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Così io volevo provare a metterli d’accordo. Pensavo soltanto di migliorare la loro conoscenza reciproca e di fare da arbitro, ma si sono comportati molto meglio di quanto mi aspettassi. Infatti si sono concentrati in un’intera e unica persona, scoprendo che avrebbero potuto essere molto felici, insieme. Non posso più separarli, ora. Ha un senso tutto questo?

Joule si sedette accanto a lui.

— A suo modo è una analogia appropriata. È lo stesso anche per me, ma ho smesso di pensarci. Perciò qual è il problema? Mi hai detto solo che ora ti senti una persona completa.

Il volto di Leo si contrasse. — Sì. Ma se sono tale, quale effetto avrà su Jules? — Cominciò a piangere, e Joule lo lasciò sfogare, limitandosi a tenergli la mano. Giudicò che questa volta lui avrebbe fatto meglio a cavarsela da solo. Quando si fu ripreso, lei cominciò a parlare in tono calmo.

— Leo, Jules è felice così com’è. Penso che potrebbe essere molto più felice, ma noi non abbiamo alcuna possibilità di dimostrarglielo, senza costringerlo a fare qualcosa di cui ha molta paura. È possibile che un giorno si deciderà a farlo, una volta che, col tempo, si sarà abituato all’idea. Ed è possibile che non riesca a sopportarlo e che voglia a tutti i costi riappropriarsi della sua mascolinità. A volte, i gemelli separati non possono essere ricongiunti.

Trasse un profondo sospiro e si alzò per uscire dalla stanza.

— Nei prossimi anni ci saranno molti casi del genere — disse lei. — Molti cuori infranti. Ma questo non è esattamente il nostro caso, lo sai. Noi ce la caviamo meglio. Non siamo angeli ma siamo forse il gruppo sociale più civilizzato e più tollerante che la razza umana abbia mai prodotto. Fra noi ci sono pazzi e bastardi, così come ci sono quelli che non cambiano sesso, ma io credo che stiamo diventando un po’ meno pazzi e crudeli. Ritengo che il cambiare sesso sia un fenomeno nato per durare.

«E tu devi ritenerti fortunata. Così come Jules. Avrebbe potuto essere molto peggio. Soltanto fra i miei amici so che vi sono parecchie famiglie rovinate. E ce ne saranno molte di più prima che la società abbia assimilato il fenomeno. Ma l’amore reciproco che esiste fra te e Jules vi ha tenuti uniti. Lui ha subito una trasformazione straordinaria, forse della stessa entità della tua. Lui ti vuole bene. In entrambi i sessi. D’accordo, in quanto Leo, tu non fai l’amore con lui. Forse non arriverai mai a quel punto.

— L’abbiamo fatto. Ieri notte. — Leo si lasciò scivolare nel divano. — Io… sono impazzito. Gli ho detto che se voleva vedere Cleo doveva imparare ad avere rapporti con me, perché io sono io, dannazione.

— Può essere stato uno sbaglio.

Leo distolse lo sguardo. — Comincio a crederlo anch’io.

— Ma se si è creato un problema, penso che voi due possiate risolverlo. Ne avete affrontati parecchi, insieme.

— Non intendevo costringerlo, è stato solo un attimo di follia.

— E forse avresti dovuto. Avrebbe anche potuto essere la soluzione migliore. Dovrai aspettare e vedere.

Leo si asciugò gli occhi e si alzò in piedi.

— Grazie, Harr… scusa. Joule. Mi sei stata di aiuto. Io… uh, forse non ci vedremo più molto spesso.

— Capisco. Restiamo amici, d’accordo? — Lo baciò, e lui si affrettò ad uscire.

Quando rincasò dal lavoro, la trovò seduta di fronte alla porta, le gambe incrociate su un cuscino, il gomito appoggiato al ginocchio, e uno spinello tra le dita. Gli sorrise.

— Sei tornato presto. Come mai?

