Conrad diede un’occhiata a Clara prima d’uscire e la trovò profondamente addormentata, nella totale sospensione di coscienza prodotta dalla razione di droga prescrittale. Al ricordo del suo spiacevole comportamento ebbe ancora una smorfia, tuttavia ora che l’episodio era chiuso non volle preoccuparsene più. Era tipico di lui togliersi dalla mente ogni guaio, una volta rimesse le cose sul binario giusto: ora non avrebbe più pensato a lei fino a sera.
Fin dal 1950 il pioniere dell’ingegneria delle comunicazioni Norbert Wiener aveva dimostrato che c’era una stretta relazione fra la dissociazione delle personalità e il disordine in un sistema di comunicazioni. Wiener s’era riferito specificamente alla prima chiara descrizione, fatta da Morton Prince, delle personalità multiple che convivevano in uno stesso corpo. Prince aveva studiato solo casi individuali, e le sue osservazioni non erano del tutto accettabili ai tempi di Wiener. Comunque, nella società schizofrenica del XXIX Secolo uno dei maggiori problemi consisteva nell’equilibrare le attività della popolazione inserita, oppure disinserita, nei sistemi di comunicazione.
Per quel che riguardava Conrad e gli altri esperti del traffico presenti alla riunione, Santa Fé era un’area d’ingresso e di uscita per 100.000 corpi umani, i quali consumavano più di quel che producevano ogni singolo giorno dell’anno. Qualunque cosa stabilissero i rappresentnati della Sorveglianza Medica e dell’Ufficio delle Comunicazioni, non avrebbero dovuto esserci grossi mutamenti nel tipo di generi alimentari o altri prodotti di consumo in ingresso a Santa Fé, e Conrad avrebbe potuto farsi un’idea dell’intero nuovo piano del traffico in dieci minuti dopo che il problema fosse stato messo in tavola. Ma, come al solito, lui e gli altri esperti del traffico dovettero starsene seduti per due ore mentre le rotelline della Sorveglianza Medica e dell’Ufficio delle Comunicazioni giravano sui loro problemi circa l’equilibrio della popolazione.
Per loro, Conrad doveva pur ammetterlo, Santa Fé non rappresentava soltanto 100.000 corpi umani in attività: le personalità umane erano 200.000, due per ogni corpo. Talvolta Conrad si chiedeva come se la sarebbero cavata se i casi di tre o quattro personalità multiple, così frequenti nel XX e nel XXI Secolo, fossero stati permessi. Le 200.000 personalità che si alternavano a Santa Fé erano già un problema abbastanza complesso.
Come tutte le città, Santa Fé operava su cinque turni di ego-rotazione: A, B, C, D, ed E.
Per Conrad questo significava dunque che a Santa Fé quello era il giorno di riposo suo e di altri 20.000 ipoego del turno D. Quella sera, verso le 18, costoro si sarebbero recati in un gabinetto per la ego-rotazione e sarebbero stati rimpiazzati dai loro iperego, i quali avevano gusti diversi in fatto di cibarie e di divertimenti, e usavano diverse quantità di droga.
L’indomani sarebbe stato il giorno di riposo per gli ipoego del turno E, i quali a sera avrebbero anch’essi lasciato il corpo ai loro iperego.
Il giorno successivo sarebbe stato quello di riposo per gli ipoego del turno A, e tre giorni più tardi tutti gli iperego del turno D, incluso Bill Walden, si sarebbero riposati fino a sera, quando nuovamente Conrad e ogni altro ipoego cittadino del turno D avrebbero ripreso possesso dei loro corpi per cinque giorni consecutivi.
In quel momento il guaio in una città isolata come Santa Fé, la cui popolazione lavorava solo per il suo mantenimento, stava nel fatto che troppa gente anziana del turno D e del turno E stava morendo. Il problema fu illustrato da un ambizioso e attivo giovanotto delle Comunicazioni.
