Walton cominciò ad avvertire i primi sintomi della reazione emotiva. Avrebbe voluto spaccare tutto, piangere, dare libero sfogo a quello che provava. Ma troppe persone erano presenti; l’ufficio, un tempo inviolabile, improvvisamente s’era riempito di gente, impiegati di Poppy, poliziotti, segretarie, e magari c’erano anche dei cronisti delle agenzie.
Walton recuperò un brandello di autorità.
— Fuori, tutti! — disse forte. Riconobbe Sellors, il capo della sicurezza dell’edificio, e aggiunse: — All’infuori di lei, Sellors. Lei può restare qui.
La piccola folla si dissolse, come per magia. Adesso nell’ufficio erano rimasti in cinque, Sellors, Ludwig, Walton, e i due cadaveri.
Ludwig disse: — Lei ha qualche idea su chi potrebbe trovarsi dietro questo omicidio, signor Walton? Ha già qualche sospetto in merito?
— Non saprei — disse lui, stancamente. — Ci sono migliaia di persone che avrebbero voluto uccidere il direttore. Forse è stato un complotto herscheliano. Ci sarà un’indagine, naturalmente, e vedremo di arrivare in fondo alla faccenda, facendo piena luce sul delitto.
— Le dispiace spostarsi, signore? — domandò Sellors. — Vorrei prendere delle fotografie.
Walton e Ludwig si spostarono, mentre l’uomo della sicurezza si mise al lavoro. Era inevitabile, pensò Walton, che questo accadesse. FitzMaugham era stato il simbolo vivente di Poppy, e tutto l’odio che Poppy aveva accumulato nelle sei settimane di attività che stavano alle loro spalle non avrebbe potuto che esplodere in maniera brutale. Era inevitabile, ed era accaduto.
Camminò verso la porta bruciata e ammaccata, e pensò che avrebbe dovuto farla riparare al più presto. Immediatamente, anzi. Questo pensiero portò subito a un’altra idea, ma prima che quest’ultima avesse potuto fermarsi completamente nel suo cervello, Ludwig la espresse con parole sue, quasi fosse stato telepatico.
— Questa è una tremenda tragedia — disse l’uomo delle Nazioni Unite. — Ma c’è un fattore che la rende meno insopportabile di quanto avrebbe potuto essere. Sono certo che il successore del signor FitzMaugham sarà un degno successore. Sono certo che lei potrà portare avanti il grande lavoro del signor FitzMaugham nella maniera migliore, signor Walton. Ne sono davvero certo, e questo serve, per lo meno, a confortarmi, nel momento della disgrazia, sull’avvenire del Piano.
5
La nuova targa, sulla porta dell’ufficio, portava scritto in lettere nitide:
Aveva obiettato che non gli pareva opportuno mettere la targa, perché la sua designazione era strettamente temporanea, in attesa che l’Assemblea Generale si riunisse per scegliere un nuovo capo di Poppy. Ma Ludwig aveva spiegato che avrebbero potuto trascorrere settimane e perfino mesi, prima che l’Assemblea si radunasse per prendere la decisione, e che non c’era niente di male nel rendere ufficiale il suo incarico, anche se temporaneo.
— Tutto è sotto controllo? — chiese l’uomo delle Nazioni Unite.
Walton lo fissò, con aria infelice.
— Penso di sì. Adesso dovrò soltanto scoprire come funzionavano gli archivi del signor FitzMaugham, e tutto sarà a posto.
— Intende dire che non lo sa?
— Il signor FitzMaugham accordava la sua fiducia a pochissime persone — disse Walton. — Poppy era una creatura sua. L’aveva creata e l’aveva programmata per tanto tempo, che a suo avviso il funzionamento doveva balzare evidente agli occhi di tutti, senza bisogno di spiegazioni. Ci vorrà un certo periodo di assestamento, ma questo è più che naturale.
— Certo — disse Ludwig…
— Il colloquio che doveva avere ieri con il direttore quando lui è stato… bene, di che si trattava? — domandò Walton.
