Né Marjorie né padre James avrebbero cambiato idea prima della partenza dell’astronave per la Terra, anche se entrambi avrebbero capito che l’opera intrapresa era molto più ardua del previsto.
20
Nella Città Arborica degli Arbai, la primavera fu seguita da una estate infinita, a cui succedette un autunno eterno, che trascorse tranquillamente giorno dopo giorno, mentre l’inverno si avvicinava poco a poco. Pur sapendo che presto avrebbero dovuto ritirarsi nei sotterranei, gli abitanti della città indugiavano. Due di essi, e forse alcuni altri, attendevano una certa occasione, mentre i restanti non aspettavano nulla. Il sole scintillava ancora tra le fronde e il vento era gelido soltanto di quando in quando. Le giornate erano ancora abbastanza calde per restare seduti accanto a una finestra aperta, a leggere un libro, o scrivere una lettera.
Mio caro Rigo,
hai scritto ancora una volta per chiedere a Tony e a me di tornare sulla Terra. Tony deve rispondere per se stesso. Quanto a me, ti ho già scritto varie volte, dopo la tua partenza, tentando di spiegarti perché non posso tornare. Ora mi sembra sciocco ripetere di nuovo parole che non hanno avuto alcun effetto sinora. È autunno, qui su Grass, dunque sulla Terra sono trascorsi vari anni. Dopo tutto questo tempo, mi chiedo perché t’importi ancora tanto del nostro ritorno.
Marjorie smise di scrivere per guardar fuori dalla finestra della propria casa, mentre Rillibee Chime si lasciava cadere sulla veranda, di ritorno dopo un’arrampicata sulle cime degli alberi, dove indugiavano alcuni giovani Frati Verdi, di cui si udivano le voci. I monaci più anziani, incluso il priore Laeroa, si trovavano nel loro convento, lontano, nella foresta. I Frati Verdi non avevano lasciato Grass, né mai sarebbero partiti, altrimenti. Chi avrebbe creato i giardini d’erba?
— Tutte le foglie si arricciano o cadono — annunciò Rillibee. — Tutte le creature stanno scendendo dalle cime degli alberi. — E si accostò a Stella, che era seduta a leggere. — Gli anfibi si stanno seppellendo nel fango.
Allora Stella alzò lo sguardo. Il suo viso era sincero, fanciullesco, tuttavia ella era di nuovo una giovane donna, anche se diversa da quella che era stata un tempo. — Anche gli animaletti da pelliccia? — chiese.
— Certo.
I due giovani si scambiarono un bacio.
Allora due ragazze si affacciarono a una finestra all’altro capo di un ponte e, per burla, presero ad imitare schiocchi di baci, con una sorta di ferale abandono animale.
— Ehi, voi due! — gridò Rillibee. — Rimettetevi a studiare!
Le due ragazze rientrarono, obbedienti.
— Stanno migliorando — osservò Stella. — Janetta sa già leggere dieci parole, e Dimity ha quasi smesso di togliersi sempre i vestiti.
— Tuo fratello è un bravo maestro.
— Le volpi sono brave maestre: non impongono nulla. Anch’io vorrei saper parlare un poco la loro lingua, come Dimity e Janetta.
— Non vuoi poter parlare con tua madre?
Stella arricciò il naso.
Fissando il foglio quasi bianco sullo scrittoio portatile, Marjorie sospirò in silenzio. Nonostante i mutamenti che aveva subito, Stella non aveva particolare desiderio di parlare con lei, anche se era molto più gentile di un tempo. Comunque, presto non avrebbe più avuto una madre con cui parlare, quindi ogni rammarico era inutile.
— Che ne dici di parlare con me? — chiese Rillibee.
— Sì — rispose Stella con gioia. — Ho voglia di parlare con te.
— Cosa hai voglia di fare?
— Andare a salutare frate Mainoa. Presto rimarrà tutto solo, quindi conviene andarci adesso.
— Hai ragione — annuì Rillibee, prendendola per mano.
Insieme, i due ragazzi si incamminarono verso il ponte, fermandosi spesso ad osservare con meraviglia un animale, o una foglia, o un fiore.
