Perche indossare pantaloni solo per poi agghindarsi di merletto? Rand aveva smesso da parecchio tempo di cercare di capire le donne. Comprenderle non lo avrebbe aiutato a raggiungere Shayol Ghul. Inoltre non gli serviva capire le donne per usarle. In particolare se avevano le informazioni che gli servivano.
Digrignò i denti. No, pensò. No, ci sono limiti che non oltrepasserò. Ci sono cose che nemmeno io farò.
«Stai di nuovo pensando a lei» disse Min, in tono quasi accusatorio.
Spesso Rand si domandava se esistesse un qualche tipo di legame che funzionava in un solo senso. Avrebbe dato molto per una cosa del genere.
«Rand, è una Reietta» continuò Min. «Ci avrebbe ucciso tutti quanti senza pensarci due volte.»
«Non aveva intenzione di uccidermi» disse Rand piano, voltandosi da Min e tornando a guardar fuori dalla finestra. «Mi avrebbe fatto suo prigioniero.»
Min trasalì. Stava pensando all’attorcigliato a’dam maschile che Semirhage aveva portato con se, nascosto, quando era giunta fingendosi la Figlia delle Nove Lune. Il travestimento della Reietta era stato dissipato da un ter’angreal di Cadsuane, permettendo a Rand di riconoscere Semirhage. O, perlomeno, permettendo a Lews Therin di riconoscerla.
Lo scambio era terminato con Rand che aveva perso una mano ma aveva ottenuto una dei Reietti come sua prigioniera. L’ultima volta che si era ritrovato in una situazione simile, non era finita bene. Ancora non sapeva dove fosse andato Asmodean o perché mai quell’essere subdolo fosse fuggito, ma Rand sospettava che avesse tradito gran parte dei suoi piani e delle sue attività.
Avrei dovuto ucciderlo. Avrei dovuto ucciderli tutti.
Rand annuì, poi rimase immobile. lira stato un pensiero suo o di Lews Therin? Lews Therin, pensò Rand. Sei lì?
Pensò di udire una risata. O forse erano dei singhiozzi.
Maledizione a te!, pensò Rand. Parlami! Il momento sta arrivando. Ho bisogno di sapere quello che tu sai! Come sei riuscito a sigillare la prigione del Tenebroso? Cos’è che è andato storto e perché ha lasciato la prigione incrinata? Parlami!
Sì, quelli erano decisamente dei singhiozzi, non risate. A volte era difficile capirlo, con Lews Therin. Rand continuava a pensare a quell’uomo morto come un individuo distinto da se, a prescindere da quello che aveva detto Semirhage. Lui aveva ripulito saidin! La corruzione era scomparsa e non poteva più toccare la sua mente. Lui non sarebbe diventato pazzo.
La discesa nella follia terminale può essere… brusca. Udì di nuovo le parole di Semirhage, pronunciate in modo che gli altri le udissero. Il suo segreto era stato messo infine allo scoperto. Ma Min aveva avuto una visione di Rand e un altro uomo fusi assieme. Questo non voleva forse dire che lui e Lews Therin erano due individui distinti, costretti a occupare lo stesso corpo?
Non fa differenza che la sua voce sia reale, aveva detto Semirhage. In effetti, questo rende la situazione peggiore…
Rand osservò un particolare manipolo di sei soldati ispezionare le linee dei cavalli che correvano lungo il lato destro del prato, fra l’ultima fila di tende e il limitare degli alberi. Controllavano gli zoccoli uno alla volta.
Rand non riusciva a pensare alla sua follia. Non riusciva nemmeno a pensare a quello che Cadsuane stava facendo con Semirhage. Questo lasciava solo i suoi piani. ‘Il Nord e l’Est devono essere come uno.’ L’Ovest e il Sud devono essere come uno. à due devono essere come uno. Questa era la risposta che aveva ricevuto dalle strane creature oltre il portale di pietra rossa. Era tutto quello da cui poteva prendere le mosse.
Il Nord e l’Est. Doveva costringere le terre alla pace, che lo volessero o meno. Nell’Est aveva un equilibrio tenue, con Illian, Mayene, Cairhien e Tear tutte sotto il suo controllo in un modo o nell’altro. I Seanchan dominavano nel Sud, con Altara, Amadicia e Tarabon sotto il loro controllo. Se stavano procedendo in quella direzione, presto si sarebbero impadroniti del Murandy. Questo lasciava l’Andor ed Elayne.