Conrad mugolò rassegnato quando, proprio come avrebbe giurato, un ufficiale della Sorveglianza Medica s’affrettò a dimostrare, carte alla mano, che la Sorveglianza aveva già previsto quell’aumento di decessi, raccomandando da tempo che le Comunicazioni provvedessero a spostare in quell’area nuovi cittadini appartenenti ai turni D ed E.
Presto fu evidente che qualcuno delle Comunicazioni aveva fatto uno sbaglio, sopravvalutando il numero di persone del turno A e del turno B che dovevano essere trasferite a Santa Fé. Di conseguenza in uno dei giorni di riposo non c’era abbastanza gente al lavoro per mandare avanti ogni attività, mentre in quelli successivi c’era un sovrappiù di lavoratori che erano costretti a starsene con le mani in mano e incrementavano il traffico cittadino.
Non ci furono scambi di accuse né diatribe accese, né discorsi emotivi. La riunione fu soltanto fatta di esposizioni pacate, perfettamente logiche e noiosissime. Conrad sopportò doverosamente quelle due ore di chiacchiere, ogni tanto pensando al volojet che ormai per quel giorno se ne andava in fumo. Quando finalmente il problema di come riequilibrare il numero di cittadini attivi nei vari turni di ego-rotazione fu riassunto in cifre, a lui e agli altri direttori del traffico bastarono pochi minuti per applicare quei dati al nuovo schema di funzionamento delle strade e dei mezzi pubblici.
Abbastanza disgustato, al termine della riunione Conrad uscì e andò a pranzo al Tennis Club.
Mancavano ancora due ore al termine del suo giorno di riposo quando Conrad s’accorse che Bill Walden stava cercando di nuovo di costringerlo a lasciargli il corpo in anticipo. In quel momento Conrad era nel bel mezzo di una partita di tennis, e inoltre non gli piaceva l’idea di regalare all’altro due ore del turno che apparteneva a lui. In genere la gente eseguiva la ego-rotazione giusto all’ora stabilita, ogni cinque giorni, ed era inteso che un iperego non dovesse usare il suo potere per forzare in anticipo il cambiamento di turno. Già da tempo qualcuno parlava di eliminare i termini «iperego» e «ipoego», definendoli discriminanti, poiché la loro esistenza era giustificata solo dal fatto, antisociale, che gli iperego avevano il potere di effettuare di forza la ego-rotazione in anticipo.
Erano già parecchi turni che Bill Walden imbrogliava, rubando da due a quattro ore di proprietà del suo ipoego. Conrad avrebbe potuto fare rapporto alla Sorveglianza Medica, senonché anche lui era colpevole di un misfatto per il quale Bill Walden non s’era ancora lamentato ufficialmente. A differenza del sedentario Walden, Conrad Manz era un patito dell’attività fisica. Indulgeva più del normale in sport abbastanza violenti e dormiva poco, lasciando che a pagare i suoi sforzi fisici fosse poi Bill Walden durante il suo turno. Questo, pensò Conrad, era senza dubbio il motivo per cui il povero bastardo aveva cominciato a rubare qualche oretta dal suo giorno di riposo.
Conrad sogghignò fra sé al ricordo della volta in cui Bill Walden aveva registrato una lunga lista di sport da cui desiderava che lui si astenesse: le gare di volojet, l’esplorazione subacquea, i razzo-sci e altri. Questo non aveva fatto che dare a Conrad alcune idee nuove. E la Sorveglianza Medica aveva rifiutato di avallare quella lista, sulla base del fatto che gli sport violenti erano necessari all’equilibrio psicofisico di Conrad. Il povero vecchio Bill aveva allora scritto a Conrad una nota, con cui minacciava di citarlo in giudizio se avesse riportato danni fisici a causa di quegli sport. Come se pensasse d’avere qualche possibilità contro un regolamento della Sorveglianza Medica!
Conrad sapeva che sarebbe stato inutile cercar di finire la partita di tennis. Quando Bill cominciava a forzarlo perché abbandonasse il corpo, non riusciva a concentrarsi su quel che stava facendo e perdeva interesse nella cosa. Con un forte colpo di rovescio spedì la palla nel campo del suo avversario, in una curva impossibile da intercettarsi.