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Avevo ragione.

Non voglio rubare Georges a Janet… Però aspetto con ansia, nuovi, allegri incontri, e se mai un giorno lui dovesse decidere di annullare la mia sterilità, partorire come una gatta potrebbe starmi bene, se si tratterà di fare un figlio per Georges. Non capisco perché Janet non si sia ancora decisa.

La terza o la quarta volta venni risvegliata da un profumo delizioso. Georges stava scaricando piatti dal carrello portavivande. — Hai ventuno secondi per entrare e uscire dal bagno — disse. — La pappa è pronta. Hai avuto una colazione regolare nel cuore della notte, per cui adesso avrai un pranzo del tutto irregolare.

Immagino sia irregolare mangiare granchi freschi a colazione, ma è un’irregolarità che mi piace. Vennero preceduti da fette di banane e fiocchi di granturco alla panna, cose che mi sembrano perfettamente adatte a una colazione, e accompagnati da fette di pane biscottato e insalata mista. Io chiusi con caffè di cicoria corretto con un bicchierino di brandy di champagne. Georges è un adorabile libertino e un ghiottone patentato e uno chef di prim’ordine e un dolce medico dell’anima; riesce a far credere a una persona artificiale di essere umana, o per lo meno le dà l’impressione che le sue origini non contino.

Domanda: come mai tutti e tre i membri della famiglia sono così magri? Ho la certezza che non si dedichino né a diete né a ginnastiche masochiste. Una volta un medico mi ha detto che chiunque può fare a letto tutta la ginnastica che gli serve. Sarà per questo?

Quelle più sopra sono le buone notizie. In quanto alle cattive…

Il Corridoio Internazionale era chiuso. Era possibile raggiungere Deseret cambiando a Portland, ma nulla garantiva che la sotterranea Slc-Omaha-Gary funzionasse. L’unica rotta internazionale lungo cui le capsule continuavano a viaggiare regolarmente era la San Diego-Dallas-Vicksburg-Atlanta. San Diego non era un problema, visto che la sotterranea per San José era in funzione da Bellingham a La Jolla. Però Vicksburg non è l’Impero di Chicago; è solo un porto fluviale da cui, avendo soldi e tenacia, si può raggiungere l’Impero.

Cercai di chiamare Boss. Dopo quaranta minuti, provavo per le voci sintetiche quello che gli umani provano per i miei simili. Chi ha avuto l’idea di programmare la "cortesia" nei computer? Sentire una macchina che ti dice: "Grazie per la vostra comprensione" può farti piacere per la prima volta, ma alla terza ti torna in mente che è solo una voce sintetica, e quaranta minuti di questa zuppa senza mai udire una voce vera possono mettere a dura prova la pazienza di un guru.

Non costrinsi mai quel terminale ad ammettere che era impossibile il collegamento telefonico con l’Impero. Quel ritardato di disastro digitale non era programmato per dire di no; era programmato per essere cortese. Sarebbe stato un sollievo se, dopo un certo numero di tentativi inutili, lo avessero programmato a dire: "Piantala, sorella. Sei fregata."

Poi tentai di chiamare l’ufficio postale di Bellingham per informarmi sul servizio postale per l’Impero: parole in carne e ossa scritte su carta, alle tariffe di un pacco, non un facsimile o un postagramma o altra roba elettronica.

Ricevetti un allegro sermone sulla necessità di spedire per tempo gli auguri di Natale. Considerato che mancava metà anno a Natale, la cosa mi parve men che urgente.

Ritentai. Mi fecero la predica sui codici di avviamento postale.

Tentai una terza volta, e ottenni il servizio clienti di Macy e una voce: — Tutti i nostri cortesi impiegati al momento sono occupati e grazie per la vostra comprensione.

Io non compresi niente.

Comunque non volevo telefonare o spedire una lettera; volevo fare rapporto a Boss di persona. Quindi mi occorrevano soldi. Quel terminale oltraggiosamente cortese ammise che l’ufficio locale della MasterCard si trovava nella sede centrale di Bellingham della TransAmerica Corporation. Così battei sulla tastiera e una voce dolce (registrata, non sintetica) mi disse: — Grazie per aver chiamato la MasterCard. Nell’interesse dell’efficienza e per il massimo risparmio dei nostri milioni di soddisfatti clienti, tutti i nostri uffici della Confederazione Californiana fanno oggi capo alla sede centrale di San José. Per un servizio rapido vi preghiamo di usare il segnale a chiamata gratuita sul dorso della vostra tessera MasterCard. — La voce dolce lasciò il posto alle prime note di Trees. Le feci smettere subito.