Elayne. Era distante, lontana verso est, ma lui poteva comunque percepirla come un groviglio di emozioni nella sua testa. A una tale distanza, era difficile distinguere molto, ma pensò che fosse… sollevata. Questo voleva forse dire che la contesa per il potere nell’Andor stava andando bene? E gli eserciti che l’avevano assediata? E cosa avevano in mente quegli uomini delle Marche di Confine? Avevano lasciato le loro postazioni, unendosi assieme e marciando a sud in cerca di Rand, ma non avevano fornito alcuna spiegazione su cosa volevano da lui. Erano alcuni dei soldati migliori a ovest della Dorsale del Mondo. Il loro aiuto sarebbe stato inestimabile nell’Ultima Battaglia. Ma avevano lasciato le terre settentrionali. Perche?
Era restio a presentarsi a loro, però, per paura che potesse significare ancora un altro scontro. Uno che al momento non si poteva permettere. Per la Luce! Avrebbe pensato che, fra tutti i popoli, avrebbe potuto fare affidamento sugli uomini delle Marche di Confine perché lo sostenessero contro l’Ombra.
Non aveva importanza, non al momento. Aveva la pace, o qualcosa di prossimo a essa, in buona parte del territorio. Cercò di non pensare alla ribellione placata di recente a Tear, o alla mutevolezza dei confini con le terre dei Seanchan, oppure ai complotti della nobiltà a Cairhien. Ogni volta che pensava di aver portato stabilità in una nazione, pareva che altre dieci ripiombassero nel caos. Come poteva portare pace a un popolo che si rifiutava di accettarla?
Le dita di Min si strinsero sul suo braccio e lui trasse un pro fondo respiro. Faceva quello che poteva e, per ora, aveva due obiettivi. La pace nell’Arad Doman e una tregua con i Seanchan. Le parole che aveva ricevuto oltre il portale adesso erano chiare. Non poteva combattere sia i Seanchan che il Tenebroso. Doveva impedire ai Seanchan di avanzare finche l’Ultima Battaglia non fosse terminata. Dopodiche la Luce poteva folgorarli tutti quanti.
Perche i Seanchan avevano ignorato le sue richieste di un incontro? Erano adirati perché aveva catturato Semirhage? Aveva lasciato andare le sul’dam. Questo non era indice di buona fede da parte sua? L’Arad Doman avrebbe dimostrato le sue intenzioni. Se fosse riuscito a porre fine ai combattimenti nella Piana di Almoth, avrebbe potuto mostrare ai Seanchan che era serio nella sua proposta di pace. Gliel’avrebbe fatto vedere!
Rand trasse un profondo respiro, scrutando fuori dalla finestra. Gli ottomila soldati di Bashere stavano montando tende a punta e scavando un fossato con un muro attorno al prato. Quel bastione crescente di un marrone intenso contrastava col bianco delle tende. Rand aveva ordinato agli Asha’man di aiutare con gli scavi e, anche se dubitava che gradissero quel lavoro umile, questo accelerava di gran lunga il processo. Inoltre Rand sospettava che loro — come lui stesso — godessero in segreto di qualunque scusa per trattenere saidin. Poteva vederne un gruppetto in quelle rigide giubbe nere, con i flussi che filavano attorno a loro mentre scavavano un’altra porzione di terra. Ce n’erano dieci nell’accampamento, anche se solo Flinn, Naeff e Narishma erano Asha’man completi.
I Saldeani lavoravano rapidi, indossando le loro giacche corte mentre si prendevano cura dei loro cavalli e disponevano i picchetti. Altri prendevano palate di terra dal monticello degli Asha’man e la usavano per rinforzare il muro di difesa. Rand poteva vedere che c’era scontento sui volti dal naso aquilino di molti Saldeani. Non gradivano montare il campo in una zona boschiva, perfino un pendio come questo, punteggiato solo da pini radi. Gli alberi rendevano difficili le cariche della cavalleria e potevano nascondere i nemici mentre si avvicinavano. Davram Bashere in persona cavalcava lentamente attraverso l’accampamento, sbraitando ordini attraverso quei suoi folti baffi. Accanto a lui procedeva lord Tellaen, un uomo corpulento con una lunga giacca e dei sottili baffi domanesi. Era un conoscente di Bashere.
Lord Tellaen correva un rischio a ospitare Rand: dare rifugio alle truppe del Drago Rinato poteva essere considerato un tradimento. Ma chi avrebbe potuto punirlo? L’Arad Doman era nel caos e il trono era minacciato da diverse fazioni di ribelli. E poi c’era il grande generale domanese Rodel Ituralde e la sua guerriglia sorprendentemente efficace contro i Seanchan a sud.