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Diedi un’occhiata a Pete. Ancora svenuto, ma il suo cuore era forte… E buon per te, Pete; fossi stata in overdrive totale, saresti morto. Lo perquisii.

Gli trovai addosso, e non mi stupì, una torcia micro: nel suo lavoro (farmi la guardia) poteva aver bisogno di una torcia elettrica, mentre Miss Dollaro Facile non pensava certo a cose del genere.

Pochi secondi dopo avevo aperto lo sportello.

Trascinai dentro Pete, chiusi il portello e lo bloccai, girando il comando a ruota in senso orario e poi antiorario. Mi voltai, vidi le ciglia di Pete che si muovevano leggermente, e gli assestai un altro colpo.

Seguì un lavoro maledettamente complicato. Pete ha una massa di ottantacirrque chili circa, non molto per un uomo. Però sono venti chili più di me, e lui è parecchio più grosso. Da Tom sapevo che per adeguarsi a Botany Bay, i tecnici tenevano la gravità della nave a 0,97 g. Al momento avrei preferito la caduta libera o un apparecchio antiG, perché non potevo lasciare Pete dietro di me, vivo o morto che fosse.

Riuscii a sistemarmelo sulla schiena in quella che qualcuno chiama «presa del pompiere», poi scoprii che il modo migliore per vedere davanti a me e avere una mano libera in caso fossi assalita da cani o affini era stringere in bocca la piccola torcia di Pete, a mo’ di sigaro. Avevo bisogno disperato della luce; ma se avessi potuto scegliere, se non avessi avuto quel peso morto, sarei avanzata al buio a tentoni.

Sbagliando strada una sola volta arrivai finalmente a quell’enorme stiva, che sembrava ancora più grande fra le tenebre perforate solo da un raggio di luce piccolo piccolo. Non avevo previsto l’oscurità totale, pensavo che anche sulla scialuppa fossero accese le luci notturne che rischiaravano la nave da mezzanotte alle sei.

Alla fine raggiunsi il nascondiglio che avevo scelto il giorno prima: il gigantesco turbogeneratore Westinghouse.

Quella macchina enorme probabilmente veniva alimentata a gas, o magari a vapore; di certo non era stata costruita per gli Shipstone. Esistono parecchie attrezzature obsolete che sono ancora utili alle colonie ma non vengono più usate ovunque siano disponibili gli Shipstone. Non ne so nulla, comunque il funzionamento di quella cosa non m’interessava; a me importava solo il fatto che metà del turbogeneratore era una specie di tronco di cono gigante disposto in orizzontale. Al centro del turbogeneratore, sotto l’estremità più stretta del tronco, si formava uno spazio vuoto, uno spazio alto più di un metro. Quanto bastava per un corpo. Il mio. Anche per due, con un po’ di fortuna, visto che avevo questo ospite indesiderato che non potevo né uccidere né abbandonare sulla nave.

Lo spazio era un posticino molto intimo perché gli uomini di Tom, prima di legare saldamente quel mostro, lo avevano ricoperto con un telone incerato. Dovetti strisciare dentro fra un cavo e l’altro, poi dovetti compiere sforzi diabolici per far entrare anche Pete. Ci riuscii. Dopo aver detto addio a qualche brandello di carne.

Controllai di nuovo il mio ospite, poi lo sbucciai. Se non ero del tutto scalognata, avrei potuto dormire un po’ il che sarebbe stato impossibile, se mi fossi lasciata dietro una delle mie guardie.

Pete portava calzoni, cintura, camicia, mutande, calzini, scarpe da ginnastica e un maglione. Gli tolsi tutto, poi gli legai i polsi dietro la schiena con la camicia, le caviglie con le gambe dei pantaloni, e infine con la cintura gli incatenai le caviglie ai polsi, sempre dietro la schiena: una posizione maledettamente scomoda, che mi hanno insegnato all’addestramento di base come tattica per scoraggiare i tentativi di fuga.

Poi cominciai a imbavagliarlo, usando mutande e maglione. Lui disse piano: — Non ce n’è bisogno, signorina Friday. Sono sveglio da un po’. Parliamo.

Mi fermai. — Mi sembrava che avessi ripreso conoscenza. Ma avrei continuato a fingere di non saperlo, se fingevi anche tu. Ho pensato che non mi avresti dato guai. Devi esserti reso conto che sono pronta a tagliarti le gonadi e infilartele giù per la gola.

— Avevo immaginato qualcosa del genere. Ma non credevo poteste essere tanto drastica.

