Nynaeve rimase immobile nel cortile dei cavalli, guardandolo andare. Nell’aria c’era un odore umido, di pioggia recente, e Nynaeve pote percepire di essersi persa una pioggerella. Non abbastanza da rinfrescare l’aria o rendere il suolo fangoso, ma sufficiente a lasciare parti di pietra umide in angoli ombreggiati. Alla sua destra, degli uomini facevano galoppare ed esercitare i cavalli sotto il ciclo grigiastro, cavalcando lungo terra sabbiosa fra dei picchetti. La Pietra era l’unica fortezza che lei conosceva con aree per far esercitare la cavalleria… d’altra parte, la Pietra era fuori dall’ordinario.
Il rumore degli zoccoli dei cavalli era come il suono di una tempesta distante e lei si ritrovò a guardare verso nord. La tempesta qui pareva più vicina di quanto lo fosse stata prima. Aveva ipotizzato che si stesse radunando nella Macchia, ma ora non ne era così certa. Trasse un profondo respiro, poi si affrettò verso la fortezza.
Superò Difensori nelle loro uniformi immacolate, le parti superiori delle maniche a coste e sbuffi, le corazze lisce e ricurve. Superò degli stallieri, ciascuno di loro probabilmente sognava un giorno di indossare quella stessa uniforme, ma per ora si limitava a guidare i cavalli di nuovo nelle stalle per il fieno e una strigliata. Superò dozzine di servitori in abiti di lino, senza dubbio molto più comodi della lana marroncina di Nynaeve.
La fortezza stessa era una massiccia struttura torreggiante, con le pareti lisce spezzate solo dalle finestre. Tranne che lei poteva ancora individuare il punto in cui Mat aveva distrutto una sezione di roccia con i suoi fuochi d’artificio degli Illuminatori quando era venuto a salvare Nynaeve e le altre dalla loro prigionia. Sciocco ragazzo. Dov’era? Non lo vedeva da… parecchio tempo. Da quando Ebou Dar era caduta in mano ai Seanchan. In un certo senso, lei si sentiva come se l’avesse abbandonato, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Insomma, si era imbarazzata abbastanza di fronte alla Figlia delle Nove Lune quando aveva difeso quel furfante! Ancora non sapeva cosa le era preso.
Mat sapeva badare a se stesso. Probabilmente se ne stava a fare baldoria in qualche locanda mentre il resto di loro lavorava per salvare il mondo… bevendo fino a rincretinirsi e giocando a dadi. Rand era un’altra questione. Era stato così facile trattare con lui quando aveva continuato ad agire come gli altri uomini: testardo e immaturo, ma prevedibile. Questo nuovo Rand, con le emozioni gelide e la voce fredda, era davvero inquietante.
Gli stretti corridoi della Pietra non erano ancora familiari a Nynaeve, e spesso ci si perdeva. Il suo disorientamento non era aiutato dal fatto che pareti e corridoi a volte cambiavano posto. Aveva cercato di bollare tali racconti come sciocchezze superstiziose, ma il giorno prima si era svegliata e aveva scoperto che la sua stanza si era davvero spostala, all’improvviso e in modo misterioso. La sua porta si era aperta su una parete liscia della stessa roccia della Pietra. Era stata costretta a uscirne attraverso un passaggio, ed era rimasta sconcertata di apprendere che la sua finestra dava su un punto di due piani più in alto rispetto a dove stava la notte precedente!
Cadsuane diceva che era il tocco del Tenebroso sul mondo, a causa del quale il Disegno si sbrogliava. Cadsuane diceva un sacco di cose, e poche erano quelle che Nynaeve desiderava sentire.
Nynaeve si perse due volte mentre si faceva strada fra i corridoi, ma giunse infine alla stanza di Cadsuane. Almeno Rand non aveva vietato ai suoi sovrintendenti di concederle delle stanze.
Nynaeve bussò — aveva imparato che era meglio farlo —, poi entrò.
Le Aes Sedai del gruppo di Cadsuane — Merise e Corele — sedevano nella stanza, a sferruzzare e sorseggiare te, cercando di far sembrare che non stavano attendendo gli infernali capricci della donna. Cadsuane in persona stava parlando piano con Min, di cui si era praticamente appropriata negli ultimi giorni. A Min la cosa pareva non dispiacere, forse perché non era facile passare il tempo con Rand in questi giorni. Nynaeve provò una punta di solidarietà per la ragazza. Nynaeve doveva avere a che fare con Rand solo in qualità di amica; tutto questo sarebbe stato più duro per colei che condivideva il suo cuore.
