grande: avrebbe saputo giungere alle sue conclusioni sociali se non fosse stato drogato? E quale sarebbe stata la logica in un processo senza droghe?
Fu conscio dell’immobilità che c’era in sala. Tutti aspettavano lui, ora che la decisione era irrevocabile. Senza le droghe, si chiese, avrebbe potuto sentirsi… qual era l’antico termine, in colpa? No, questo era ciò che provava un criminale. Rimorso? Sì, ecco cos’avrebbero dovuto sentire. Il maggiore Grey desiderò poter costringere Helen ad assistere alla cancellazione: la gente non si rendeva conto di ciò che era.
Cosa gli aveva detto Bill? Senza droghe si riesce a vedere la stupidità di questi nostri tabù sociali. Questo stupido nascondersi all’altra metà di noi stessi…
Be’, non era forse quella un’accusa da esaminare seriamente se la si prendeva abbastanza seriamente da uccidere l’uomo che l’aveva pronunciata? Appena quel caso fosse terminato lui avrebbe dovuto tornare nella sua città e cancellare provvisoriamente se stesso affinché il suo iperego, Ralph Singer, un pittore imbrattatele e un inutile sciocco, potesse sprecare i cinque giorni che gli spettavano. Era a quell’individuo che lui regalava la metà dei suoi giorni di vita. A cosa serviva un tipo come Singer?
Il maggiore Grey si rialzò e ordinò a una delle guardie di fare a Conrad Manz un’iniezione per costringere Bill Walden all’ego-rotazione.
— Appena avrò informato il malato della nostra decisione, tutti voi potrete abbandonare l’aula; l’apparecchiatura è già pronta per eseguire subito la cancellazione. Dopo la cancellazione, signor Manz, lei dovrà ritenersi obbligato a venire in ospedale per il turno alternato di animazione sospesa.
Per un motivo che forse sfuggiva anche a lui, la prima cosa che Bill fece appena tornò consapevole di ciò che lo circondava fu di guardare fuori dalle finestre in cerca dello stormo di piccioni. Ma i volatili se n’erano andati.
Bill si volse al maggiore Grey: — Cos’avete deciso di fare?
L’ufficiale si passò una mano fra i capelli grigi, ma lo sguardo con cui lo fronteggiò fu fermo. — Lei sarà cancellato.
Bill scosse la testa. — C’è qualcosa di sbagliato in questo — disse.
— Signor Walden… — sospirò il maggiore.
— C’è qualcosa di sbagliato — ripeté Bill, sconsolato. — Perché bisogna essere divisi in due, se poi c’è qualcosa che manca in ciascuna delle due metà? Perché dobbiamo istupidirci con le droghe che ci impediscono di conoscere sentimenti veri? Io stavo cercando di vivere una vita migliore: non volevo nuocere a nessuno.
— Ma lei ha nuociuto agli altri — disse Grey, accigliato. — E nuocerebbe ancora se le permettessimo di vivere come le pare in questa società. E per lei sarebbe insopportabile la reclusione a vita in ospedale. Dobbiamo impedirle definitivamente di trovare un’altra Clara Manz. E non c’è nessuno che sentirà la sua mancanza, non è così?
Gli occhi di Bill fissarono un punto vuoto della parete, come se ci vedesse qualcosa d’inafferrabile, e si empirono di lacrime. — Nessuno? — ripeté ottusamente. — Nessuno?
Le due guardie che lo presero per le braccia dovettero praticamente sostenerlo per tutto il percorso fino alla sala operatoria. Si sentiva svuotato d’energia e disperato. Non fece alcuna resistenza quando lo stesero sul tavolo operatorio e lo legarono con le cinghie.
A un lato aveva la grande consolle del cancellatore mnemonico, con i suoi mille freddi occhi elettronici. In alto c’era un anfiteatro dove un insegnante stava illustrando il caso a una scolaresca, ma non poté più vederli dopo che gli fu messo in testa il voluminoso casco operatorio collegato al computer. Scaglionati intorno alla sala c’erano altri studenti, in camice, che lo fissavano con l’interesse di chi non intende permettere che un dramma umano interferisca con la sua educazione tecnica.
