«Rientrata in albergo, ho chiesto una busta, ci ho infilato i soldi e l'ho consegnata al cassiere, in deposito. Poi mi sono precipitata in strada e ho dato nuovamente un'occhiata in giro; non ho scoperto niente di nuovo e cosi ti ho telefonato.»
Fenner annui. «Bene. Se sei sicura che nessuno l'ha costretta a scappare, lasciamo pure che se ne vada, per il momento.»
Paula dichiaro: «Sono sicurissima!»
«Adesso ti racconto io qualcosa. Non mi piace questa faccenda. Qualcuno ha depositato un cinese, gia cadavere, nella prima stanza del nostro ufficio dopo che tu te ne sei andata, e ha informato la polizia.»
Paula s'irrigidi. «Un cinese… morto?»
Fenner sorrise lugubre. «Gia. Aveva la gola tagliata ed era morto da un po'. In ogni caso, avrei dovuto spiegare perche era li. Appena l'ho visto, mi sono chiesto il perche. O avevano lasciato il morto come una minaccia, oppure era una trappola. Non avevo intenzione di perdere tempo; l'ho trascinato fuori e l'ho scaricato in un ufficio, vuoto, in fondo al corridoio. Ebbene, avevo visto giusto. Era una trappola. Non erano passati dieci minuti che tre poliziotti hanno fatto irruzione nell'ufficio. Cercavano il cinese e, credimi, c'e mancato poco che non scoppiassi a ridergli in faccia.»
«Ma perche?» chiese Paula, con gli occhi sgranati.
«Immaginati se l'avessero trovato. Sarei stato portato alla polizia e trattenuto. Ecco che cosa volevano. Togliermi di mezzo per un po', in modo che loro potessero riacciuffare la ragazza. I tre cani mastini si sono raddolciti parecchio, quando non hanno trovato niente da annusare, ma hanno buttato all'aria le due stanze. Tenevo le dita incrociate. Se avessero trovato quei seimila dollari, avrebbero certo voluto saperne la provenienza.»
«Ma che cosa significa tutto questo?» replico Paula.
«Lo chiedi a me? Lo trovo soltanto divertente; ma non significa ancora niente. Che cosa hai cavato dalla Daley?»
Paula scosse il capo. «Non parlava. Le ho rivolte le solite domande per i nostri registri, ma lei mi ha risposto che avrebbe parlato solo con te.»
Fenner fini lo Scotch e spense la sigaretta. «L'indagine pare arrivata a un punto morto» concluse. «Abbiamo seimila dollari al sicuro, e niente da fare.»
«Ma non vorrai star seduto a far niente?»
«Perche no? Me l'ha dato lei, il malloppo, non e vero? Poi, quando io la voglio sistemare in modo che lei possa parlare in tutta tranquillita, scompare. Perche dovrei preoccuparmene? Se vorra qualche consiglio, si fara viva.»
Un uomo anziano dalla faccia onesta, tutto mento e naso, entro nel bar e si sedette a pochi tavoli da loro. Paula lo guardo incuriosita. Dagli occhi, sembrava che avesse pianto. Si chiese perche. Fenner interruppe i suoi pensieri.
«Che cosa pensi della Daley?» chiese.
Paula sapeva cosa voleva Fenner. «Ha ricevuto una buona educazione.
Portava vestiti di classe che costano parecchio. E terrorizzata da qualcosa.
Potrei indovinare la sua eta, ma probabilmente farei uno sbaglio. Diciamo che ha ventiquattro anni. Ma potrebbe averne sei di meno, o sei di piu. Deve essere una brava ragazza, o e una gran brava attrice. Porta un trucco leggero e deve aver vissuto a lungo in posti assolati. E riservata…»
Fenner annuiva. «Mi aspettavo proprio questo. Certo, e un tipo riservato.
Allora, perche si e tolta la camicetta per mostrarmi i lividi?»
Paula abbasso il bicchiere e lo fisso. «Questa e nuova» esclamo.
«Oh, scopriro tutto, prima o poi.» Fenner agito il bicchiere verso il cameriere. «Tu non sai nemmeno del tizio che mi ha telefonato mentre stavo parlando con lei e mi ha detto che e pazza. E allora lei ha fatto lo spogliarello. E questo che non capisco. Non collima con il suo tipo. Si e semplicemente tolta la giacca e la camicetta ed e rimasta in piedi, in mezzo alla stanza, col reggiseno. Non tornano i conti.»
«L'avevano picchiata?»
«Altro che picchiata! I lividi che aveva sulla schiena sembravano dipinti, tanto erano neri.»
Paula ci penso su per un momento. «Forse aveva paura che tu la credessi davvero pazza e soltanto quei lividi potevano dimostrarti che si era cacciata in un imbroglio.»
