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Mary fece segno affermativo.

— Mi sembra più facile convincere il nostro governo mondiale ad accogliere un immigrato con 23 coppie di cromosomi, piuttosto che convincere 200 governi gliksin ad accoglierne uno con 24.

Mary tornò a rivolgersi a Vissan. — Non dobbiamo produrre il DNA di nostro figlio entro oggi, no?

— Certo che no. Immagino che l’operazione avverrà nel tuo mondo, non appena sarai fertile. Volevo solo chiarire le pre-condizioni fondamentali.

— Bene. E qual era il punto due?

— Non è legato alle vostre particolari circostanze, però si tratta di una cosa da decidere, perché incide sull’elaborazione del DNA di Ponter. Volete un maschio o una femmina?

— Di questo avevamo già discusso tra noi — disse Mary. — Una femmina.

Vissan agì su un comando dell’apparecchiatura. — Femmina. Fatto. Ora vediamo che altro c’è da…

— La sequenza genetica successiva — s’intromise Hak — si riferisce alla capigliatura. I barast hanno la scriminatura in mezzo, i gliksin tendenzialmente ce l’hanno su un lato. Entrambi gli alleli di Ponter, com’è ovvio, codificano la riga in mezzo; Mary sembra averli entrambi per la configurazione laterale. Se ne potrebbe prendere uno per tipo e vedere in laboratorio quale dei due caratteri sia dominante; oppure andare sul sicuro, prendendo entrambi i geni da Ponter, o da Mèr.

Mary osservò Ponter. All’inizio la sua pettinatura da scimpanzé l’aveva colpita, ma adesso non ci faceva più neppure caso. — Non saprei — disse.

— Alla gliksin — disse Ponter. — Se sarà una bambina, dovrà somigliare alla madre.

— Indietro non si torna, eh? — disse Mary.

— A posto — rispose lui.

— Deciso: prendiamo entrambi i miei alleli.

— Operazione eseguita — disse Vissan. — Vedete? Questi punti sensibili al tatto, sullo schermo, servono a selezionare gli alleli. Ora, la sequenza ancora successiva riguarda il colore degli occhi. Mèr, tu ce li hai azzurri, che sulla nostra Terra non esistono. Quelli di Ponter sono di un colore che noi chiamiamo delint, non comune e perciò apprezzato.

— Da noi, gli occhi azzurri sono un carattere recessivo — spiegò Mary.

— Come quelli delint da noi. Ora, se provassimo a mischiarli, che succederebbe?

Continuarono su quella linea per un po’.

Alla fine Vissan disse: — Ed eccoci arrivati a un interessante problema neurologico. Su questo punto sono decisamente riluttante a selezionare un allele di qui e uno di là, visto che non possiamo prevedere gli effetti. Penso che, per il bene della bambina, sarà molto più sicuro prendere una decisione netta, perché il gene con cui abbiamo a che fare qui governa lo sviluppo del lobo parietale sinistro del cervello barast. Di certo non vorrete correre il rischio di una malformazione cerebrale, per…

— Il lobo parietale? — esclamò Mary. Il cuore le batteva forte.

— Sì — rispose lei. — Se non si forma in modo regolare, ne può derivare afasia, o difficoltà motoria.

— Sei stato tu a parlargliene? — chiese Mary a Ponter.

— Prego? — si stupì lui.

— E dai, Ponter! Il lobo parietale sinistro del cervello!

— Sì… e quindi?

— Quello che, secondo Veronica Shannon, è responsabile delle idee religiose.

— Ah già.

— Vuoi farmi credere che non prevedevi che il problema si sarebbe presentato?

— Francamente, Mèr, non ci pensavo affatto.

Mary distolse lo sguardo. — Cristo santo, volevi trovare una “cura” per la fede. E adesso, ecco qui, l’abbiamo scoperta!

— Mèr — le disse Vissan — io e Ponter non abbiamo complottato niente.

— No, eh? Siete stati insieme a caccia così a lungo…

— Sul serio, Mèr. Non ho idea delle ipotesi scientifiche a cui ti riferisci.

