— Un atto criminale? Può darsi… ma allora siamo in due in famiglia, vero, Roy?
— Che cosa sai?
— Non vorrai che cominci a recitare tutto attraverso un sistema di comunicazione pubblico, vero? Il tuo amico FitzMaugham potrebbe ascoltare ogni parola di questa conversazione, e i miei sentimenti fraterni mi impediscono di provocare un pasticcio del genere. Il vecchio dottor Walton non vuole mettere nei guai il suo amato fratello maggiore… oh, no, certo!
— Grazie per la cortesia — disse Roy, in tono acido.
— Tu mi hai procurato questo lavoro. Tu me lo potresti togliere. Diciamo che, per il momento, siamo pari, che ne pensi?
— Come vuoi — disse Walton. Era in un bagno di sudore, anche se il filtro inventato appositamente per gli executive e che era stato applicato nell'impianto di trasmissione del suo visifono impediva che Fred vedesse questo, e gli mostrava Roy fresco come una rosa. — Ho del lavoro da finire, adesso. — La sua voce era quasi inudibile.
— Allora non voglio trattenerti più a lungo — disse Fred. Lo schermo si spense.
Walton chiuse il collegamento con rabbia, si alzò, camminò lentamente verso la finestra. Spostò i comandi e il sistema opacizzante della finestra cessò di funzionare, il velo bianco si dissolse, rivelando il fantastico alveare della città che si stendeva sotto e intorno a lui.
"Idiota!" pensò. "Stupido!"
Aveva rischiato tutto, anche la vita, per salvare un bambino, un bambino probabilmente condannato a una morte precoce, comunque fossero andate le cose. E FitzMaugham lo sapeva… il vecchio era capace di leggere in Walton come in un libro aperto… e anche Fred lo sapeva. Suo fratello, e l'uomo che era stato come suo padre per lui. Entrambi sapevano.
FitzMaugham, probabilmente, questa volta avrebbe deciso di nascondere il tradimento di Roy, ma avrebbe riposto meno fiducia in lui per il futuro. E per quello che riguardava Fred…
Era impossibile dire cos'avrebbe fatto Fred. I due fratelli non erano mai stati molto vicini; avevano vissuto con i genitori (ormai quasi totalmente dimenticati) finché Roy non aveva avuto nove anni e Fred sette. I loro genitori erano scomparsi vicino a Maracaibo in un incidente aereo; Roy e Fred erano stati affidati all'assistenza pubblica.
In seguito avevano percorso due strade nettamente separate. Per Roy, un'istruzione legale, un breve periodo trascorso come segretario privato del senatore FitzMaugham, seguito, il mese scorso, dall'improvvisa elevazione al rango di vicedirettore e amministratore aggiunto del Centro, appena creato. Per Fred, studi medici, una carriera privata di prospettive e terminata in un grosso insuccesso, e infine il lavoro nella sezione del Sonno Felice di Poppy, posto ottenuto grazie a Roy.
"E adesso per la prima volta il gioco è in mano sua" pensò Walton. "Spero che non voglia il mio sangue".
Era impantanato in una specie di palude, e solo adesso se ne rendeva conto. Per dirigere Poppy ci voleva un uomo duro, freddo e deciso, mentre dentro di lui c'era una gentilezza d'animo che faceva parte del suo carattere, e che era realmente micidiale. Walton si rese conto, d'un tratto, di avere raggiunto il suo posto senza alcun merito reale. L'unica mossa onorevole, da parte sua, sarebbe stata quella di presentare immediatamente le sue dimissioni al direttore FitzMaugham.
Riandò col pensiero alle parole che il senatore gli aveva detto più volte. "Questo è un lavoro per uomini senza cuore. Poppy è l'organizzazione più crudele che mai l'uomo abbia creato e approvato con una legge. Credi di riuscire a farcela, Roy?"
"Lo credo, signore; lo spero".
Ricordò che, dopo questa dichiarazione, aveva parlato a lungo della necessità del controllo della popolazione, della necessità immediata di affrontare con rigore il problema del continuo aumento della popolazione terrestre. Erano state frasi fatte, nebulose, e un po' stupide, magari.
"Una crudeltà temporanea è sempre il prezzo della felicità" aveva detto FitzMaugham.