Fenner annui. «Puo darsi che sia andata cosi, ma non mi piace.»
Mentre il cameriere portava un altro Scotch, Paula riprese a guardare l'uomo anziano. Disse a Fenner: «Non guardarlo adesso, ma c'e un uomo poco lontano che dimostra un grande interesse per te.»
«Ebbe'?» replico Fenner, sgarbato. «Gli piacera la mia faccia.»
«No, non questo. Forse crede che tu sia il tipo adatto per fare l'attore.»
L'uomo in questione si alzo bruscamente e si avvicino. Era incerto, e aveva un aspetto cosi triste che Paula lo incoraggio con un sorriso. Lui si rivolse a Fenner.
«Scusatemi» fece «ma siete voi il signor Fenner?»
«In persona» rispose Fenner senza entusiasmo.
«Mi chiamo Lindsay. Andrew Lindsay. Ho bisogno del vostro aiuto.»
Fenner si mosse, inquieto. «Piacere di conoscervi, signor Lindsay» rispose «ma non posso aiutarvi.»
Lindsay parve sconcertato. Vago con gli occhi verso Paula e poi ancora verso Fenner.
«Perche non vi sedete, signor Lindsay?» l'invito Paula.
Fenner la fulmino con un'occhiataccia, ma lei fece finta di niente.
Lindsay esito, e poi si mise a sedere.
Paula continuo, con una tale ostentazione di belle maniere, che quasi imbarazzarono Fenner. «Il signor Fenner e un uomo molto occupato, ma non l'ho mai visto chiudere la porta in faccia a nessuno che avesse bisogno di aiuto.»
Fenner penso tra se: "Devo dare una lezione a questa piccola impertinente, appena saremo soli". Annui a Lindsay perche v'era costretto. «Certo» confermo. «Che cosa vi angoscia?»
«Signor Fenner, ho letto sui giornali di come avete ritrovato la Blandish quando venne rapita. Io sono nelle stesse condizioni. La mia bambina e sparita ieri.» Due lacrime scivolarono lungo il viso affilato. Fenner distolse gli occhi. «Signor Fenner, vi sto chiedendo di aiutarmi a trovarla. Era tutto quello che avevo, e Dio solo sa che cosa le e successo.»
Fenner fini il whisky e appoggio il bicchiere sul tavolo con un rumore secco. «Avete avvertito la polizia?» chiese di punto in bianco.
Lindsay fece cenno di si.
«Rapire un bambino e contro la legge federale. Non posso fare meglio dell'F.B.I. Dovete essere paziente. Ve la troveranno.»
«Ma signor Fenner…»
Fenner scosse il capo. Si alzo in piedi. «Mi dispiace, ma non posso accettare.»
Il viso di Lindsay si corruccio come quello di un bambino deluso. Tese una mano e afferro la manica di Fenner.
«Signor Fenner, fatelo per me. Non ve ne pentirete. Potete chiedermi qualsiasi cifra. Voi potreste trovare la mia bambina prima di chiunque altro. Ne sono sicuro. Signor Fenner, vi prego, accettate.»
Gli occhi di Fenner erano dei pezzetti di ghiaccio. Stacco la mano di Lindsay dal suo braccio con gentilezza, ma deciso. «Statemi a sentire» disse. «Io lavoro per me stesso, e per nessun altro. Se voglio accettare un incarico, l'accetto. Altrimenti, lo rifiuto. Ne ho appena trovato uno che mi da parecchio da pensare. Mi dispiace per la vostra bambina, ma io non ci posso fare niente. L'F.B.I. e abbastanza potente per pensare a lei e ad altre centinaia di bambine. Mi dispiace, ma non accetto.»
Fece un cenno con il capo a Paula e usci dal bar. Lindsay lascio ricadere le mani, disperato, e comincio a piangere sommessamente. Paula gli strinse il braccio. Poi si alzo e usci. Fenner l'aspettava fuori. Le disse, furioso, mentre si avvicinava: «Cominci a seccarmi. Cosa credi, che dirigiamo un istituto di beneficenza?»
Paula lo guardo con cattiveria. «Quel pover'uomo ha perso la figlia; non ti fa pena?»
«Mi fa prudere il collo, ecco che cosa mi fa» replico Fenner. «Torniamo in ufficio. C'e da lavorare.»
«Ci sono volte in cui penso che tu sia un grand'uomo» disse Paula amaramente, mentre attraversavano l'ingresso dell'albergo. «Ma in questo momento mi sembra che un verme valga piu di te.»
Un giovanotto scese da uno sgabello del bar e raggiunse Fenner. «Sono Grosset, della polizia. Devo parlarvi.»
Fenner grugni. «Ho da fare adesso, amico» rispose. «Telefonami in ufficio domani, quando non ci sono.»