L’uomo delle Nazioni Unite si strinse nelle spalle: — Adesso è irrilevante, in confronto a quanto è accaduto, immagino. Volevo sapere come procedevano i progetti sussidiari dell’organizzazione. Ma immagino che lei dovrà prima consultare tutti gli incartamenti dell’archivio del signor FitzMaugham, se vuole darmi una risposta, eh? — Ludwig lo fissò con sguardo penetrante.
Improvvisamente, Walton trovò antipatico l’allegro politicante dell’ONU.
— Ci sarà un certo periodo di assestamento — ripeté. — Le farò sapere quando sarò pronto a rispondere alle sue domande su Poppy.
— Naturalmente, capisco perfettamente, certo signor Walton.
Finalmente Ludwig prese congedo, e Walton rimase solo nell’ufficio del defunto signor FitzMaugham, per la prima volta dal momento del delitto, e mosse le dita verso l’esterno, in un gesto che tradiva la forte tensione interna che lo pervadeva.
Era stato un pomeriggio pieno di fatica e di disagio, quello precedente, dopo l’incubo dell’assassinio e la successiva inchiesta della sicurezza. Walton, esausto, era tornato a casa presto, lasciando per due ore Poppy senza guida. I notiziari che aveva potuto seguire sui jet-bus non avevano parlato d’altro che del delitto.
“Un brutale assassinio ha oggi posto fine ai giorni del famoso ex-senatore D.F. FitzMaugham, anni ottantuno, Direttore del Piano per il Controllo della Popolazione. Gli ufficiali e gli agenti del servizio di sicurezza hanno dichiarato di nutrire la massima fiducia nella soluzione dello sconvolgente delitto, e…”.
A bordo del jet-bus si era scatenata un vero bailamme di voci.
— Era ora che lo facessero fuori — disse una donna grassa che indossava degli abiti vecchi e consumati. — Quell’assassino, quello sterminatore di bambini!
— Lo sapevo che l’avrebbero preso, prima o poi — disse un vecchio magro e calvo. — Dovevano farlo.
— Si dice in giro che fosse segretamente un herscheliano.
— C’è un nuovo capo di Poppy, adesso, dicono. Prenderanno anche lui, scommetto quel che volete.
Walton, rannicchiato al suo posto, si tirò su il colletto, cercò di chiudere gli occhi. Non funzionò.
— Prenderanno anche lui, scommetto quel che volete.
Quando raggiunse il suo cubicolo a Manhattan, non aveva ancora dimenticato quella profezia. Le parole dure e decise lo avevano perseguitato, in sogno, per tutta la notte, una notte inquieta, piena di incubi e di strane, angosciose paure.
Ora, al sicuro dietro la porta del suo ufficio, quelle parole gli tornarono in mente.
Non poteva nascondersi. Non era riuscito a FitzMaugham, non sarebbe riuscito neppure a lui.
Nascondersi non era la risposta. Walton sorrise amaramente. Se lo aspettava il martirio, che venisse pure il martirio. Il lavoro di Poppy doveva andare avanti. Aveva stabilito di condurre la maggior parte dei suoi affari per visifono; ma quando fosse stato necessario un contatto personale, non avrebbe cercato di evitarlo.
Si guardò attorno, e vide intorno a sé l’ufficio di FitzMaugham. Il direttore era stato figlio del secolo precedente, e non aveva visto niente di orribile nell’arredamento del Cullen Building. A differenza di Walton, perciò non aveva fatto cambiare l’arredamento del suo ufficio.
Questo sarebbe stato uno dei primi lavori… cambiare quella orribile, mastodontica, insopportabile stanza in qualcosa di più discreto, di meno pacchiano, di più tollerabile. Avrebbe dovuto togliere gli enormi lampadari, batterie di lampade al tungsteno che ferivano orribilmente la vista, e sostituirli con un sistema d’illuminazione più sopportabile. E avrebbe dovuto cambiare anche il mastodontico condizionatore dell’aria; avrebbe fatto installare una micro-unità nel giro di pochi giorni, doveva ricordarlo bene.
I problemi del nuovo arredamento erano il meno. Il compito più grande era quello di infilarsi nei panni da gigante di FitzMaugham; e, anche su una base provvisoria, si trattava di un compito che faceva tremare i polsi a Walton.