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La luce del mattino lo sveglio. Apri gli occhi e si guardo in giro, conscio di avere la mente libera e il corpo senza piu dolori. Sebbene si sentisse un po' irrigidito muovendosi nel letto, gli parve di star bene.

Ricciolina si alzo a sedere lentamente e sbatte le palpebre.

«Ciao, come ti senti?» lo saluto.

Fenner le sorrise. Era un sorriso un po' contorto, ma gli illuminava anche gli occhi. «Sei stata buona con me» disse. «Chi te l'ha fatto fare, piccola?»

Ricciolina si volto dall'altra parte. «Non spremerti le meningi per questo» rispose. «Te l'ho detto fin dal primo momento che sei un bell'uomo» chiuse gli occhi.

«A che cosa pensi?» chiese Fenner, piano.

Lei gli passo una mano sul viso, con dolcezza. «Stavo solo pensando che e brutto incontrare un ragazzo come te quando e ormai troppo tardi.»

Fenner si scosto. «Non devi prenderla cosi» rispose serio.

Lei scoppio a ridere, all'improvviso, ma i suoi occhi erano seri. «Ti porto la colazione. In bagno troverai il rasoio.»

Quando ebbe finito di farsi la barba, trovo la colazione che l'aspettava sul tavolo. Si mise a sedere. «Che fame!» esclamo, guardando il cibo.

La vestaglia che aveva trovato nell'armadio doveva essere di Usignolo.

Gli arrivava alle ginocchia e lo stringeva alle spalle.

Ricciolina ridacchio nel vederlo. «Sei uno schianto.»

Fenner ingollo la colazione in quattro bocconi, e Ricciolina dovette friggergli altre due uova. Gli disse: «Fai presto a recuperare, tu.»

Fenner fece un cenno d'assenso. «Sono formidabile. Dimmi, piccola, che cos'e Usignolo per te?»

Lei gli verso del caffe. «E un'abitudine. Sto con lui da due anni. E gentile, e credo che lui sia pazzo di me» alzo le spalle. «Sai come capita. Non conosco nessuno che mi piaccia di piu, e cosi posso anche far felice lui.»

Fenner annui, si appoggio allo schienale e accese una sigaretta. «Che cos'e Thayler per te?»

Il viso di Ricciolina s'irrigidi. Il sorriso scomparve dai suoi occhi. «Il lupo cambia il pelo, ma non il vizio» disse con amarezza, alzandosi in piedi.

«Non vengo a spifferare le cose a te, poliziotto.»

«Allora, lo sai?»

Ricciolina comincio a sparecchiare. «Lo sappiamo tutti.»

«Anche Usignolo?»

«Certo.»

«Ma Usignolo mi ha tolto dai pasticci.»

«Deve a Crotti qualcosa.» Ricciolina porto via i piatti.

Fenner rimase seduto a pensare. Quando lei ritorno: «Non fare la cattiva, piccola» disse. «Tu ed io possiamo fare grandi cose, assieme.»

Ricciolina si chino sul tavolo. Il suo viso era indurito e sospettoso. «Non caverai mai niente da me, con questo tono, percio cambia registro.»

«Lo so, dimenticalo» rispose l'investigatore.

Appena si fu chiusa nella stanza da bagno, arrivo Usignolo. Guardo Fenner con occhi duri.

«Ti ringrazio, amico. Credo che tu mi abbia salvato la pelle» gli disse Fenner.

Usignolo non si mosse. Disse: «Ora che stai bene, farai meglio a squagliartela. Questo paese e troppo piccolo per due tipi come Carlos e te.»

«Ci puoi scommettere» rispose Fenner.

«Quale tipo di accordo avevi con Crotti, poliziotto?» domando Usignolo. «Che intenzioni hai?»

«Crotti non vuole avere Carlos tra i piedi. Io sono un pistolero di Crotti.

Il mio compito e di eliminarlo.»

Usignolo avanzo un po' di piu nella stanza. «Tu devi andartene da questa citta, subito» disse. «Se Carlos viene a sapere che ti ho aiutato, cosa credi che mi fara?»

Gli occhi di Fenner erano molto intensi, mentre guardava Usignolo. «Io faro la pelle a Carlos. E meglio che tu ti metta dalla parte di chi vince.»

«Appunto. Gia ci sto. Vattene, oppure li aiutero a farti scappare» Usignolo era molto serio e tranquillo.

Fenner capi che era inutile parlare con lui. «Fai come ti pare» disse.

Usignolo esito, poi tolse una 38 speciale dalla tasca, e l'appoggio sul tavolo.

«Questa e perche tu possa uscire dalla citta sano e salvo. Crotti ha fatto molto per me. Ma se stasera sei ancora qua, ti conviene sparare per primo appena mi vedi. Hai afferrato il concetto?»

