Carlos sorseggio il caffe e guardo fuori dal locale, con un'espressione vuota. Poi, disse bruscamente: «C'e una grossa domanda sulla Costa Occidentale di manodopera cinese, a basso costo. Quando dico basso, intendo basso. Le autorita considerano i cinesi indesiderabili, e non li vogliono.
Ora, questo e un modo balordo di aggiustare le cose. La domanda c'e, ma i padroni che li vogliono non li trovano. Qui si inserisce la mia organizzazione. Io trovo i cinesi.»
«Vuoi dire che li fai entrare negli Stati Uniti di nascosto?»
«E facile. Ci sono centinaia di posti sulla costa dove posso farli sbarcare.
Le guardie costiere non mi danno fastidio. Qualche volta sono sfortunato, ma mi arrangio.»
Fenner si gratto la testa. «E fin qua, niente quattrini, no?»
Carlos mostro i denti.
«Non hai afferrato bene la prospettiva» disse. «Guarda la cosa in questo modo. Prima di tutto i cinesi farebbero pazzie per venire qui. Ho un ragazzo all'Avana che si tiene in contatto con loro. E loro pagano per poter passare di nascosto attraverso il Golfo. Questi cinesi sono talmente impazienti di arrivare qui che sono disposti a pagare da cinquecento a mille dollari a testa. Facciamo un carico di dodici cinesi alla volta. Una volta che sono saliti sulla nave e hanno versato il malloppo, diventano di mia proprieta. Li trasporto sulla Costa Occidentale, dove un buon cinese mi rende altri cinquecento dollari.»
Fenner aggrotto la fronte.
«Vuoi dire che i cinesi pagano per venire, e una volta arrivati, tu li vendi?»
Carlos annui.
«Infatti» rispose. «Sono pagato due volte. E un vero affare. Ho contrabbandato cinquanta cinesi questa settimana. Calcolando tutte le spese, fanno circa trentamila sacchi.»
Fenner era letteralmente trasecolato.
«E perche mai questi cinesi non si lamentano? Che ne e di loro?»
«Come possono lamentarsi? Non hanno alcun diritto, qui. Non possono andare dalla Polizia. Significherebbe la galera e poi il rimpatrio. Li mandiamo verso il nord, lungo la costa, dove si guadagnano da mangiare, e questo e tutto. Li puoi vedere lavorare dappertutto. Nei ristoranti, nelle lavanderie, ovunque.»
«Perche volevi che il vecchio scrivesse quella lettera?»
Carlos lo guardo. «Ti sto raccontando parecchie cose, vero?»
Fenner sostenne il suo sguardo. «Sii coerente. Non devi preoccuparti per quello che dici a me.»
«Quel vecchio ha tre figli in Cina. I cinesi cominciano a scarseggiare.
L'ho costretto a chiamare qui i suoi figli. La solita storia, sai, come se la spassa bene qui e quanti soldi sta facendo. Verranno di corsa. Questi cinesi sono avidi di denaro.»
Fenner spinse indietro la sedia. «Come c'entro io?» chiese.
«Magari ti mando a fare un viaggetto al di la del Golfo a prendere un carico per me. Tra un giorno o due, parte la nave.»
Fenner annui. «Certo, va bene» rispose. «Verro a trovarti tutti i giorni. Il tuo appartamento e troppo elegante per me. Mi intimidisce. Credo che mi fermero all'Haworth, per qualche tempo.»
Carlos alzo le spalle. «Come ti pare» rispose. «Bugsey si terra in contatto con te.»
Fenner accenno di si col capo e sposto la sedia. «Bene» disse, e usci sulla strada, lasciando Carlos al tavolino.
Bugsey apparve all'improvviso da chissa dove e si mise alle calcagna di Fenner, che volse il capo, lo vide e si fermo. Bugsey gli si accosto e proseguirono insieme.
«Una vera e propria organizzazione, la vostra, eh?»
Bugsey annui. «Va bene, se sei un pezzo grosso» disse, senza entusiasmo. «Io non riesco a farmi strada.»
Fenner lo guardo di traverso, pensoso. «Non ti pagano per questo lavoro?»
«Ma si, si» replico Bugsey. «Mica mi lamento.»
Passeggiarono lungo il porto. Fenner penso che quest'uomo era un semplicione. Gli venne un'idea. Gli chiese: «Quanto ti danno?»
«Cento sacchi.»
«Sono briciole.»
«Certo, ma e dura, di questi tempi.»
Fenner ne convenne.
Camminavano lungo il mare, guardando le navi, pigramente. Di punto in bianco, Fenner si arresto. Contemplava una lussuosa motolancia ancorata accanto al molo.
