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Dopo di che, richiuse gli occhi e ascolto il pesante pulsare che aveva nel cranio. La luce gli bruciava gli occhi attraverso le ciglia, e cerco riparo girandosi. Quando si accorse che non poteva muoversi, alzo la testa e guardo. Quel movimento gli procuro una fitta lancinante in mezzo agli occhi, e dovette rimettersi a giacere, immobile. Poi, il dolore si affievoli, e ci riprovo.

Scopri che giaceva su un vecchio materasso, e aveva le mani legate alla testata in ferro battuto di un vecchio letto rugginoso. C'era soltanto quel letto nella stanza. Il pavimento era cosparso di cicche di sigaretta e di cenere. La polvere regnava sovrana. Sparse in giro, c'erano delle pagine di giornale, nel caminetto un mucchio di cenere nera, come se qualcuno avesse appena bruciato molta carta. Era una stanzaccia, che puzzava di umidita, di sudore e di vecchio.

Fenner si riposo. Non fece alcuno sforzo per liberarsi le mani. Giacque perfettamente immobile, gli occhi leggermente strizzati per la luce, respirando piano. Tese l'orecchio con un'intensita tale da cogliere qualsiasi sussurro. Standosene cosi immobile, riusci a cogliere dei suoni che dapprima non significavano niente per lui, ma che in seguito riconobbe come passi di uomo, mormorio di voci e il lontano frangersi dei marosi sulla spiaggia.

Infine si addormento perche sapeva che dormire era l'unica cosa saggia da fare in quel momento. Non se la sentiva proprio di tentare la fuga. Aveva perso il senso del tempo, e quando si risveglio seppe solo di aver fatto una bella dormita, perche si sentiva bene. Aveva ancora male alla testa, ma sopportabile in confronto delle fitte precedenti. Si sveglio, perche qualcuno si stava avvicinando alla stanza. Sentiva i suoi passi pesanti sulle piastrelle nude. Una chiave venne girata nella toppa e la porta fu spalancata con un calcio. Chiuse gli occhi. Era troppo presto per interessarsi alle visite.

Qualcuno gli si accosto, e la luce che aveva sugli occhi scomparve come se si fosse frapposto uno schermo. Ci fu un lungo silenzio, poi un grugnito e di nuovo la luce lo disturbo. I passi tornarono verso la porta. Fenner apri gli occhi e guardo. Le spalle tozze, incassate, e le gambe corte dell'uomo che stava per uscire non gli dissero niente, i capelli neri, grossi e untuosi, e la pelle scura gli fecero pensare a un cubano. L'uomo usci e richiuse a chiave la porta.

Fenner tiro un gran sospiro e comincio a trafficare con le mani. Le corde lo tenevano ben stretto, ma non eccessivamente. Sforzo e tiro, mordendosi un labbro. Lo sforzo lo estenuo e dovette fermarsi. Stette immobile, ansimando un poco. La poca aria che circolava in quel buco veniva da un finestrino sopra la porta. La stanza era calda e soffocante. Fenner senti il sudore bagnargli la camicia sulla schiena. Diede un leggero strappo ai polsi.

Penso: "Ho spostato le corde. Si, qualcosa ho fatto. Se solo non avessi questo dannato mal di testa, potrei combinare qualcosa. Su, ancora una volta".

Ricomincio a tirare, a dare strattoni. La mano destra, resa ormai scivolosa dal sudore, si sfilo pian piano dal bracciale di corda, ma la sinistra non si muoveva. Li, non c'era niente da fare. Lentamente, si alzo a sedere e si tocco il capo con delicatezza. La nuca era morbida, ma non c'erano ne bozzi ne escoriazioni. Fece un sorriso feroce. Poi si contorse sul fianco ed esamino le corde che stringevano la sinistra. Erano annodate sotto il letto in modo tale che sentiva il nodo, ma non lo vedeva. Per quanti sforzi facesse, non ci fu verso di allentarlo, e alla fine si rimise supino, imprecando tra i denti.

"Ho visto solo un'ombra in piedi, dietro di me" penso. "Chissa chi e stato a colpirmi? Carlos?" Forse era uscito e si era fermato a guardare dalla porta, ed era ritornato appena aveva visto Usignolo a terra. Oppure si trattava di qualcun altro? E dove si trovava, ora? E quel che piu importava, cosa gli avrebbero fatto?

Si sollevo un'altra volta e butto le gambe sul pavimento. Poi si alzo in piedi tremante, con la sinistra che gli impediva di stare completamente diritto. La testa gli doleva maledettamente, ma il dolore comincio a passare, mentre si accostava alla porta, trascinandosi dietro il letto. Si convinse che la porta era chiusa a chiave, e allora, spingendo nuovamente il letto contro il muro, si rimise a sedere.

