Fenner si passo un dito nel collo della camicia. «Devo aver perso la testa anch'io» disse. «Scappa, piccola, prima che si passi alle vie di fatto. Fila!»
Lei sgattaiolo fuori e chiuse la porta. Fenner si tolse di tasca il fazzoletto e si asciugo, pensosamente. «Credo che mi piacera questo lavoro» disse a voce alta. «Si, puo presentare degli sviluppi molto gradevoli.» E torno a sedersi accanto alla finestra aperta.
Usignolo gli fece strada attraverso l'affollato ingresso del Flager Hotel.
«Questo ragazzo ci sa stare bene, al mondo» constato Fenner.
Usignolo si fermo davanti alle porte dell'ascensore e schiaccio il bottone.
«Certo» rispose «non te l'avevo detto? E con Pio che ti devi mettere.»
Fenner studio l'elaborata grata del cancello dell'ascensore. «Me l'hai detto» ribatte.
La cabina si fermo e loro entrarono. Usignolo schiaccio il bottone del quinto piano, e l'ascensore riparti.
«Per adesso parlo io» disse Usignolo, mentre l'ascensore si fermava al piano. «Forse non otterrai niente, ma val la pena di tentare.»
Fenner grugni e segui l'ometto per il corridoio. Questi si fermo davanti al numero 47 e busso tre volte forte e due piano.
«Anche i segnali segreti» commento Fenner con ammirazione.
La porta si apri e un cubano basso, vestito di nero, li squadro da capo a piedi. Fenner mosse le labbra come per fischiare, ma non ne usci alcun suono. Usignolo disse con la sua voce morbida: «E con me.»
Il cubano li fece entrare. Mentre richiudeva la porta, Fenner vide che teneva la rivoltella sotto la giacca. Si trovavano in una grande anticamera, e avevano di fronte tre porte.
«Non ci sono ancora i ragazzi?» chiese Usignolo.
Il cubano annui. Si sedette su una poltrona accanto alla porta d'ingresso e prese in mano un giornale. Per quel che lo riguardava, loro non esistevano.
Usignolo entro nella stanza di mezzo. C'erano quattro uomini che oziavano, nella stanza. Tutti in camicia a maniche corte e sigaretta accesa. Due leggevano il giornale, uno ascoltava la radio e il quarto puliva una pistola.
Tutti diedero un'occhiata a Usignolo, e poi fissarono gli sguardi vuoti su Fenner.
L'uomo con la rivoltella si alzo lentamente. «Chi e?» domando. Aveva uno strano modo di parlare, coi denti chiusi. Indossava un abito bianco con camicia nera e cravatta bianca. I capelli ispidi e neri erano tagliati a zero e gli occhi verdastri erano freddi e sospettosi.
«Questo e Ross» annuncio Usignolo. «Viene da New York. Crotti lo conosce. E in gamba.» Poi si volse a Fenner. «Ti presento Reiger.»
Fenner rivolse a Reiger un sorriso gelido. Non gli piaceva la sua faccia.
Reiger rispose con un cenno. «Piacere» disse. «Vi fermate molto?»
Fenner agito la mano. «Questi altri ragazzi sono amici vostri, o fanno da tappezzeria?»
Reiger spalanco gli occhi. «Ho detto, vi fermate molto?» ripete.
Fenner lo guardo. «Vi ho sentito. Non sono affari vostri, no?»
Usignolo mise una mano sul polso di Fenner. Non disse niente, ma era un gesto di ammonimento. Reiger cerco di sostenere lo sguardo di Fenner, non ci riusci e scrollo le spalle. Disse: «Kene, il pugile, vicino alla radio.
Borg, a destra. Miller, a sinistra.»
Gli altri tre fecero un cenno a Fenner. Nessuno di loro parve simpatizzare con lui.
Fenner si sentiva come a casa sua. «Lieto di conoscervi» disse. «Non vi chiedo se avete del whisky, ragazzi. Forse non ne tenete di quella robaccia.»
Reiger si volse a Usignolo. «Che storia e questa?» gli ringhio contro.
«Chi e questo bel damerino da far la voce grossa?»
Miller, un tipo grasso, untuoso, con la testa prematuramente calva, disse:
«Deve averlo trovato nella spazzatura.»
Fenner gli fu addosso in un secondo e lo schiaffeggio due volte, sulla bocca. Tra le mani di Usignolo comparve una rivoltella e lui disse: «State fermi, state fermi, per favore.»
Fenner si sorprese quando vide che i ragazzi davano retta a Usignolo.
Anzi, si erano tutti raggelati. Persino Reiger era impallidito.
