Pochi minuti dopo partimmo tutti, in carrozza. Ian non era molto contento di me; non ero stata la creatura dolce, tenera e arrendevole che gli uomini prediligono. Ma si fece passare l’irritazione e mi baciò con molta dolcezza quando ci depositarono all’incrocio fra Perimeter e McPhillips, di fronte alla stazione della sotterranea. Georges e io ci infilammo nella capsula delle ventitré, poi facemmo il giro fino all’altro lato del continente in piedi.
Però arrivammo a Vancouver per le ventidue (ora del Pacifico; mezzanotte a Winnipeg), prendemmo i moduli di richiesta per le carte turistiche salendo sullo shuttle per Bellingham, li compilammo in viaggio, li offrimmo in pasto al computer della stazione d’arrivo pochi minuti dopo, scesi dallo shuttle. L’operatore umano non alzò nemmeno gli occhi quando la macchina sputò fuori le nostre carte. Mormorò solo. — Spero che vi divertiate — e tornò a leggere.
A Bellingham, la stazione shuttle sbuca nell’atrio inferiore del Bellingham Hilton. Davanti a noi, nell’aria, fluttuava un’insegna luminosa.
Georges disse: — Signora Tormey, amore mio, mi sovviene che abbiamo scordato di cenare.
— Signor Tormey, hai perfettamente ragione. Facciamo fuori un orso.
— La cucina della Confederazione non è né esotica né sofisticata. Però ha un suo piglio robusto e può essere piuttosto soddisfacente, soprattutto quando si ha una fame del diavolo. Ho già mangiato in questo posto. A dispetto del nome, ci si trovano un’infinità di piatti. Ma se vuoi accettare il menù della colazione e permettere a me di ordinare, credo di poterti garantire che il tuo appetito sarà soddisfatto in modo gradevole.
— Georges, cioè Ian, ho mangiato la tua zuppa. Puoi ordinare per me quando vuoi!
Era davvero un bar; niente tavoli. Però gli sgabelli avevano lo schienale ed erano imbottiti e arrivavano al banco senza massacrare le ginocchia. Comodissimo. Quando ci sedemmo ci misero di fronte due aperitivi al succo di mela. Georges ordinò, poi sgattaiolò via; andò al banco della reception in cerca di una stanza. Tornò e disse: — Adesso puoi chiamarmi Georges, e tu sei la signora Perreault. Ho dato questi nomi al computer. — Alzò l’aperitivo: — Santé, ma chère femme.
Io presi il mio. — Merci. Et à la tienne, mon cher mari. - Il succo di mela era gelido, e dolce come il sentimento che provavo. Non avevo nessuna intenzione di farmi un altro marito, però Georges sarebbe stato perfetto, sia per finzione, come in quel momento, sia nella realtà. Comunque, mi era stato semplicemente prestato da Janet.
Arrivò la nostra "colazione".
Succo di mela Yakima ghiacciato.
Fragole dell’Imperial Valley con crema Sequim.
Due uova, a tuorlo in su e sapientemente arrostite, deposte su bistecche così tenere che si potevano tagliare con la forchetta (Uova a dorso di cavallo).
Grandi biscotti caldi a base di burro Sequim, salvia e miele.
Caffè Kona in tazzone giganti.
Caffè, succo di frutta e biscotti riapparvero in continuazione; ci offrirono una seconda porzione di uova e bistecche, ma dovemmo rifiutare.
Il livello di frastuono e la sistemazione a sedere non incoraggiavano la conversazione. In fondo al bar c’era uno schermo per i piccoli annunci. Ogni annuncio restava visibile solo il tempo sufficiente per leggerlo; ma come sempre, a ogni annuncio era abbinato un numero che il cliente poteva battere sulla tastiera del terminale al banco per rileggersi con comodo quello che gli interessava. Mi scoprii a leggere distrattamente mentre mangiavo.
La nave libera Jack Pot recluta membri di equipaggio al Centrolavoro di Vegas. Premio per i veterani di guerra.
