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E proprio accanto all’autostrada stava il boschetto di salici.

Blaine vi lanciò una rapida occhiata, e c’erano soltanto i salici. La luce della luna non si rifletteva su superfici metalliche. Fece qualche altro passo, poi tornò a guardare e questa volta ebbe la certezza di non essersi ingannato. Non c’erano macchine, nel boschetto di salici. Harriet se ne era andata.

Brava, pensò. Quella ragazza aveva avuto buon senso. Probabilmente s’era affrettata ad andarsene non appena aveva visto arrivare Rand. Molto probabilmente aveva pensato che la cosa migliore era battersela, per potere intervenire in un’altra occasione.

«Immagino,» disse Kirby Rand, «che tu non sappia dove andare.»

«No,» disse Blaine. «Non lo so.»

«Brutta città, questa,» gli disse Rand. «Qui prendono molto sul serio quelle storie dei lupi mannari e della stregoneria. I poliziotti mi hanno fermato due volte. Mi hanno detto che dovevo chiudermi da qualche parte. Mi hanno detto, molto severamente, che era per il mio bene.»

«Sono tutti maledettamente nervosi,» gli disse Blaine. «Lambert Finn è qui.»

«Oh, sì,» disse Rand, in tono di noncuranza. «È un nostro vecchio amico.»

«Non è mio amico. Non l’ho mai conosciuto.»

«Un tipo affascinante,» disse Rand. «Molto affascinante.»

«So pochissimo, di lui,» disse Blaine. «Soltanto quello che ho sentito raccontare.»

Rand emise un grugnito.

«Ti consiglierei,» disse, «di passare la notte alla Stazione di Scambio. Il gestore riuscirà a sistemarti un letto da qualche parte. E non mi sorprenderebbe se tirasse fuori anche una bottiglia. Sento il bisogno d’una buona dose di liquore.»

«Anch’io.» disse Blaine.

Era inutile lottare, ormai, era inutile come sarebbe stato inutile cercare di fuggire. Stavi al loro gioco, e aspettavi l’occasione. Loro cercavano di coglierti alla sprovvista, e tu cercavi di cogliere alla sprovvista loro. E intanto tu sapevi benissimo, e anche loro lo sapevano, che si trattava di un gioco molto corretto ed educato, ma assolutamente mortale.

E poi si chiese perché se la prendeva tanto. Dopo quelle ultime settimane, si disse, l’Amo gli sarebbe sembrato un posto meraviglioso. Anche se l’avessero mandato nella villeggiatura-prigione della Bassa California, sarebbe stato sempre meglio delle prospettive che si trovava di fronte in quella città sulle rive del Missouri.

Raggiunsero la macchina parcheggiata sul ciglio della strada, e Blaine attese che Rand si fosse seduto dietro al volante, poi salì a sua volta.

Rand avviò il motore, ma non accese i fari. Riportò la macchina sull’autostrada e partì.

«La Polizia non può fare altro che obbligarci a metterci al coperto,» disse, «ma mi sembra inutile avere a che fare con quella gente se possiamo evitarlo.»

«Giusto,» disse Blaine.

Rand evitò il centro della città, passò furtivamente per le strade secondarie. Finalmente si infilò in un vicolo, svoltò in un parcheggio e si fermò.

«Eccoci arrivati.» disse. «Andiamo a bere quel liquore di cui abbiamo parlato.»

Bussò alla porta di servizio, che subito si aprì, ed entrarono nel retrobottega della Stazione di Scambio. Blaine vide che quasi tutto lo spazio era utilizzato per immagazzinare la merce, ma c’era un angolo che serviva come soggiorno. C’era un letto, una cucina e una tavola. Vi era anche un grande camino di pietra nel quale ardeva un fuoco di legna, e comode poltrone schierate tutto intorno.

Accanto alla porta che dava nel negozio vero e proprio c’era una struttura massiccia che sembrava una grande cassa; e Blaine, sebbene non ne avesse mai vista una, la riconobbe immediatamente. Era un transo: il trasferitore di materia che aveva contribuito a rendere possibile il consolidamento della rete commerciale delle Stazioni di Scambio in tutto il globo. Attraverso quella cassa metallica poteva arrivare, da un momento all’altro, qualunque merce che fosse necessaria alle migliaia di rivendite al minuto.