"Devo liberare questa mano, in qualche modo" disse tra se. Si sdraio e comincio a dar strattoni al nodo, febbrilmente. Le dita umide scivolavano sulla corda, senza presa alcuna.

Un rumore di passi che si avvicinavano lo fece smettere, ed immediatamente si volto sulla schiena e infilo nuovamente il polso destro nel bracciale di corda. L'aveva appena fatto, che la porta si apri ed entro Carlos.

Reiger e Miller si fermarono sulla soglia. Carlos si avvicino e si fermo accanto al letto di Fenner, che apri gli occhi. I loro sguardi si incrociarono.

«Si e svegliato, il gradasso» disse Carlos.

Reiger e Miller entrarono nella stanza e Reiger chiuse la porta. Si avvicinarono al letto. Fenner li guardava in faccia, uno a uno, lentamente.

«Be', che cosa e successo?» chiese disinvolto.

Carlos tremava leggermente. Era pieno di droga fino alla cima dei capelli. Fenner lo vedeva dagli occhietti piccoli come la capocchia di uno spillo.

«Vogliamo far quattro chiacchiere.» Carlos colpi Fenner, con le nocche piccole e ossute, sotto il naso. Fenner aveva spostato la testa, vedendo arrivare il pugno, ma fu preso ugualmente, di striscio. Senti stridere i denti.

«Te lo dovevo, no?» disse Carlos.

Fenner non rispose. Odiava Carlos con tutte le sue forze, ma con la mano sinistra legata come poteva pensare di assalire quei tre?

«Cosi, sei un investigatore privato» riprese Carlos. Si tolse dalla tasca i documenti di Fenner e li sparse sul letto. «Sei stato piuttosto svelto a suonarmele, tu, eh?»

Ci fu un attimo di silenzio. Carlos si sedette sul letto. Fenner sapeva che avrebbe potuto agguantarlo, ora. Se gli altri due se ne fossero andati, avrebbe preso Carlos per il collo e l'avrebbe sistemato. Magari gli altri se ne sarebbero andati. Bisognava aspettare.

Carlos si chino in avanti e schiaffeggio Fenner sul viso. Lo picchio forte, due volte. Fenner sbatte le palpebre, ma non disse niente. Carlos si drizzo sulla schiena. Tremava tanto da far scuotere il letto. Sembrava quasi un pazzo, a guardarlo. Chiese: «Che ci sei venuto a fare quaggiu? Cosa vuoi scoprire?»

«Te l'avevo detto di lasciarmi stare» biascico Fenner a causa delle labbra gonfie. «Ora, perdio, te la faro pagar cara. Non avro pace finche non ti avro rotto la schiena in due.»

Miller esplose in una risata stridula. «E pazzo» disse «pazzo da legare.»

Carlos infilo le mani in tasca perche tremavano troppo. Disse: «Stammi a sentire. Ora ti lavoreremo. Voglio sapere perche sei venuto a Key West.

Dimmelo subito, o ti faro picchiare.»

Fenner ghigno. Comincio a far scivolare la mano fuori dalla corda. Esegui l'operazione con molta lentezza in modo che gli altri non se ne accorgessero.

«Accetta il mio consiglio, e lasciami andare» esclamo.

Carlos si alzo in piedi. Fece un cenno a Reiger. «Lavoratelo tu» ordino.

Reiger si accosto al letto, nello stesso istante in cui Fenner si era liberato la mano. Fenner parti con entrambi i piedi e colpi Reiger con un doppio calcio proprio alle ginocchia. Reiger ruzzolo a terra, e si prese le ginocchia tra le mani. Gli occhi dilatati dal dolore, comincio a bestemmiare.

Fenner si drizzo a sedere sul letto, mentre Miller gli saltava addosso.

Miller l'agguanto per i capelli e gli volto il viso, ma Fenner gli mollo un colpo piuttosto basso. Ci mise tutta la forza, in quel pugno.

Miller si accascio sul pavimento, tenendosi il ventre con le mani. Aveva il viso lucido di sudore, mentre si contorceva, cercando di tenere il fiato.

Carlos fu svelto a tirarsi indietro. Si era preso una bella paura. Fenner salto in piedi e fece per andargli addosso, trascinandosi dietro il letto. Reiger afferro la gamba del letto, facendosi trascinare. Fenner tirava, cercando di mettere le mani su Carlos, che in preda al panico si era ficcato in un angolo, lontano dalla porta. Il letto si sposto leggermente nella direzione voluta da Fenner, ma poi Reiger lo tiro indietro con uno strattone.