Una nave pirata poteva fare un annuncio tanto sfacciato? Anche nello Stato Libero di Vegas? Difficile crederlo; ma era ancor più difficile interpretarlo in altro modo.
Fumate il Pane di Gesù!
spinelli dell’angelo
Garantiti non cancerogeni
Il cancro non mi preoccupa, ma spinelli e nicotina non fanno per me; la bocca di una donna deve essere dolce.
DIO ti aspetta all’appartamento 1208,
Lewis and Clark Towers.
Non fare che sia Lui a venirti a prendere.
Non ti piacerebbe.
A me non piaceva già.
ANNOIATI?
Stiamo per lasciare un gruppo di pionieri
su un pianetavergine di tipo T-13.
Garantita proporzione di sessi
50-40-10 ± 2%. Età biologica media 32 ± 1.
Non sono richiesti test attitudinali.
Niente capitale. — Niente contributi. — Niente soccorsi.
System Expansion Corporation
Divisione di Demografia ed Ecologia.
Luna City, Posta Centrale, Cassetta postale DEMO.
Telefono 800-2300
Richiamai quell’annuncio e lo rilessi. Come sarebbe stato domare un mondo nuovo a fianco di tanti compagni, di persone che non avrebbero saputo nulla della mia origine? O che non ci avrebbe badato? Le mie doti super potevano fare di me, anziché un mostro, una persona rispettata; purché non le sfoggiassi per esibizionismo.
— Georges, guarda qui, per favore.
Lui guardò. — Sì?
— Potrebbe essere divertente, no?
— No! Marjorie, nel gruppo T tutti i pianeti superiori all’otto richiedono forti disponibilità di capitale, attrezzature eccellenti e coloni addestrati. Un tredici è una via esotica per il suicidio, tutto qui.
— Oh.
— Leggi questo — propose lui.
W.K. — Prepara il testamento. Hai solo una settimana di vita.
Acb
Lo lessi. — Georges, è davvero una minaccia di morte per quel W.K.? In un annuncio pubblico? Con tutti che potrebbero rintracciarne la fonte?
— Non so. Forse non sarebbe facile rintracciarla. Mi chiedo cosa leggeremo domani. Ci sarà scritto sei giorni? E poi cinque giorni? W.K. sta aspettando che gli cada la mannaia sul collo? Oppure è una promozione pubblicitaria?
— Non lo so. — Riflettei sulla frase in rapporto alla nostra situazione. — Georges, è possibile che tutte queste minacce di cui continuiamo a sentir parlare siano una specie di truffa terribilmente complessa?
— Stai suggerendo che non è stato ucciso nessuno e che tutte le notizie erano false?
— Guarda, non so cosa sto suggerendo.
— Marjorie, una truffa c’è, sì. Nel senso che tre gruppi diversi si attribuiscono la responsabilità, e quindi due gruppi stanno cercando di truffare il mondo. Personalmente non credo che le notizie degli omicidi siano false. Come per le bolle di sapone, anche per le truffe esistono limiti di dimensioni, sia nel numero di persone coinvolte che nella durata. Questa faccenda è troppo grossa, e ci sono di mezzo troppa gente e troppi posti, per essere una truffa. Se no a quest’ora sarebbero già arrivate valanghe di smentite. Altro caffè?
— No, grazie.
— Qualcos’altro?
— Niente. Un altro biscotto al miele e scoppio.
Da fuori era semplicemente la porta di una stanza d’hoteclass="underline" 2100. Appena dentro, dissi: — Georges! Perché?
— Una sposa deve avere un appartamento nuziale.
— È bellissimo. È fantastico. È delizioso. E tu non dovevi buttare via i soldi. Hai già trasformato un viaggio noioso in un picnic. Ma se ti aspetti che stanotte io mi comporti da sposina non dovevi farmi mangiare le uova a dorso di cavallo e un quintale di biscotti caldi. Adesso sono gonfia come una rana, amore. Ho perso il mio fascino.