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— Molto interessante — mormorò Marjorie. — Comunque sono certa che vi occuperete del trasporto dei cavalli nel migliore dei modi. Poi, se sarete così gentile da raccomandarmi una o due persone che conoscano le usanze di Grass, potrei cominciare ad arredare la residenza e conoscere alcuni dei nostri vicini.

Jerril s’inchinò: — Certamente, lady Westriding, certamente. Requisiremo un aviocarro ai plebei. E fra una settimana organizzeremo tutto affinché possiate assistere alla Caccia che si terrà nell’estancia dei bon Damfels, così avrete occasione di conoscere molti dei vostri ospiti. — Ciò detto, si accomiatò con un inchino. Lasciata la stanza, salì la scala per uscire attraverso i vuoti appartamenti estivi, infine chiamò l’altro bon e se ne andò con lui.

Meditando sul fatto che bon Haunser aveva detto «ospiti» anziché «vicini», Marjorie si domandò se avesse voluto sottolineare il significato implicito di tale distinzione: personalmente, ella ne era ben consapevole.

— Cos’è successo? — domandò Rigo, dal corridoio che conduceva agli uffici.

— L’obermun bon Haunser mi stava spiegando che i cavalli non sono stati ancora rianimati — rispose Marjorie, volgendosi a fronteggiare il marito.

Snello e non meno aristocratico dell’obermun, Rigo vestiva completamente di nero, tranne il colletto a strisce rosse e purpuree che era la sua insegna di ambasciatore. La sua persona e le sue proprietà erano inviolabili, immuni da qualsiasi accusa o confisca, pena una rappresaglia da parte della Santità, la quale però era troppo remota, nonché troppo impegnata ad affrontare i suoi problemi interni e gli orrori dell’epoca, per poter compiere qualsiasi ritorsione. Poco prima, Rigo aveva ammesso di sentirsi inquieto. Ora sembrava circonfuso di tenebra e aveva la tipica espressione che Marjorie definiva, ma soltanto fra sé e sé, «faccia torva»: le labbra serrate in una sorta di dura smorfia, e gli occhi neri ombreggiati dalle folte sopracciglia, lievemente appannati dalla stanchezza.

Per scacciare la sua irritazione, Marjorie tentò di suscitarne l’interesse: — Sai, Rigo? Vorrei scoprire se anche i ragazzi ed io godremo di immunità diplomatica su questo pianeta.

— Perché non dovreste? — ribatté Roderigo, con gli occhi così sfolgoranti di furore come si conveniva al suo carattere collerico.

— A parte il fatto che su Grass la donna non assume il cognome del marito, una certa frase dell’obermun mi ha indotta a sospettare che non ne acquisti neppure lo status. — Marjorie sapeva bene che la sua famiglia era un po’ più nobile di quella di Rigo, però non vi avrebbe mai neppure accennato. — Dunque non sono affatto sicura che si attribuisca particolare considerazione alla moglie di un diplomatico. — In verità, non aveva mai desiderato diventare ambasciatrice, né Rigo era mai stato ambasciatore! Tante cose erano ben diverse da come avrebbe voluto che fossero. Tuttavia non si poteva escludere che la missione diplomatica si rivelasse degna di essere compiuta.

Senza alcuna allegria, Rigo sorrise: — Ecco un’altra cosa di cui non eravamo informati.

— Non sono sicura di avere ragione.

— Spesso le tue impressioni equivalgono alle certezze altrui, Marjorie — rispose Rigo, nel tono galante che usava spesso con le donne, inclusa la moglie. — Comunque dirò ad Asmir Tanlig di controllare.

— Asmir?

— Uno dei miei collaboratori grassiani. Stamane, dopo essermi sbarazzato di Haunser, ne ho assunti due. — Così dicendo, Rigo si passò l’indice di una mano sul palmo dell’altra e lo fece scattare, come per liberarsi di qualcosa di vischioso.

— Questo Tanlig è forse un bon?

— Certo che no! O almeno, non credo. Appartiene a una famiglia che circa due generazioni fa ebbe un figlio bastardo da un bon.

