— Sono ancora là, a lottare, ad azzuffarsi — disse Anya. — Ma, grazie a te, Orion, sanno che il continuum non può essere distrutto tanto facilmente. Si perpetua.
— Quelle altre vite che ricordo… c’eri anche tu.
— Sì, e ci sarò anche in questa.
— Ti amavo, allora.
Il suo sorriso illuminò il mondo. — Mi ami adesso?
— Sì. — Non avevo il minimo dubbio. Quella certezza permeava ogni atomo del mio essere.
— Anch’io ti amo. Da sempre, per sempre.
— Ma presto io partirò.
— Lo so.
Dietro di lei, attraverso la vetrata del ristorante, si vedeva basso sull’orizzonte il profilo a mezzaluna di Saturno, la sua grossa mole tagliata dalla linea sottile degli anelli. Più in alto, il cielo di Titano presentava la sua solita tinta arancione opaco. L’astronave era parcheggiata in orbita lassù, in attesa che terminassimo i preparativi e ci imbarcassimo.
— Staremo via vent’anni — dissi.
— Raggiungerete il sistema Sirio, lo so.
— Un viaggio lungo.
— Non come certi viaggi che abbiamo già fatto, o che faremo un giorno — disse Anya.
— Cosa intendi dire?
— Te lo spiegherò durante il viaggio. — Mi sorrise di nuovo. — Avremo tempo in abbondanza per ricordare tutto.
Il cuore mi balzò in gola. — Vieni anche tu?
— Certo — rise lei. — Abbiamo diviso molte vite e molte morti. Non intendo separarmi da te proprio ora.
— Ma non ti ho vista alle riunioni di istruzione dell’equipaggio. Non sei sulla lista…
— Adesso ci sono. Viaggeremo verso le stelle insieme, amore. Ci attende una vita lunga e ricca. E forse anche qualcosa di più di una vita.
Mi sporsi sul tavolo e la baciai sulla bocca. La mia solitudine era finita, finalmente. Adesso potevo affrontare qualsiasi cosa. Ero pronto a sfidare l’universo.