Tutti gli occhi si voltarono verso Nynaeve mentre chiudeva la porta. «Penso di averlo trovato» annunciò.
«Di chi parli, bambina?» disse Cadsuane, sfogliando uno dei libri di Min.
«Di Perrin» rispose Nynaeve. «Avevi ragione: Rand sapeva dov’era.»
«Eccellente!» disse Cadsuane. «Hai agito bene; pare che tu possa essere di qualche utilita’.»
Nynaeve non era certa di cosa la irritasse di piu’: il complimento sarcastico o il fatto che il suo cuore si fosse gonfiato d’orgoglio nell’udirlo. Non era una ragazzina senza treccia che si faceva lisciare dalle parole di questa donna!
«Ebbene?» Cadsuane alzò lo sguardo dal libro. Le altre rimasero in silenzio, anche se Min rivolse un sorriso di congratulazioni a Nynaeve. «Dov’è?»
Nynaeve aprì la bocca per rispondere prima di trattenersi. Cosa c’era in questa donna che le faceva venir voglia di obbedire? Non si trattava dell’Unico Potere odi qualcosa associato a esso. Cadsuane semplicemente aveva l’aspetto di una nonna severa, ma giusta. Il tipo a cui non rispondevi mai a tono, ma che ti avrebbe dato dei dolci appena sfornati come ricompensa per aver spazzato il pavimento quando te lo diceva.
«Per prima cosa, voglio sapere perché Perrin è così importante.» Nynaeve attraversò a lunghi passi la stanza e occupò l’ultimo posto rimanente, uno sgabello di legno dipinto. Quando si sedette, si ritrovò a pochi pollici sotto il livello degli occhi. Come una studentella davanti a Cadsuane. Quasi si alzò in piedi, ma si rese conto che avrebbe attirato maggiore attenzione.
«Puah!» disse Cadsuane. «Terresti per te questa informazione, perfino se da essa dipendessero le vite dei tuoi cari?»
«Voglio sapere in cosa mi sono cacciata» disse Nynaeve in tono ostinato. «Voglio essere certa che questa informazione non finirà per fare altro male a Rand.»
Cadsuane sbuffò. «Presumi di pensare che io avrei fatto del male a quello sciocco ragazzo?»
«Non ho intenzione di presumere altrimenti» sbottò Nynaeve. «Non finche non mi dirai cosa stai facendo.»
Cadsuane chiuse il libro — Echi della sua dinastia — e parve turbata. «Almeno mi dirai com’è andato l’incontro con gli uomini delle Marche di Confine?» chiese.
«O anche quell’informazione viene trattenuta per un riscatto?»
Pensava forse di distrarre Nynaeve così facilmente? «È andato male, come ci si poteva aspettare» rispose. «Si sono acquartierati fuori da Far Madding e si rifiutano di incontrarsi con Rand a meno che lui non venga entro il raggio del Guardiano, separandosi dalla Fonte.»
«Lui l’ha presa bene?» chiese Corele dalla sua panca provvista di cuscini sul Iato della stanza. Sorrideva debolmente; pareva essere l’unica a pensare che i cambiamenti in Rand fossero divertenti, piuttosto che terrificanti. Ma d’altra parte lei era una delle donne che avevano legato a se un Asha’man praticamente alla prima opportunità.
«L’ha presa bene?» ripete Nynaeve in tono inespressivo. «Dipende. Tirare fuori quel maledetto ter’angreal e minacciare di far piovere fuoco sull’esercito lo consideri come ‘prenderla bene’?»
Min impallidì. Cadsuane sollevò un sopracciglio.
«L’ho fermato» disse Nynaeve. «Ma solo per poco. Non lo so. Potrebbe… potrebbe essere troppo tardi per fare qualunque cosa per cambiarlo.»
«Quel ragazzo riderà di nuovo» disse Cadsuane piano, ma con intensità. «Non sono vissuta così a lungo per fallire ora.»
«Cosa importa?» disse Corele. Nynaeve si voltò sconcertata.
«Ebbene?» Corele posò il suo rammendo. «Cosa importa? È ovvio che avremo la meglio.»
«Luce!» esclamò Nynaeve. «Cosa ti ha messo in testa questa idea?»
«Abbiamo appena trascorso tutto il pomeriggio mettendo alla prova questa ragazza sulle sue visioni.» Corele fece un cenno col capo verso Min. «Si avverano sempre, e ha visto cose che ovviamente non possono avvenire se non dopo l’Ultima Battaglia. Perciò sappiamo che Rand sconfiggerà il Tenebroso. Il Disegno l’ha già deciso. Possiamo smettere di preoccuparci.»