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— Sì. Ma in quell’occasione mi toglierò dai piedi.

Sul volto di Bandra si intrecciavano emozioni contrastanti. Da un lato, il peso di un’ospite a lungo termine; dall’altro, la compagnia di una creatura da un altro universo.

— Molto bene — decise alla fine. — Come direste voi: mi sentirò come a casa tua.

— Penso che sia l’opposto — disse Mary.

— Eh? Ah sì. Sto ancora imparando. Mary sorrise. — Anch’io.

16

“Ma sono passati trent’anni da quando l’ultimo uomo, Eugene Cernan, ha camminato sulla Luna. Poi, più nessuno! Chi l’avrebbe detto, che dopo il 1972 sarebbero venute generazioni per le quali gli ‘allunaggi’ sarebbero stati solo un termine imparato sui libri di Storia?…”

Mary trovò la casa di Bandra molto più accogliente di quella di Lurt, per quanto avesse le stesse dimensioni. Anzitutto, il mobilio era più vicino ai suoi gusti. Inoltre Bandra era una bird-watcher e un’esperta illustratrice, per cui aveva tappezzato le pareti e i soffitti di immagini degne di Audubon.

Le sembrava strano arrivare a casa prima della proprietaria, e ancora più strano limitarsi a entrare spingendo la porta d’ingresso. I neanderthal non chiudevano a chiave.

Come molti barast, Bandra possedeva un maggiordomo robot: un aggeggio a forma di insetto. Mentre gironzolava per casa impegnato nelle faccende, osservava Mary con occhi meccanici bluastri non troppo diversi da quelli di Lonwis Trob.

Anche se Mary non avrebbe potuto incontrare Ponter prima del prossimo Due-Uno, nulla le vietava di chiamarlo. Il suo Companion nuovo fiammante era in grado di connettersi con quello di lui, o di chiunque altro.

Perciò Mary si spaparanzò sul divano in soggiorno, posò gli occhi sulle bellissime illustrazioni naturalistiche, e chiese a Christine di collegarsi con Hak.

— Ehilà, tesoruccio — gli disse.

— Mèr! — esclamò lui, chiaramente emozionato. — Come sono felice di sentirti!

— Mi manchi tanto — disse lei. Le sembrava di essere tornata ai tempi delle cotte dei diciott’anni.

— Anche tu mi manchi.

— Dove sei?

— Sto portando Pabo a spasso. Camminare fa bene a entrambi.

— Adikor è con te?

— No, è rimasto a casa. Allora, che mi racconti di bello?

Mary cominciò con l’installazione del Companion, poi passò al trasloco a casa di Bandra, e aggiunse: — Lurt mi ha rivelato una cosa sorprendente. Dice che esiste un’apparecchiatura, fuorilegge, che potrebbe aiutarci ad avere un figlio.

— Davvero? — chiese Ponter. — Di che si tratta?

— Ha detto che a inventarla è stata una certa Vissan Lennet.

— Ah, ora ricordo, avevo visto la notizia sul Voyeur. Ha staccato il Companion e ha abbandonato il consorzio civile. Aveva avuto dei contrasti con il Gran Consiglio a causa della sua invenzione.

— Esatto — disse Mary. — Ha realizzato un codificatore di codoni in grado di produrre stringhe di DNA su richiesta: proprio quello che farebbe al caso nostro per avere un figlio. Secondo Lurt, probabilmente Vissan ha ancora il prototipo.

— Forse sì, ma in quel caso… Qui, cagnolino, qui! Vedi il bastoncino? Vedi il bastoncino? Su, vallo a prendere!… Chiedo scusa. Dicevo: se esiste ancora, è comunque fuorilegge.

— Certo — rispose Mary — in questo mondo. Però, se lo portassimo nel mio mondo…

— Ehi, è un’idea fantastica! — disse Ponter. — Ma come ce lo procuriamo?

— Andiamo a cercare Vissan e glielo chiediamo in prestito. Non abbiamo niente da perdere.

— Ma come facciamo a trovarla? È priva di Companion.

— Lurt dice che abitava a Kraldak. Tu sai dov’è?