Quella era la macchina di cui aveva parlato Dalton quella sera, alla festa in casa di Charline… la macchina che, a quanto aveva affermato, avrebbe potuto distruggere le aziende di trasporto di tutto il mondo, se l’Amo avesse deciso di destinarla all’uso pubblico.

Rand agitò una mano, indicando una delle poltrone.

«Accomodati,» disse a Blaine. «Grant ci procurerà una bottiglia. Ce l’ha, vero Grant?»

Il gestore sogghignò.

«Lo sa benissimo che ce l’ho. Come farei a resistere, altrimenti, in un posto simile?»

Blaine sedette in una delle poltrone davanti al camino, e Rand sedette di fronte a lui, fregandosi le mani.

«Ci siamo separati davanti a una bottiglia,» ricordò a Blaine. «Direi che è molto giusto ritrovarci davanti a un’altra bottiglia.»

Blaine avvertì dentro di sè una tensione crescente, la sensazione di essere chiuso in trappola, ma sorrise a Rand.

«Sai che margine di vantaggio avevo, quella sera?» chiese. «Otto piccoli, luridi minuti. Nient’altro.»

«Hai sbagliato i calcoli, Shep. Ne avevi esattamente dodici. I ragazzi avevano perso un pò di tempo ad analizzare il nastro.»

«E Freddy,» continuò Blaine. «Chi avrebbe mai immaginato che Freddy lavorava per voi?»

«Saresti veramente sorpreso,» gli disse gentilmente Rand, «se ti dicessi chi c’è, fra quelli che lavorano per me.»

Rimasero seduti comodamente davanti al fuoco lingueggiante, misurandosi a vicenda.

Finalmente Rand riprese a parlare.

«Perché non mi racconti tutto, Shep? Io non conosco tutte le spiegazioni. Non sono riuscito a capire. Sei incappato in una strana situazione, al largo delle Pleiadi, e continui a startene così abbottonato…»

«Abbottonato?»

«Sicuro. Abbottonato. Vuoi tenerti il segreto in esclusiva. Sapevamo che avevi trovato qualcosa, e abbiamo mandato altri, lassù, e il tuo amico se ne sta là e li guarda fisso, e non fa nient’altro. Cercano di parlargli, e quello è assolutamente sordo. Fa finta di non sentirli neppure. Fa finta di non capire…»

«È per via della fratellanza,» disse Blaine. «Abbiamo compiuto i riti. Tu non lo capiresti.»

«Credo di capire,» disse Rand. «In che misura sei diventato alieno, Shep?»

«Mettimi alla prova e vedrai.»

Rand rabbrividì.

«No, grazie. Vedi, ho seguito le tue tracce. Cominciavano con Freddy, e diventavano sempre più strane.»

«E che cosa hai intenzione di fare?»

«Mi venga un accidente se lo so,» disse Rand.

Il gestore portò una bottiglia e due bicchieri.

«E per lei?» chiese Rand.

Grant scosse il capo.

«Ho una quantità di merce da mettere ancora in ordine. Se non le spiace…»

«No, naturalmente,» rispose Rand. «Continui pure il suo lavoro. Una cosa…»

«Che cosa, signore?»

«Vorrei sapere se il signor Blaine può passare la notte qui.»

«Certamente. Ma non è un gran bel posto.»

«Non ha importanza,» disse Blaine.

«Le cederei volentieri il mio letto, ma francamente non le conviene. Quando ci si è abituati, ci si riesce a dormire, ma le prime volte…»

«Non avevo intenzione di portarglielo via.»

«Potrei prendere un pò di coperte, e arrangiare una specie di giaciglio sul pavimento. Mi creda, sarebbe sempre meglio che quel letto.»

«Andrà benissimo,» disse Blaine. «La ringrazio.»

Rand prese la bottiglia e la stappò.