«Allontanati da lui» ordino Usignolo a Fenner. La sua voce era minacciosa quel tanto da far rabbrividire anche Fenner. Ricciolina aveva ragione.
Quell'uomo era un killer. Fenner si scosto da Miller e si mise le mani in tasca.
Usignolo riprese: «Non lo tollero. Quando porto qui un amico, voglio che sia trattato bene. Altrimenti, dovro pigliare le misure a qualcuno di voi, bastardi, per una cassa da morto.»
Fenner scoppio a ridere. «Ma e poco gentile» esclamo. «Oppure voi fate servizio completo, li ammazzate e poi li seppellite?»
Usignolo ripose la pistola, e gli altri tirarono il fiato. Reiger disse, con un sorriso forzato: «Che scherzi fa questo caldo!» Si accosto a un armadio e si verso da bere.
Fenner si sedette vicino a Reiger. Costui doveva essere il piu duro della compagnia, decise, ed era bene lavorarselo subito. Replico, tranquillo:
«Questo caldo mi fa persino odiare me stesso.»
Reiger lo guardo con aria sospetta. «Lascia perdere» rispose. «Ora che sei qui, fa' come se fossi a casa tua.»
Fenner appoggio il naso sull'orlo del bicchiere. «C'e Carlos?» chiese.
Gli occhi di Reiger si allargarono. «Carlos non ha tempo per ricevere visite» rispose. «Gli diro che sei stato qui.»
Fenner vuoto il bicchiere e si alzo. Usignolo fece per alzarsi, ma Fenner lo fermo con un gesto. In piedi, guardo gli uomini uno ad uno, a turno.
«Bene, sono contento di essere venuto qui» disse. «Credevo di trovare della gente sveglia, ma mi sbagliavo. Voi ragazzi non mi servite. Credete di avere in mano questa citta, ma siete grassi e pigri. Credete di essere dei pezzi grossi, ma e qui che vi sbagliate. Andro a far una visita a Noolen.
Dicono che non valga niente. Be', tentero io di dargli la sveglia. Sara sempre piu divertente che ciondolare in giro con gente come voi.»
Reiger fece scivolare la mano nella tasca, ma Usignolo aveva gia in mano la sua rivoltella. «Fermo!» disse.
I quattro scagnozzi rimasero immobili; i loro visi furiosi fecero venire a Fenner voglia di ridere.
Usignolo disse: «Gli ho chiesto io di venire qua. Se non siamo di suo gusto, che se ne vada. Un amico di Crotti e amico mio.»
«Tornero da queste parti, un giorno o l'altro, a salutarvi» fece l'investigatore.
Usci dalla stanza, passo davanti al cubano, che lo ignoro, e prese l'ascensore.
Il fattorino sulla porta aveva una faccia intelligente. Fenner gli chiese se sapeva dove abitava Noolen. Il fattorino rispose che aveva un ufficio dalle parti di Duval Street, e gli chiamo un tassi. Fenner gli lascio la mancia.
Il fattorino l'aiuto a salire sul tassi come se fosse fatto di porcellana.
L'ufficio di Noolen era situato sopra un negozio. Fenner dovette salire una lunga rampa di scale, prima di individuare la porta di vetro smerigliato. Appena entrato, una donna dal seno piatto, sulla trentina, lo guardo diffidente dietro la macchina da scrivere.
«C'e Noolen?» chiese, sorridendole, perche pensava che lei avrebbe gradito un sorriso maschile.
«E occupato, in questo momento» disse lei. «Chi devo dire?»
«Io? Ditegli Ross. Dave Ross. Ditegli che non ho niente da vendere e che vorrei vederlo subito.»
Lei si alzo e si diresse verso la porta che aveva alle spalle. Fenner la lascio entrare, poi con due balzi la raggiunse ed entro nella stanza.
Noolen era un uomo di mezza eta, che stava mettendo pancia. Aveva il doppio mento e il naso aquilino, gli occhi aggrottati e cattivi. Guardo Fenner e poi la donna.
«Chi e?» ringhio.
La donna si volto di scatto, gli occhi sgranati. «Aspettate fuori» disse.
Fenner la scanso e si avvicino alla grande scrivania. Noto che l'abito di Noolen era pieno di macchie. Noto le unghie nere e le mani sporche. Usignolo aveva ragione. Noolen non valeva davvero niente.
«Mi chiamo Ross. Piacere» si presento.
Noolen fece cenno con la testa alla donna che usci, chiudendo la porta con uno scatto secco.
«Che volete?» chiese torvo.