Walton ricordava il giorno in cui le Nazioni Unite avevano finalmente concesso la loro approvazione, avevano scatenato il Centro, il Piano per il Controllo della Popolazione, come una belva feroce e famelica in un mondo troppo sbalordito per reagire. Per reagire? Non proprio. C'era stata una salve di "flash" di fotografi, c'erano stati gli articoli dei giornalisti che avevano dato la notizia al mondo, c'era stata la momentanea nobiltà d'animo del popolo, c'era stata la fugace esaltazione per l'alta missione di Poppy in un mondo che ne aveva enormemente bisogno.
E poi le sei settimane successive, durante le quali l'odio si era formato e aveva continuato a crescere. Nessuno amava Poppy. Nessuno amava applicare degli antisettici sulle ferite, eppure era una cosa necessaria; faceva male un momento, ma evitava dei mali infinitamente peggiori.
Walton scosse il capo, e si sentì pieno di rimorsi. Aveva commesso un grave errore, salvando la vita a Philip Prior. Ma dare le dimissioni non era il metodo più indicato per espiare la sua colpa.
Fece ritornare opaca la finestra e ritornò alla sua scrivania. Era il momento di affrontare la montagna della posta.
La prima lettera del mucchio era indirizzata a lui ed era scritta a mano; l'aprì e le diede una rapida occhiata.
Egregio sigg. Walton,
ieri i suoiumini hanno venuto per prendere mia madre e farla ammazzarre. Lei non ha fatto gniente e ha vissuto una buona vita per settant'anni e io le voglio far sapere che voi tutti siete i più grandi vermi della storia dopo Hitler e Stalin e quando siete vecchi e malati spero che i vostriuomini venghino e vi buttano nel forno che vi meritate. Lei puzza e tutti voi puzzate.
Firmato, "Schifo"
Walton si strinse nelle spalle e aprì la lettera successiva, scritta a macchina da un audio-registratore automatico, su carta da lettere pregiata.
Egregio Signore,
ho letto sui giornali che le ultime cifre inerenti l'applicazione dell'eutanasia sono ancora notevolmente salite, e che lei ha liberato con successo il mondo da molti deboli e incapaci, da coloro i quali si sono dimostrati inadatti ad affrontare la vita, da coloro che, per usare le parole dell'immortale Darwin, "non sono degni di sopravvivere". Voglia gradire le mie più vive congratulazioni, egregio signore, per la lungimiranza e il nobile fine del suo programma audace e coraggioso. Il suo Piano offre all'umanità la prima, vera possibilità di entrare nella terra promessa, di raggiungere quella lontana Utopia che è rimasta nella nostra speranza e nelle nostre preghiere per tanto tempo.
Spero sinceramente, però, che il suo Centro stia dedicando la propria meditata attenzione al tipo di cittadino che dovrebbe essere risparmiato. Appare evidente che miriadi di asiatici brulicanti per tutto il mondo siano il primo obiettivo di una drastica riduzione, dato che la loro incontrollata proliferazione già ha causato tanti danni e tanti stenti all'intero genere umano. Lo stesso si può dire per gli europei che rifiutano di riconoscere la ragione comune; e, avvicinandoci alla nostra patria, la prego di ridurre il numero degli ebrei, dei cattolici, dei comunisti, degli anti-herscheliani, e del resto di quella marmaglia che tanto ci tormenta, per fare poi rinascere un mondo più puro e più pulito e…
Tossendo, in preda al più completo disgusto, Walton lasciò cadere la lettera. Erano quasi tutte di quel tipo: intelligenti, razionali, fanatiche. C'era stato il professore dell'Alabama, uomo di cultura, senz'altro, che si era lamentato perché Poppy non aveva già deciso di eliminare tutti i cittadini di seconda classe; c'era stato il pastore del Michigan, ansioso di assicurazioni sul fatto che nessun empio ateo materialista sfuggisse alla camera a gas.
E, naturalmente, c'erano le altre lettere… lettere vergate in caratteri incerti, dalle mani di persone che appena avevano frequentato le elementari, e che venivano mandate da genitori o parenti ai quali era stato tolto un figlio o un altro parente, i quali accusavano Poppy di crimini innominabili contro tutta l'umanità.