Walton fece una pausa a effetto, prima di lanciarsi nella parte più importante del suo discorso.
— Sfortunatamente, c'è una razza di creature intelligenti che abitano su un pianeta vicino a questo nuovo mondo. Forse avrete letto le notizie tendenziose, inaccurate e parzialmente errate diffuse dai giornali di oggi, secondo i quali questi esseri stranieri rifiuterebbero di permettere ai terrestri di colonizzare il pianeta. Alcuni hanno chiesto a gran voce una guerra immediata contro questo popolo, i dirnani.
"Devo confermare in parte la notizia diffusa oggi, e cioè il fatto che i dirnani non sono sicuramente ansiosi di avere una colonia terrestre sui pianeti vicini. Per loro noi siamo degli stranieri, e le loro reazioni sono comprensibili. Dopotutto, immaginate che una razza di creature straniere atterri su Marte, e cominci a colonizzare tutto il pianeta vicino… Ci sentiremmo un po' a disagio, per non dire altro.
"E anche i dirnani sono a disagio. Comunque, io ho convocato un ambasciatore dirnano… il nostro primo contatto diplomatico con delle creature straniere intelligenti!… e spero che l'ambasciatore arriverà tra breve sulla Terra. Penso di convincerlo che, permettendoci di colonizzare il mondo di Procione, la cosa potrà essere di beneficio reciproco.
"Avrò bisogno, però, del vostro aiuto. Se, mentre il nostro ospite straniero sarà qui, egli scoprirà che alcuni terrestri malguidati chiedono a gran voce la guerra contro Dirna, certamente non ci considererà dei possibili vicini molto desiderabili, vicini da accogliere a braccia aperte. Voglio sottolineare l'importanza di questo elemento. Certo, noi potremmo muovere guerra a Dirna per il possesso di Procione VIII. Ma perché diffondere lutti e distruzioni tremendi su due mondi, quando potremmo raggiungere pacificamente la nostra meta?
"È tutto quello che ho da dirvi stasera, popoli del mondo. Spero che rifletterete su quanto vi ho detto. Poppy lavora per ventiquattro ore al giorno solo per voi, ma abbiamo bisogno della vostra collaborazione se dovremo raggiungere i nostri scopi e portare l'umanità alla sua piena maturità. Grazie".
Le luci si spensero bruscamente, e Walton per un istante rimase accecato. Quando aprì gli occhi di nuovo, vide che i cameramen stavano portando fuori dall'ufficio i loro apparecchi con rapidità ed efficienza. I programmi regolari erano ripresi sui diversi canali… i balletti e le trasmissioni a quiz, i film del terrore e i caleidovortici.
Adesso che il discorso era finito, adesso che la tensione era stata spezzata, Walton provò un momento di amara delusione. Aveva avuto delle grandi speranze, per il suo discorso, ma era riuscito realmente a farsi capire? Ne dubitava.
Sollevò lo sguardo. Lee Percy era davanti a lui. — Roy, posso dire una cosa? — chiese Percy, con diffidenza.
— Avanti — disse Walton.
— Non so quanti milioni io abbia speso per comprarti il tempo del discorso di stasera, ma so una cosa… abbiamo buttato dalla finestra un bel mucchio di denaro.
Walton sospirò, stancamente.
— Perché dici questo?
— Il tuo discorso — disse Percy. — È stato il discorso di un dilettante. Avresti dovuto lasciar fare ai professionisti, Roy, in una situazione simile.
— Credevo che ti fosse piaciuto il discorso improvvisato, quello che ho fatto quando hanno linciato l'herscheliano. Come mai stasera non è andata?
Percy scosse il capo.
— Vedi, il discorso di quel giorno era diverso. C'era dell'emozione; c'era della forza. Ma stasera non sei riuscito assolutamente a farti sentire.
— No?
— Ci scommetto quello che vuoi. — disse Percy, acidamente. — Non puoi ottenere il favore della pubblica opinione, essendo ragionevole. Tu hai fatto un bel discorso ragionevole e onesto, liscio liscio. Gentile… civile. Hai messo tutto sul tavolo, in modo che loro potessero vedere.
— E questo è sbagliato, vero? — Walton chiuse gli occhi per un momento. — Perché?
— Perché non ti ascolteranno mai! Tu hai dato loro un sermone, quando invece avresti dovuto aggredirli! Ragionevolezza e dolcezza! All'inferno! Non puoi essere "dolce" se vuoi vendere il tuo prodotto a sette miliardi di idioti, di deficienti integrali!