— Non sono andato al lavoro. — Lei quasi soffocò, cercando di non ridere. Buttò la giacca nell’armadio a muro e si precipitò in cucina. Lei udì un tramestio, poi il rumore di vetri frantumati. Jules ricomparve sulla porta.

— Cleo!

— Tesoro, sei proprio carino con la bocca spalancata.

La richiuse, ma non sembrava ancora in grado di muoversi. Lei lo raggiunse, avvertendo un fremito di eccitazione lungo la schiena, come se fosse tornato un vecchio amico. Lo strinse fra le braccia, e lui quasi la schiacciò. Lo amava.

Indietreggiò di qualche passo, quasi non riuscendo a capacitarsi della sua presenza, e i suoi occhi scrutavano ogni dettaglio del suo viso.

— Quanto resterai così? — chiese. — Ne hai un’idea?

— Non so, perché?

Lui sorrise, un po’ goffamente. — Mi auguro che tu non abbia fatto uno sbaglio. Sono così felice di vederti. Forse non dovrei dirlo… ma no, penso sia meglio. Leo mi piaceva. Sentirò la sua mancanza, almeno un po’.

Lei annuì. — Non ne sono offesa. Come potrei esserlo? — Si allontanò, facendogli cenno di raggiungerla sul cuscino. — Siediti, Jules. Dobbiamo parlare. — Le sue ginocchia si piegarono, e lui si sedette, guardandola con aria di attesa.

— Leo non se n’è andato, non pensarlo neppure per un istante. Lui si trova proprio qui. — Si batté il petto e guardò Jules con aria di sfida. — E lo sarà sempre. Non se ne andrà mai.

— Mi spiace, Cleo, io…

— No, non dire niente per ora. È stata solo colpa mia, ma non so dire altro. Non avrei mai dovuto chiamarmi Leo. Ti ho dato un chiaro motivo di contrasto. Non dovevi stare di fronte a Cleo diventata uomo. Sto cambiando tutto questo… Il mio nome è Nilo. N-i-l-o. E non risponderò a nient’altro.

— Va bene. È un bel nome.

— Pensavo di chiamarmi Lion. Leo il leone. Ma poi ho deciso di essere ciò che sono sempre stata, Cleopatra, la regina del Nilo. In onore del passato.

Lui non disse nulla, ma gli occhi rivelarono la sua approvazione.

— Devi invece renderti conto che, in un certo senso, se ne sono andati tutti e due. Tu non starai mai più con Cleo. Io adesso le assomiglio. Le assomiglio anche interiormente, come un adulto assomiglia a un bambino. Ho in comune con quella persona una quantità incredibile di cose. Ma non sono la stessa.

Jules annuì. Gli si sedette accanto e gli prese la mano.

— Jules, non sarà facile. Voglio conoscere molte cose, incontrare gente. Noi due non riusciremo ad avere gli stessi amici. Potremmo anche non andare d’accordo per questo motivo. Io cercherò di vincere il mio risentimento quando tu mi respingerai. Non mi lascerai esplorare il tuo lato femminile come vorrei. Mi respingerai perché cercherò di costringerti a fare qualcosa che ritieni sia sbagliato. Ma voglio provarci, per vedere se funziona.

Lui sospirò. — Dio, Cl… Nilo. In vita mia non sono mai stato così spaventato. Credevo volessi lasciarmi.

Lei gli strinse la mano. — Non se posso essere d’aiuto. Vorrei che entrambi ci provassimo e che ci accettassimo per quello che siamo. Per me questo implica anche essere maschio tutte le volte che mi sento di esserlo. Per me non c’è differenza, ma so che sarà un grosso problema per te.

Si abbracciarono, e Jules asciugò le sue lacrime sulla spalla di lei; poi tornò a guardarla.

— Farò qualsiasi cosa sarà in mio potere per…

Gli mise un dito sulle labbra. — Lo so. Io ti accetto così come sei. Ma cercherò ugualmente di convincerti.