— Una famiglia collaterale! — rispose Marjorie, compiaciuta di poter sfoggiare tanta conoscenza. — I Tanlig devono essere una di quelle famiglie che sono definite «collaterali».

— Ho assunto anche un Mechanic.

— Hai assunto un meccanico? — chiese Marjorie, perplessa.

— Mechanic, «meccanico», è il cognome del mio secondo collaboratore: l’equivalente di antichi cognomi come Smith, «fabbro», o Wright, «falegname». Si tratta di Sebastian Mechanic, il quale non ha alcuna parentela con gli aristocratici, come si è subito premurato di garantirmi. — Rigo si lasciò cadere su una sedia e cominciò a massaggiarsi la nuca: — Dopo l’ibernazione, mi sento come se fossi convalescente di una lunga malattia.

— Io invece mi sento così languida e distante…

In tono galante, però con una sfumatura di ostilità, Rigo disse: — Mia cara.

— Lo so: tu credi che io sia sempre distante! — Marjorie cercò di ridere per celare il dolore che provava. Se non avesse giudicato la moglie così fredda e distante, Roderigo non avrebbe avuto bisogno di Eugenie Le Fevre. E se il marito non avesse avuto un’amante, forse Marjorie non sarebbe stata così gelida e riservata. Era come un circolo vizioso, o una successione di figure in una quadriglia ippica.

Avuta la meglio, Rigo cambiò argomento: — Ricorda bene, mia cara: Asmir Tanlig. Sebastian Mechanic.

— Appartengono alla borghesia? — chiese Marjorie.

— Forse sarebbero considerati borghesi nella Città Plebea, ma, no, io li definirei piuttosto contadini. E il loro compito sarà appunto quello di indagare nel contado, per scoprire se i villici sanno qualcosa. Probabilmente mi serviranno altri collaboratori per investigare nella Città Plebea, benché Tanlig saprebbe cavarsela abbastanza bene anche là, se volesse. Mechanic, invece, è in tutto e per tutto contadino, e ne è gelosamente fiero.

— Non sono certo i collaboratori più adatti ad aumentare la nostra reputazione presso i bon.

— Per portare a termine la nostra missione, dobbiamo avere rapporti con tutte le classi sociali, ma ciò deve avvenire senza che lo sappiano gli aristocratici. Asmir e Sebastian sanno bene che devono guardarsi dall’attirare l’attenzione dei bon, e se vuoi sapere in che modo sono riuscito ad ottenerne la collaborazione all’insaputa di bon Haunser, ti dirò che il rappresentante della Santità a Semling mi ha parlato di loro. Inoltre, ho già posto la domanda a tutti e due.

— Ah — Marjorie attese, trattenendo il fiato.

— Hanno risposto no.

— Ah — ripeté Marjorie. C’è speranza, pensò, riprendendo a respirare. E soggiunse — Qui la peste non si è ancora diffusa, dunque.

— Non si è verificata nessuna malattia inesplicabile. Come convenuto, ho spiegato che abbiamo incarico di compiere una ricerca.

— Forse non hanno saputo.

— Sia Asmir che Sebastian hanno parenti alla Città Plebea, perciò credo che sarebbero stati senz’altro informati dell’esistenza di qualunque malattia misteriosa. D’altra parte, gli aristocratici controllano praticamente il novantanove per cento della superficie del pianeta, quindi non si può escludere che i plebei semplicemente non siano al corrente di certi avvenimenti.

— Hai la situazione in pugno, a quanto pare. — Improvvisamente incapace di sopportare oltre la stanchezza e la fame, Marjorie sospirò. — Sai dov’è Anthony?

— Se mi ha obbedito, è con Stella, su negli appartamenti estivi, a tracciare una pianta della villa. Temo che dovremo arredarla piuttosto in fretta. Comunque ho saputo da Asmir che nella Città Plebea gli artigiani non mancano. Abitano un quartiere chiamato, con scarsa immaginazione, Strada Nuova. Soltanto il Signore sa dove fosse la strada vecchia!