— Sì, a nord del lago Duranlan, cioè l’Erie. Kraldak si trova dalle parti della vostra Detroit.

— Be’, se Vissan si è data alla macchia, non si sarà allontanata di molto, no?

— Immagino di no. Senza un Companion, non può usare nessun veicolo.

— Lurt ipotizza che si sia costruita una capanna.

— Direi anch’io.

— Perciò potremmo visionare le foto satellitari alla ricerca di una capanna non segnata sulle mappe…

— Dimentichi dove siamo, amore. I barast non hanno satelliti.

— Accidenti, è vero. E immagini scattate da aerei?

— Neppure. Anche se esistono degli elicotteri.

— Dopo la scomparsa di Vissan, sono state eseguite ricognizioni in elicottero?

— Quando è successo il fatto?

— Circa quattro mesi fa.

— Allora sì. D’estate abbiamo il problema degli incendi boschivi, causati sia dai fulmini che da errori umani, e vengono scattate fotografie dall’alto per individuarli.

— Noi potremmo accedere a quelle immagini?

— Hak?

Nella testa di Mary si materializzò la voce del Companion di Ponter: — Io posso accedervi, anche in questo istante… In base all’archivio degli alibi, il Companion di Vissan Lennet è stato disattivato in data 148/101/17, e da allora sono state compiute tre ricognizioni aeree sulla zona di Kraldak. Tuttavia, se una capanna sarebbe facilmente individuabile d’inverno, al cadere delle foglie degli alberi decidui, in estate la cosa è più difficile.

— Ma ci proverai? — chiese Mary.

— Naturalmente.

— Temo che sarà inutile — aggiunse Mary con un sospiro. — Se la storia del codificatore è vera, già altri si saranno messi sulle tracce di Vissan.

— E chi?

— Be’, persone sterilizzate, intenzionate a violare la sanzione loro imposta.

— È possibile — disse Ponter — ma non è passato molto tempo, e di persone sterilizzate non ce ne sono eserciti. Senza contare che qui nessuno intende concepire prima della prossima est…

— Chiedo scusa — s’intromise Hak. — L’ho trovata.

— Che cosa? — chiese Mary.

— La capanna. O almeno, una capanna che non compariva sulle mappe più vecchie. Si trova circa 35 chilometri a ovest di Kraldak.

— Bel colpo! — esclamò Mary. — Ponter, dobbiamo andarci!

— Sicuramente — disse Ponter.

— Domani?

Ponter incupì la voce. — Mèr…

— Cosa? Okay, okay, i Due non sono ancora Uno. Però…

— Però…?

Mary sospirò. — No, hai ragione tu. Allora al prossimo Due-Uno?

— Va benissimo, amore. In quei giorni potremo fare tutto ciò che desideri.

— Segnati l’appuntamento — disse Mary.

Bandra e Mary legarono bene. Trascorrevano piacevoli serate a casa, saltando dagli argomenti scientifici alle questioni personali.

Con tutto ciò, durante quei “salotti” le discussioni diventavano spesso, se non polemiche, comunque piuttosto accese.

— Non vedi? — disse Bandra, seduta all’estremità opposta del divano rispetto a Mary — Questa vostra mania della privacy deve esservi stata inculcata dalla religione. All’inizio pensavo che fosse dovuta al fatto che certi comportamenti allettanti sono proibiti, per cui la gente cerca angolini nascosti per poterli praticare. Adesso però che mi hai parlato della molteplicità dei vostri credo, mi pare che sia necessaria la privacy anche per seguire un credo minoritario. Come i primi cristiani nelle catacombe, dico bene?

— Sì — rispose Mary. — Per esempio, la nostra festa principale è il Natale, la commemorazione annuale della nascita di Gesù. Lo celebriamo il 25 dicembre, d’inverno, anche se Gesù era nato in primavera: lo sappiamo, perché i Vangeli raccontano che il parto avvenne mentre i pastori vegliavano sul gregge di notte, cioè in primavera, quando nascono gli agnellini… — Sorrise. — Be’, anche voi fate nascere i vostri figli in primavera.