«Magnifica, quella barca» disse.
Bugsey strabuzzo gli occhi. «Eh, si» ribatte in tono d'ammirazione. «Mi piacerebbe una bagnarola come quella.»
Fenner lo guardo, incuriosito. «Ma che cosa diavolo ci faresti?» chiese.
Bugsey tiro un sospiro. «Io? Piglierei tante ragazze da farne un mazzo e le porterei su quella bagnarola. Ecco che cosa ci farei.»
Fenner non lo ascoltava piu, aveva gli occhi fissi su una ragazza che stava uscendo dalla cabina grande. Aveva i capelli color rame, una figurina snella, gambe lunghe e piedi lunghi e stretti. Portava pantaloni bianchi, sandali rossi e una maglietta a collo alto, pure rossa. Fenner provo una punta di emozione. Sapeva chi era. La somiglianza era perfetta. Era la sorella di Marian Daley.
Anche Bugsey la noto. Fischio, piano. «Che sventola!» esclamo.
«La conosci?» chiese Fenner.
«Io? Non farmi ridere. Ti pare che resterei qui con te, se la conoscessi?»
Bugsey la divorava con gli occhi.
Fenner non lo senti. Lesse il nome della barca, "Nancy W", e si avvicino. «Sei una palla al piede» disse. «Fossi stato solo, l'avrei gia conquistata.»
Bugsey sogghigno. «Ma va la, che non l'avresti spuntata! Una sventola come quella ha classe. Non ha tempo per gentaglia come noi.»
Fenner lo porto in un bar. «Cio nonostante, amico, voglio tentare» disse.
Quando venne il cameriere a prendere l'ordinazione, Fenner disse: «C'e una magnifica lancia, la fuori.»
Il cameriere guardo distratto attraverso la porta ed annui. «Che cosa vi porto?» chiese.
Fenner ordino due gin tonic. Quando il cameriere ritorno, ci riprovo.
«Sapete chi ne e il proprietario?»
Il cameriere si gratto la testa. «Che battello e?»
«La "Nancy W".»
«Ah, si, e una magnifica lancia. E di un certo Thayler. Ricco sfondato.»
Bugsey sospiro. «Devi essere ricco sfondato per avere una ragazza come quella.»
«Thayler. Che cosa fa?» riprese Fenner.
Il cameriere scrollo le spalle. «Passa il tempo a spendere soldi. Uno dei soliti play-boy, immagino.»
«Vive qua?»
«Uno non ha bisogno di vivere qua, quando possiede una barca come quella, non vi sembra?»
Fenner trangugio meta gin. «Sapete chi e la ragazza?»
Il barista ghigno. «Non riesco a tenere il passo con quelle» disse. «Thayler deve aver fatto un contratto con le autorita, per provarle tutte.»
«Questo e un bel mestiere! Magari gli serve un po' di aiuto» fece Bugsey.
«Dove lo posso incontrare un tipo come quello?» chiese Fenner.
«Incontrarlo? E sempre in giro. Lo si vede spesso al Casino di Noolen.»
«Cosi, Noolen ha un Casino eh?» fece Fenner, guardando Bugsey.
Bugsey sogghigno. «Noolen e un cervello di gallina.»
Fenner appoggio il bicchiere sul banco. «Comincio a crederlo» disse, e posandogli una mano sul braccio riporto fuori Bugsey, nella luce del giorno.
Il Casino di Noolen era vicino alla casa di Hemingway, sull'angolo tra Olivia e Whitehead Avenue.
Fenner fece fermare l'auto pubblica per dare un'occhiata alla casa dello scrittore. Poi prosegui.
Era una serata calda, piena di rumori e di odori che venivano dal fiume.
Il Casino si ergeva dietro un giardino con una pista semicircolare che portava le automobili davanti alla grande entrata. Porticati doppi e finestre ad arco con persiane gialle davano al grande edificio un'aria distinta.
Il viale era invaso di macchine, e altre ancora erano parcheggiate sulla strada.
Fenner pago il tassi e si avvio sulla lunga scalinata di pietra. In alto c'erano diverse porte, tutte spalancate, cosi, mentre saliva, pote scorgere il vestibolo vivacemente illuminato.
Due uomini, in piedi accanto a una porta, lo guardarono duramente. Capi che erano gli scagnozzi di Noolen. Dal vestibolo passo in una grande sala ove due tavoli erano in funzione. Gironzolo, tenendo gli occhi bene aperti e sperando di trovare la ragazza del battello.
Non era in sala da cinque minuti, quando un cubano, basso, in abito da sera, gli si accosto. «Il signor Ross?» chiese educatamente.