La mia MasterCard, emessa a Saint Louis, non aveva il segnale a chiamata gratuita per San José, ma solo il segnale per la Banca Imperiale di Saint Louis. Così, senza troppe speranze, provai quel numero.

Mi rispose Dite-Una-Preghiera-Con-Noi.

Mentre un computer mi insegnava l’umiltà, Georges leggeva l’edizione Olympic del Los Angeles Times e aspettava che la smettessi di gingillarmi. La smisi e gli chiesi: — Georges, cosa dice il giornale dell’emergenza?

— Quale emergenza?

— Eh? Prego?

— Friday, amore mio, l’unica emergenza di cui parli questo giornale è il monito del Sierra Club sul pericolo che corre la specie in via d’estinzione Rhus diversiloba. Poi c’è in programma un picchettaggio contro la Dow Chemical. A parte questo, tutto tranquillo sul fronte occidentale.

Aggrottai la fronte per stimolare la memoria. — Georges, non so molto della politica californiana…

— Tesoro, nessuno sa molto della politica californiana, compresi gli uomini politici californiani.

— …Però mi sembra di ricordare la notizia di almeno una dozzina di omicidi eccellenti nella Confederazione. Era solo un imbroglio? — Ripensai al tempo trascorso, ai fusi orari: quante ore prima? Trentacinque, trentasei?

— Ho trovato i necrologi di diverse signore e signori di primo piano di cui si è parlato nel penultimo notiziario, ma non risultano assassinati. Uno è "vittima accidentale di una sparatoria". Un altro è morto "dopo lunga malattia". Un altro ancora è scomparso per un "inspiegabile incidente" a un Vma privato, e il procuratore generale della Confederazione ha ordinato un’inchiesta. Se non sbaglio, però, anche il procuratore generale è finito morto ammazzato.

— Georges, cosa sta succedendo?

— Friday, non lo so. Comunque suggerisco che indagare troppo da vicino potrebbe essere pericoloso.

— Non indagherò. La politica non mi ha mai interessato e non m’interesserà mai. Mi trasferirò nell’Impero appena possibile. Però per farlo mi occorrono soldi, perché il confine è chiuso, qualunque cosa ne dica il L.A. Times. Odio l’idea di dissanguare Janet sfruttando la sua carta Visa. Potrei usare la mia, ma per concludere qualcosa devo andare a San José. Qui fanno difficoltà. Vuoi venire a San José con me? O tornare da Jan e Ian?

— Dolce signora, tutti i miei beni terreni sono ai tuoi piedi. Ma mostrami la via per San José. Perché ti dà tanto fastidio portarmi nell’Impero? Non è possibile che il tuo principale possa servirsi dei miei talenti? Al momento non posso tornare a Manitoba per ragioni che conosciamo tutti e due.

— Georges, non è che mi dia fastidio portarti con me, ma il confine è chiuso… Il che potrebbe costringermi a trasformarmi in Dracula e spiccare il volo da una fessura. O qualcosa di irragionevolmente simile. Io sono addestrata a queste cose, però ci riesco bene da sola. Tu sei del mestiere, lo puoi capire. Per di più, anche se non sappiamo come stiano le cose all’interno dell’Impero, dai notiziari si capisce che la situazione è brutta. Una volta dentro l’Impero, forse sarò costretta a correre come una matta semplicemente per salvare la pelle. E sono addestrata anche a questo.

— E hai doti super che io non ho. Sì, capisco.

— Georges! Tesoro, non voglio ferire i tuoi sentimenti. Senti, appena mi sarò presentata al boss ti chiamerò. Qui, a casa tua, o dove vuoi. Se a quel punto potrai attraversare il confine senza problemi, lo saprò. — (Georges che chiede un lavoro a Boss? Impossibile! Oppure no? Forse a Boss poteva servire un ingegnere genetico con una grossa esperienza. A essere sincera, non avevo idea delle necessità di Boss, a parte il limitato settore in cui lavoravo io.) — Dicevi sul serio? Vuoi chiedere un lavoro al mio boss? Cosa devo riferirgli?