— Perché no? Ho già incontrato le tue gonadi in passato. E non nel migliore dei modi. Se ne ho voglia, ho il diritto di tagliarle. Obiezioni?

— Signorina Friday, mi lasciate parlare?

— Sicuro, perché no? Ma un solo strillo più forte di un sospiro, e ti strappo quei giocattolini. — Feci in modo che capisse bene a cosa alludevo.

— Ahi! Piano, per favore. Stanotte il commissario di bordo ha fatto raddoppiare la sorveglianza. Io…

— Raddoppiare? In che senso?

— Di solito è Tilly, Shizuko, l’unica di turno da quando vi ritirate in cabina a quando vi alzate. Quando voi vi svegliate, lei preme un pulsante e io so che devo montare la guardia. Ma il commissario di bordo, o forse il capitano, è molto in ansia per voi. È preoccupato che possiate tagliare la corda a Botany Bay…

Sgranai gli occhi. — Numi santissimi! Chi può nutrire pensieri tanto maligni sulla povera vecchia Friday?

— Non so immaginarlo — rispose solennemente lui. — Ma perché siamo su questa scialuppa?

— Io voglio farmi un giretto turistico. E tu?

— Anch’io. Spero. Signorina Friday, ho capito che se avevate intenzione di fuggire a Botany Bay, era probabile che tentaste qualcosa stanotte. Non sapevo come pensaste di salire sulla scialuppa, ma avevo fiducia in voi… E vedo che la mia fiducia era giustificata.

— Grazie. Almeno un pochettino. Chi sta di guardia alla scialuppa di babordo? O non c’è nessuno?

— Graham. Il tipo biondo. Forse lo avrete notato.

— Troppo spesso.

— Io ho scelto questa scialuppa perché ieri avete fatto un giro qui col signor Udell. Oppure ieri l’altro, dipende da come tenete i conti del tempo.

— Non me ne frega niente dei conti del tempo. Pete, cosa succede quando si accorgono che sei scomparso?

— Potrebbero anche non accorgersene. Joe Stupid… chiedo scusa, Jospeh Steuben… l’altro è il nome che gli ho affibbiato io… ha istruzioni di darmi il cambio dopo colazione. Se conosco Joe, non se la prenderà se non mi trova al portello. Si metterà a sedere sul ponte con la schiena contro il portello e dormirà finché non arriverà qualcuno ad aprire. Poi resterà lì finché la scialuppa non sarà partita, dopo di che tornerà in cabina e si metterà a letto, aspettando che io vada a cercarlo. Joe è fedele come un cane ma non è furbo. È su questo che ho fatto affidamento.

— Pete, da come lo dici sembra che avessi previsto tutto.

— Non avevo previsto di rimediarci un collo indolenzito e un’emicrania. Se mi aveste dato il tempo di parlare, non sareste stata costretta a trascinarmi.

— Pete, se stai cercando di convincermi a slegarti con le tue chiacchiere dolci, hai sbagliato uomo.

— Non sarebbe meglio dire che ho sbagliato donna?

— Be’, comunque hai sbagliato, e non migliorerai la tua situazione mettendoti a criticare quello che dico. Sei in brutti guai, Pete. Dammi un solo buon motivo per non ucciderti e piantarti qui. Perché il capitano ha ragione; io taglio la corda. E non posso accollarmi anche te.

— Be’… Un motivo è che troveranno il mio corpo in mattinata, quando scaricheranno. A quel punto si metteranno a cercarvi.

— Io sarò a molti chilometri dall’altra parte dell’orizzonte. Ma perché dovrebbero cercare me? Non ti lascerò addosso le impronte digitali. Solo qualche striatura viola sul collo.

— Movente e occasione. Botany Bay è una comunità piuttosto ligia alle leggi, signorina Friday. Se vi limitate a lasciare la nave, è probabile che ve la possiate cavare. Lo hanno già fatto altri. Ma se siete ricercata per un omicidio commesso sulla nave, gli indigeni collaboreranno.

— Invocherò l’autodifesa. Sei un noto stupratore. Per amor del cielo, Pete, cosa devo farne di te? Sei un peso morto. Lo sai che non ti ucciderò. Non so uccidere a sangue freddo. Devo esserci costretta. Ma se ti lascio legato… Vediamo… Cinque più tre fa otto, poi aggiungi come minimo altre due ore prima che comincino a scaricare… Sono almeno dieci ore… E dovrò imbavagliarti, e comincia a fare freddo…