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No, garantì una voce telepatica. I cavalli sono salvi.

Come raggelata, Marjorie s’immobilizzò. Appena si fu ripresa dallo sbalordimento causato da quella voce che apparteneva alla foresta, e non a quei sotterranei tenebrosi, si volse verso di essa, tremando, come l’ago di una bussola verso il settentrione.

Qui. Qui.

Come un pesce all’amo, Marjorie seguì la voce per gallerie in salita e tortuose rampe di scale, giungendo così nelle stalle, dove, dinanzi al portone, vide occhi e zanne brillare di quando in quando nell’aria increspata come un miraggio: Lui era là, coi cavalli che mangiavano tranquillamente. Quando Don Chisciotte la salutò con un dolce nitrito, Marjorie si addossò alla parete, scossa da un tremito, e si chiese se Lui fosse solo, o in compagnia di altre volpi: Perché sei qui? chiese.

Sapevo che saresti venuta nelle stalle, rispose Lui, trasmettendo limpide parole umane.

Ciò che l’uso di questo linguaggio implicava scosse Marjorie: Non avrei mai potuto abbandonare i miei amici.

Lo so. Lo sapevo anche prima, ma il mio popolo non credeva in te.

Ha cambiato idea?

Sì, a causa dei cavalli. Dopo questa risposta, Egli trasmise una serie di immagini: Marjorie in sella a Don Chisciotte, entrambi circondati dagli Hippae. Marjorie che rifiutava l’offerta di soccorso dell’aeromobile che li sovrastava. Amazzone e cavallo enormi, a mostrare l’importanza fondamentale della decisione. Marjorie che rifiutava di abbandonare i cavalli.

In quel momento, pensò Marjorie, ho creduto che fosse una sciocchezza.

Una sciocchezza. Importante. È importante sapere che una persona è disposta a rischiare la vita per una creatura diversa da lei. È importante sapere che gli umani provano lealtà. È importante sapere che l’amicizia può esistere anche fra razze diverse.

Gli Arbai erano vostri amici?

Una negazione. Arbai che istruivano gli Hippae e si sforzavano di ignorare le volpi che si aggiravano nei dintorni. Alle volpi sembrava che gli Arbai preferissero comunicare con distacco, anziché telepaticamente, come le volpi stesse. Schifiltoso riserbo degli Arbai. Pudore eccessivo, simile a quello di Marjorie, ma molto più esasperato. Incapacità di scorgere il male, ma rifiuto consapevole di comunicare intimamente.

Marjorie comprese a perfezione questo timore profondo degli Arbai: Confidenza eccessiva! Orribile!

Assenso. Eppure. Pietà e colpa per coloro che erano periti.

Gli Arbai furono sterminati anticamente, ma adesso stiamo morendo noi, annunciò Marjorie. Gli Hippae sono lassù: entreranno nel Comune e massacreranno tutti.

Sono già nel Comune, ma questa volta non uccidono molto.

Ci state proteggendo?

Adesso sappiamo che cosa sta succedendo.

Prima non lo sapevate? Non sapevate che cosa accadde agli Arbai? Sembrava impossibile, eppure, a ben vedere. Il massacro era avvenuto nel cuore della prateria, lontano dalla foresta.

Alcuni di noi odiavano gli umani perché ci cacciavano. Alcuni pensavano che non fosse affar nostro, che non dovessimo preoccuparci, perché non sareste diventati nostri amici, più di quanto lo fossero diventati gli Arbai. Io spiegai che Mainoa era un amico, però mi risposero che era unico, diverso da tutti gli altri: una eccezione. Io sostenni che altri sarebbero diventati amici. Poi sei arrivata tu. Gli altri hanno detto che anche tu eri una eccezione, ma io ho sostenuto che altri diventeranno amici. Ne abbiamo discusso a lungo, infine siamo giunti a un compromesso. Allegria. Quasi una risata. Ma anche tristezza, esitazione. Abbiamo concordato che, se sei davvero mia amica, posso dirlo a te.