La voce dell’insegnante, tuttavia, giungeva anche a costoro: — Il cancellatore mnemonico può isolare selettivamente ogni singolo ricordo presente nell’encefalo, e quindi agire sulle miriadi di sinapsi che attivandosi ne ricostruirebbero lo schema. La circolazione della memoria ne viene quindi disorganizzata. L’apparecchiatura localizza e colpisce le cariche elettriche presenti nei neuroni. Come sapete, la memoria è in parte presente sotto forma chimica e in parte sotto forma di elettro frequenze-eco nel citoplasma dei neuroni. Le sinapsi sono in contatto nel complesso del sistema mnemonico solo durante il fenomeno del ricordare. E il ricordo prende forma allorché le sinapsi duplicano le elettrofrequenze-eco trasformandole in frequenze circolanti.
«Lo scopo, in un’operazione completa come l’attuale, è di distinguere con cura le elettrofrequenze-eco appartenenti alla personalità deviante da quelle della personalità sana, affinché solo le seconde restino intatte.
Il volto del maggiore Grey, piuttosto pallido ma faticosamente contratto in un sorriso rassicurante, entrò nel campo visivo di Bill. — Ci saranno alcuni momenti di panico artificialmente indotto con una droga, Bill. Questo è necessario per la riuscita dell’operazione: spero che il saperlo in anticipo ti aiuterà a sopportarlo: sarà una cosa breve. — Gli strinse un attimo una spalla, poi scomparve di lato.
— La tecnica di base risale ormai a molti secoli or sono, quando operazioni complete di questo genere erano assai più frequentemente necessarie — continuò l’insegnante. — Estinguere una personalità lasciando l’altra intatta è in realtà abbastanza semplice. Nel caso che abbiamo davanti, l’altra personalità è paralizzata da una droga per impedire a questa di compiere l’ego-rotazione. Al momento culminante la personalità del malato verrà stimolata con una droga per farla balzare al vertice massimo della sua attività psichica. Ciò coinvolgerà i neuroni ad attivare le sinapsi simultaneamente in fase di ricezione. Sarà quindi facile per il calcolatore localizzare tutte le elettrofrequenze-eco della personalità attualmente in possesso del corpo e risucchiarne la carica elettrica.
D’un tratto Bill si accorse che un ago gli era stato infilato in un braccio. Subito dopo fu come se tutto il terrore, il panico, i traumi psichici e le paure di un’intera vita gli affluissero alla mente. C’erano anche tutte le esperienze e le sensazioni piacevoli da lui vissute, ma ciascuna di esse era gravida di orrore allo stato puro.
Un cicalino stava suonando con trilli regolari. Sulla consolle del cancellatore mnemonico le luci colorate degli indicatori erano in continuo movimento.
In lui scattò di colpo, al di là del terrore, un desiderio di vivere così spasimante che avrebbe voluto urlare.
Ma fu come dall’interno di un’isola di calma assoluta che parte di lui vide le facce, adesso pallide e scosse, degli studenti allineati in sala operatoria. E un’altra parte del suo corpo sembrava dilatarsi, gonfiarsi, fino a salire al livello dell’anfiteatro e disperdersi in cellule che gridavano con miriadi di voci. Stranamente collegate ad esse le luci del cancellatore mnemonico palpitavano ritmicamente, rapide e sempre più intense.
D’un tratto le lancette degli indicatori giunsero a fondo scala, e file di luci rosse lampeggiarono allarmate. Qualcuno disse, con calma: — Adesso! — La mente di Bill Walden s’incanalò lungo un cavo come energia elettrica, i convertitori la trasformarono in semplice energia meccanica e tutte le lancette dell’apparato ricaddero sullo zero.