Usci, chiudendosi la porta alle spalle.

Fenner raccolse la rivoltella e la soppeso in mano. «Bene, bene» disse.

Ricciolina usci dal bagno. Vide la rivoltella. «E venuto Usignolo?»

Fenner annui distrattamente.

«Com'era? Amichevole?»

«Pressappoco come te.»

Ricciolina grugni. «Sei pronto per uscire? Prendo la macchina. Ti lascio dove vuoi.»

«Certo» rispose lui. Stava pensando. Poi la guardo. «La carriera di Carlos sta per finire. Forse preferisci parlare ora?»

Ricciolina alzo il mento. «Va' al diavolo» disse. «I tuoi vestiti sono nell'armadio. Per arrivare all'albergo, ti basteranno.» Si accosto alla porta.

«Vado a prendere la macchina.»

Fenner si vesti piu in fretta che poteva. I suoi vestiti avevano l'aria di essere appena usciti da uno scontro automobilistico. Non se ne curo. Appena ebbe finito di vestirsi, apri la porta e usci nel corridoio. La sua intenzione era di trovare Ricciolina a pianterreno. Si incammino lentamente verso la rampa delle scale; si accorse di non essere forte come credeva. Camminare era una fatica, ma prosegui. In cima alle scale si fermo. Ricciolina giaceva sul pianerottolo sottostante.

Fenner rimase immobile e spalanco gli occhi. Poi si tolse la rivoltella di tasca e scese le scale cautamente. Non c'era nessuno in giro. Appena si fu avvicinato vide il manico di un coltello che sporgeva dalla schiena della ragazza. Si fermo e la giro. La testa ricadde all'indietro, ma era ancora viva.

Gli ci volle uno sforzo enorme per portarla al piano di sopra. Era pesante, e, quando finalmente l'adagio sul letto, tremava. Poi afferro il telefono.

Il numero di Usignolo era sul taccuino. Compose il numero, tenendo gli occhi fissi su Ricciolina.

«Pompe funebri» rispose Usignolo, compassato.

«Vieni qui subito. Hanno beccato Ricciolina.» Fenner riattacco e torno verso il letto.

Ricciolina apri gli occhi. Appena vide Fenner, gli tese una mano. «Mi sta bene, per avere aiutato un poliziotto» disse con voce fioca.

Fenner non osava toglierle il coltello. La prese fra le braccia in modo che il manico non le pesasse sulla schiena. Le disse: «Stai calma, piccola; ho chiamato il medico.»

Ricciolina si contorse. «Arrivera troppo tardi» fece, poi raggrinzi il viso e comincio a piangere.

«E stato Carlos?» chiese Fenner.

Ricciolina non disse niente.

«Dammi una traccia» insistette lui. «Non essere cosi stupida da fargliela passare liscia. Gliene importa proprio tanto di te, a Carlos.»

«E stato uno dei suoi cubani» disse Ricciolina. «Mi e saltato addosso prima che potessi aprir bocca.»

Fenner si accorse che lei impallidiva a vista d'occhio. Si affretto a domandare:

«Perche Thayler porta sempre con se la tua foto? Che cos'e per te?»

Ricciolina sussurro debolmente: «E mio marito.» Fenner vedeva che stava morendo. Le mise una mano dietro la schiena e le tolse il coltello.

La ragazza straluno gli occhi e diede un piccolo grido. «Cosi va molto meglio» disse infine.

L'adagio sul letto. «Non temere, Carlos la paghera cara.»

«E bravo!» sussurro lei. «Pareggia pure i conti con Carlos, se vuoi, ma a me non servira piu a niente.»

Fenner si ricordo di aver visto dello Scotch, si diresse verso l'armadio a muro e ne verso due dita. Glielo fece trangugiare.

Lei trattenne il fiato. «Ah! Tienimi viva finche non ti avro detto tutto» disse con amarezza.

Fenner le prese le mani. «Tu puoi sistemare un sacco di cose. Thayler e d'accordo con Carlos?»

Lei esito, poi mosse un poco la testa. «Ci va d'accordo fin troppo» disse in un soffio. «E stato un cattivo ragazzo, e io non gli devo niente.»

«In che posizione si trova?»

«Comanda il sindacato» chiuse gli occhi. Poi prego: «Non chiedermi piu niente, per favore. Ho paura.»

Fenner si senti maledettamente inutile. Il viso di lei era bianco come un foglio di carta. Solo un rosso gorgoglio alle labbra rivelava che era ancora viva.

Qualcuno prese a salire le scale di corsa. Fenner corse alla porta. Usignolo entro. Aveva il viso lucido di sudore. Scanso Fenner e corse verso il letto. Era arrivato troppo tardi. Ricciolina era morta poco prima che lui entrasse.