A me?

Se mi darai la tua parola di essermi amica come lo è stato Mainoa, e di restare con me.

Poiché aveva già deciso di rimanere su Grass, dove almeno la gente avrebbe capito quello che era accaduto a Stella, Marjorie assentì senza esitare: Hai la mia parola.

Resterai con me?

Sì.

Anche se non sarà qui?

Non qui? E dove, se non qui? Invano Marjorie attese risposta, rammaricandosi di non vedere il Suo viso, la Sua espressione.

Ogni volpe vede le altre volpi.

Era naturale: ogni volpe vedeva le altre volpi, nell’intimo. Marjorie arrossì: lei stessa avrebbe potuto vedere le volpi allo stesso modo se si fosse spogliata di se stessa per unirsi a loro. Come gli amanti si denudavano per unirsi ai loro amanti, così le volpi si spogliavano da tutti i veli dell’illusione per percepire la realtà. Tuttavia Marjorie in quel momento non riusciva a vedere Lui. Non le restava che rifiutare le sue condizioni, oppure accettarle come se si trattasse di un rituale, o una cerimonia di matrimonio, promettendo di abbandonare tutti gli altri per una creatura enigmatica, senza alcuna certezza su cui basarsi, e giurando di rinunciare al nucleo della propria personalità per qualcosa d’altro. Consapevole del pericolo, Marjorie trasalì. Si trattava di prendere o lasciare, ma come poteva? Era proprio quello che voleva anche Rigo, e lei aveva tentato più e più volte, sempre invano, perché non era riuscita a conoscerlo, a fidarsi di lui. Doveva fidarsi di Primo? Non soltanto Lui era riuscito a comprenderla, ma aveva impegnato Se Stesso e la Sua gente per salvare lei e la sua gente. Cos’altro avrebbe potuto fare per meritare fiducia? Cos’altro avrebbe potuto chiedergli di fare? Sentendosi soffocare, Marjorie sospirò e si impegnò per sempre: Sì, lo prometto.

Allora Lui le mostrò perché e come gli Arbai erano morti, e perché l’umanità stava morendo.

Quando ebbe compreso, Marjorie si appoggiò a Lui, mentre idee, ricordi, riflessioni, intuizioni le turbinavano senza ordine nella mente. Poco a poco, e senza che Lui intervenisse, ogni dettaglio si combinò con gli altri a comporre finalmente un quadro preciso e coerente. La sua comprensione era soltanto parziale, eppure la risposta era là, vicina, come un tesoro che si rivelasse scintillando nella corrente di un fiume. C’è una cosa che devi prendere per me, pensò Marjorie. Poi dovrò percorrere questi sotterranei fino alla città.

In silenzio, senza farsi notare, Marjorie arrivò nella caverna e rimase immobile in un angolo, a concentrarsi per essere in grado di spiegare tutto nella maniera più ordinata.

Dopo un poco, Lees Bergrem, curva sulla scrivania, si accorse di essere osservata e alzò lo sguardo: — Marjorie?! Pensavo che foste all’Albergo dell’Astroporto, assediata dagli Hippae!

— Esiste almeno una galleria che passa sotto la Mug. Me ne sono servita per tornare qui. Debbo parlarvi.

— Non ho tempo per parlare di niente — rifiutò Lees, volgendosi per riprendere il proprio lavoro.

— Credo di sapere come trovare una cura per la peste.

Con occhi ardenti, Lees si rigirò a scrutare Marjorie: — Ah, così, semplicemente, lo sapete?

— Sì, così. Per la verità, sono a conoscenza di qualcosa d’importante. O meglio: due cose importanti.

— Dite pure.

— La prima cosa importante è questa: gli Hippae sterminarono gli Arbai scagliando pipistrelli morti nei loro apparecchi di teletrasporto. Poiché noi non disponiamo di nulla del genere, gli Hippae ci uccidono collocando pipistrelli morti nelle nostre cosmonavi.