— Sono questo? — chiese Walton. — Sono soltanto idioti?
Percy ridacchiò. — Globalmente, lo sono. Da' loro il pane quotidiano e la stanza in cui vivono, e non se ne fregheranno un accidente di quello che succede nel mondo. FitzMaugham è riuscito a vendere loro Poppy, come sarebbe riuscito a vendere un'auto senza motore. Li ha fregati, in modo che comprassero una cosa che non volevano e alla quale non avevano mai pensato. Il popolo se ne frega, Roy. Basta che mangi. Se non mangia, tutti gli ideali più cretini li indurranno a fare la rivoluzione, per mangiare; ma questo è tutto quello che vogliono.
— Loro avevano "bisogno" di Poppy, che lo volessero o no. Nessuno ha bisogno di un'auto senza motore, invece.
— Allora è una cattiva analogia — disse Percy. — Ma è la verità. Alla gente non importa un accidente di Poppy, se non per quello che li riguarda direttamente. Se avessi detto al popolo che quegli stranieri li avrebbero ammazzati tutti, dal primo al dannato, ultimo idiota della Terra, se non si fossero comportati da buoni vicini, saresti riuscito a convincerli. Ma questa dolcezza e questa onestà… oh, no, Roy. Non funziona, non funzionerà mai, e te ne devi convincere.
— È tutto quello che hai da dirmi? — chiese Walton.
— Penso di sì. Volevo solo mostrarti dove avresti avuto una enorme possibilità di successo, che invece hai lasciato perdere del tutto. Qui noi avremmo potuto aiutarti, se ce lo avessi permesso. Non voglio che tu mi creda in malafede, Roy… non voglio essere né scortese né critico; ma sto solo cercando di aiutarti, devi convincertene.
— Va bene, Lee. Esci.
— Uh?
— Vattene. Va' a vendere del ghiaccio agli esquimesi. Lasciami solo, vuoi?
— Se vuoi così. Accidenti, Roy, non preoccuparti troppo. Possiamo sempre riparare le cose, prima che questo straniero arrivi sulla Terra. Possiamo diffondere la sostanza del discorso di stasera in maniera così sottile, che la gente non si ricorderà nemmeno…
— Vattene via!
Percy si avviò verso la porta. Fece una pausa sulla soglia e disse: — Sei tutto sottosopra, Roy. Dovresti prendere una pillola, o qualche altro buon rimedio per i tuoi nervi.
Bene, così aveva la sua risposta. La valutazione di un esperto del contenuto e dell'effetto del suo discorso.
Accidenti, lui aveva "tentato" di convincerli. Percy diceva che non c'era riuscito e probabilmente Percy aveva ragione, benché Walton non volesse ammetterlo.
Ma l'atteggiamento di Percy era il solo esistente? Bisognava mentire al popolo, spingerlo come una bestia, bisognava trattare sette miliardi di anime alla stregua di sette miliardi di idioti?
Forse. In quello stesso momento miliardi di esseri umani… gli stessi esseri umani per salvare i quali Walton spendeva tante energie… stavano fissando i caleidovortici sui loro teleschermi. Il loro sguardo si andava facendo fisso e vitreo. Le bocche cominciavano a socchiudersi, ad aprirsi, le guance a piegarsi, le labbra a pendere mollemente, mano a mano che l'ipnosi prodotta dai disegni colorati faceva effetto.
Questa era l'umanità. Gli uomini, tutti gli uomini erano impegnatissimi a dimenticare le cose che avevano appena udito. Che erano stati costretti ad ascoltare. Tutti i paroloni, come "mandato" e "ribattezzato" e "tendenziose", "inaccurate" e "parzialmente errata" e "distruzione globale". Tante sillabe spiacevoli e indigeste da spazzare via, con l'aiuto dei vortici di colori cangianti.
E da qualche altra parte, forse, un poeta chiamato Prior stava ascoltando i colpi di tosse di un bambino e cercava di scrivere un poema… un poema che Walton e pochi altri avrebbero letto con emozione e passione, mentre i miliardi e miliardi di uomini l'avrebbero ignorato.
Walton capì che Percy aveva ragione, aveva pienamente ragione: Roy Walton non avrebbe mai potuto vendere Poppy al mondo. Ma FitzMaugham, quel genio astuto e contorto, c'era riuscito. Agitando le mani davanti al pubblico e dicendo "abracadabra", era riuscito a strappare la loro approvazione prima che si rendessero conto della natura di quello che stavano comprando.