Intanto, Marjorie riprese a scrivere:
Ti ringrazio per averci tenuti al corrente di quello che è accaduto alla Santità. Avevamo già saputo che il Prelato era stato destituito in contumacia e che la Santità stessa era stata invasa e in gran parte distrutta. Durante la sua ultima visita al Comune, Rillibee ha saputo che ormai essa è in rovina, e gli angeli sulle torri levano le trombe al cielo deserto, e tutti coloro che si trovavano a bordo della Israfel sono morti di peste su un pianeta disabitato dove si erano rifugiati. Senza dubbio erano rimasti contagiati su Grass. Mi dispiace per Favel Cobham, che era proprio un bravo ragazzo.
— Fermati! — disse Stella.
Marjorie guardò fuori.
Obbediente, Rillibee si fermò a breve distanza dal ponte: — Perché?
— Voglio vedere gli innamorati arbai: stanno arrivando adesso.
Osservati dagli umani sulla veranda e nella casa, gli amanti inumani si appoggiarono al cavo portante e si abbracciarono.
— Quali sono i loro nomi? — sussurrò Stella.
— Lo sai benissimo — rispose Rillibee.
— Dimmelo!
— Quello che probabilmente è un ragazzo si chiama Ssanther, e quella che probabilmente è una ragazza si chiama Usswees.
— Nomi arbai.
— Certo, nomi arbai.
In silenzio, Marjorie ripeté i nomi che ben conosceva. Studiosi di Semling e Shafne avevano registrato le parole trasmesse dagli altoparlanti della città per compararle con quelle contenute nei libri, e avevano dichiarato che i proiettori nascosti fra gli alberi avrebbero continuato a funzionare per almeno un secolo. Altri proiettori erano stati trovati sepolti fra le rovine, perciò era stato possibile spiegare le misteriose «allucinazioni». Decifrata la lingua degli Arbai, gli studiosi non avevano faticato a svelare gli altri enigmi della loro civiltà, mentre gli scienziati erano riusciti persino a riattivare gli apparecchi di teletrasporto che si trovavano su Grass, benché non li avessero ancora sperimentati.
Marjorie riprese a scrivere:
Su Grass, le volpi hanno deciso di assumersi nuovamente tutte le responsabilità della loro esistenza. Hanno costruito alcuni villaggi, dotati di recinti ad energia solare che impediscono l’uscita alle rane e l’ingresso agli Hippae. In essi, le volpi che ne sono ancora capaci hanno ripreso a deporre uova. Allevano le rane che nascono dalle loro uova e mangiano quelle che nascono dalle uova deposte dagli Hippae. Così, la malvagità degli Hippae scomparirà col tempo.
I Frati Verdi hanno cominciato a creare giardini intorno a questi villaggi. Dove un tempo prosperavano i giardini di Collina d’Opale, ho potuto visitare una nuova prima superficie che un giorno diventerà così bella da sbalordire persino il grande Snipopean. Le volpi concordano sul fatto che, a prescindere da qualunque altra attività, la bellezza non deve scomparire, anzi, deve essere conservata e tramandata, affinché i nostri destini non siano immiseriti. Anche Klive rinascerà.
Deposto lo stilo, Marjorie si massaggiò le dita intorpidite, guardando fuori dalla finestra e rammentando Klive, Collina d’Opale, e i loro giardini magnifici, che non avrebbero potuto essere descritti adeguatamente neppure da Snipopean, poiché questi non aveva mai danzato con le volpi.
D’un tratto, Marjorie tornò al presente.
Scriveva soltanto per mantenersi occupata in quelle ultime ore. Aveva già compiuto tutti i preparativi: lo zaino dal contenuto accuratamente selezionato era accanto alla porta. Chi avrebbe pensato che una promessa l’avrebbe condotta tanto lontano?
Intanto, nella veranda, Stella prese Rillibee per un braccio: — Vieni! — Insieme, i due ragazzi percorsero il ponte per scendere poi al verde prato pianeggiante alla base di un alto albero da frutta, dove l’erba sulla tomba di Mainoa era sempre cosparsa di frutta, semi e frammenti di corteccia.