Mary inspirò a lungo. — Vi chiedo scusa. Ormai dovrei avere imparato che Ponter non è malfidato.

Hak emise un bip, ma Ponter non fece domande.

Mary gli afferrò una mano. — Voglio dire: Ponter, tu sei il mio compagno, anche se non abbiamo ancora fatto la cerimonia del Legame. So che non mi inganneresti mai.

Ponter taceva.

Mary scosse la testa. — È solo che io non mi aspettavo di dover decidere su un punto così delicato. Bellissimo: il colore degli occhi, il colore dei capelli… ma sarà una bambina atea o credente? Chi ci pensava, che sarebbe stata una questione di Ingegneria genetica?

Ponter le strinse le dita. — È una questione molto più importante per te che per me. Faremo come vorrai tu.

Mary prese un altro profondo respiro. Avrebbe potuto consigliarsi con padre Caldicott… impossibile! Un prete cattolico non avrebbe mai approvato l’intera procedura! — Non sono cieca — disse alla fine. — Vedo quant’è pacifico il vostro mondo, almeno in generale. E vedo, quanto siete… — restò perplessa sull’aggettivo da usare — ricchi di spiritualità. E ricordo tutto ciò che hai detto, Ponter, davanti alla TV quando trasmettevano la messa, e al Memoriale dei veterani… — Fece spallucce. — Ho ascoltato con attenzione tutto, ma…

— Ma non ti ho convinta — disse Ponter con un sorriso. — Non ti posso biasimare. Le mie elucubrazioni sulla tua religione sono solo… elucubrazioni, ecco. Non sono in grado di dimostrare niente.

Mary chiuse gli occhi. Avrebbe voluto pregare per chiedere un’illuminazione. Ma in passato la luce non era arrivata, perché avrebbe dovuto farlo adesso? — Forse — disse — potremmo lasciare tutto in mano al destino. Che i geni facciano come ritengono meglio.

Vissan parlò in tono affettuoso: — Se ci fosse di mezzo qualunque altra parte del corpo, potrei essere d’accodo con te, Mèr. Ma si tratta di un’area del cervello che sappiamo diversa tra le due specie umane. Lasciare che gli alleli si arrangino, non sembra davvero una scelta prudente.

Ponter accarezzava la mano di Mary. — Non stiamo decidendo se nostra figlia avrà o non avrà un’anima. Al massimo, stiamo decidendo se crederà o meno di averla.

— E non dovete decidere entro oggi — aggiunse Vissan.

— Il mio scopo, ripeto, è solo di aiutarvi a capire come funziona il codificatore. Non sarà necessario produrre nulla fino al momento del concepimento. — Intrecciò le dita. — Ma quando sarà il momento, dovrete fare la vostra scelta.

25

“Perciò, sì, è arrivato il momento di accelerare il passo. Ma non solo nel senso che l’America compia una grande impresa; piuttosto… per riprendere altre parole famose… che ieri e bianchi, ebrei e gentili, protestanti e cattolici, nonché hindu, musulmani e buddisti, e coloro che abbracciano qualunque fede, o nessuna… che i cittadini delle nostre 191 nazioni, gli appartenenti a ogni etnia e religione, tutti coloro che compongono il nostro speciale e variegato tipo di umanità… avanzino insieme in pace e armonia, nel reciproco rispetto e nell’amicizia, portando avanti il cammino che noi Homo sapiens avevamo brevemente interrotto…”

— Penso — disse Vissan — che voi due abbiate delle cose da decidere insieme. Se volete, io intanto posso accompagnare Mega — nel frattempo la bambina si era svegliata — a vedere le stelle. Ti piacerebbe, Mega?

— Certo! — rispose lei.

Vissan si riavvolse nel proprio cappotto di pelliccia, mise addosso alla bambina un paio di camicioni, e uscirono.

Mary attese che la porta si richiudesse alle spalle di Vissan e Mega.

Ponter le disse: — Mèr…

— No, no, ho bisogno di pensare. Dammi qualche minuto.

Ponter alzò una mano, e si dedicò all’accensione del caminetto.

Mary andò a piazzarsi sulla sedia lasciata libera da Vissan, e appoggiò il mento sulla mano.