«Ne sarei onorata, Madre» disse Silviana, inginocchiandosi di nuovo. «Davvero onorata.» Egwene esalò un respiro. Il suo compito di riunire le Ajah spezzate sarebbe stato difficile, ma se le Rosse l’avessero vista come un nemico, sarebbe stato quasi impossibile Con Silviana al suo fianco, avrebbe avuto un’emissaria per le Rosse che non sarebbe stata rifiutata. O così sperava.
«Questo sarà un momento difficile per l’Ajah Rossa, figlia» disse Egwene. «La loro natura e stata sempre quella di catturare gli uomini capaci di incanalare, ma i rapporti, affermano che saidin è pulito.»
«Ci saranno ancora incanalatori solitari, Madre» disse Silviana. «E non ci si può fidare degli uomini.»
Un giorno dovremo superare quest’ultimo atteggiamento, pensò Egwene. Ma per ora, è abbastanza vero da lasciar correre così. «Non ho detto che il vostro scopo sarebbe scomparso, solo che sarebbe cambiato. Vedo grandi cose per l’Ajah Rossa in futuro — l’espandersi di una visione, un impegno rinnovato. Sono lieta di averti al mio fianco per aiutare a guidarle.»
Egwene alzò lo sguardo sulle Adunanti, che stavano osservando in attonito silenzio.
«Ordinerei a tutte voi di essere punite,» disse Egwene «se non fosse per il fatto che so che alcune di voi, almeno, stavano operando in segreto per impedire che la Torre Bianca cadesse a pezzi. Non avete fatto abbastanza, ma avete fatto qualcosa. Inoltre, penso che la penitenza che spesso esigiamo da noi stesse sia ridicola. Cos’è il dolore fisico per le Aes Sedai?»
Egwene trasse un profondo respiro. «E io stessa non sono priva di colpe. Condivido parte della vostra vergogna, poiche è stato durante la mia carica che questi disastri sono accaduti. Mi sono schierata con le ribelli e ho permesso di essere eletta da loro perché era l’unica scelta. Ma quella scelta mi rende comunque colpevole.
«Portate con voi la vostra vergogna, Adunanti, ma portatela con determinazione. Non lasciate che vi spezzi. Il tempo della guarigione è iniziato, e puntare il dito non serve più a nulla. Avete fallito. Ma siete tutto quello che abbiamo. Noi siamo tutto quello che il mondo ha.»
Le donne cominciarono ad alzare lo sguardo.
«Venite» disse Egwene, attraversando la stanza ad ampie falcate, mentre Silviana si metteva tranquillamente al passo con lei. «Andiamo ad accogliere le ribelli.»
Passarono attraverso i corridoi della Torre, che ancora puzzavano di fumo ed erano disseminati in alcuni punti di macerie. Egwene cercò di non guardare le macchie di sangue. Le Adunanti la seguirono, radunandosi in gruppi secondo la loro Ajah, malgrado il recente rimprovero di Egwene. Ci sarebbe stato ancora molto lavoro da fare per sanare le divisioni.
«Madre» disse Silviana piano mentre camminava. «Posso solo presumere che tu avessi già una Custode degli Annali fra le ribelli. Intendi tenerci entrambe?» La sua voce tesa rivelava cosa pensava di un accomodamento così non convenzionale.
«No» disse Egwene. «La mia precedente Custode degli Annali è stata giustiziata per essere dell’Ajah Nera.»
Silviana impallidì. «Capisco.»
«Non possiamo girare attorno a queste cose, Silviana» disse Egwene. «Ho ricevuto una visita molto importante appena prima della mia… liberazione. Era della Nera, e mi ha confidato i nomi di altre Sorelle Nere. Ho confermato tutte quelle che si trovavano fra le Aes Sedai ribelli tramite l’uso del Bastone dei Giuramenti.»
«Il Bastone dei Giuramenti?» esclamò Silviana.
«Sì» disse Egwene mentre accedevano a una rampa di scale. «Mi è stato dato la scorsa notte da un’alleata all’interno della Torre. Anche se questo mi fa venire in mente che dovremo spostare la stanza con i ter’angreal. E tenere il luogo segreto e costantemente schermato. Non passerà molto tempo prima che ogni Sorella con Potere sufficiente conosca il flusso per Viaggiare, e non mi stupirebbe che molte di loro — incluse quelle di cui mi fido — ‘prendessero in prestitò un angreal di tanto in tanto.»
«Sì, Madre» disse Silviana. Poi, a voce più bassa: «Sospetto che dovrò abituarmi a molti cambiamenti.»
«Temo di sì» replicò Egwene. «Non ultimo la necessità di scegliere una maestra delle novizie appropriata, una che possa gestire centinaia di nuove iniziate… molte delle quali non sono della solita età. Ho già iniziato ad accettare per l’addestramento qualunque donna, a prescindere dall’età , che mostri una certa capacità nell’incanalare. Sospetto che, entro poco tempo, la Torre Bianca sarà piena di novizie fin quasi a scoppiare.»
«Allora mi metterò a pensare rapidamente a delle proposte per un rimpiazzo,Madre» disse Silviana.
Egwene annuì. Di sicuro Romanda e Lelaine sarebbero state livide di rabbia una volta scoperto che Egwene aveva scelto Silviana, ma più Egwene ci rifletteva, più era soddisfatta. Non solo perché Silviana era Rossa, ma perché era così capace. Saerin sarebbe stata una scelta migliore, ma molte l’avrebbero vista come una guida per Egwene e forse il vero potere dietro il trono. Scegliere un’Azzurra non avrebbe fatto altro che acuire ulteriormente l’attuale divisione della Torre. E inoltre, con un’Amyrlin che era una delle ribelli — nessuno si sarebbe dimenticato di questo, qualunque cosa Egwene avesse detto o fatto — avere una Custode degli Annali che era stata una lealista sarebbe stato un ottimo passo avanti per sanare i rapporti. Non passò molto prima che raggiungessero la Piazza Grande della Torre, sul lato orientale dell’edificio. La piazza era piena — come da suoi ordini — di donne in fila per Ajah. Egwene aveva scelto questa posizione per via degli alti gradini che conducevano alla Torre, sormontati da un spazioso pianerottolo. Si fermò lì, dando la schiena alle maestose porte intagliate. Era il posto perfetto da cui rivolgersi a una folla.
Era anche situato nei pressi delle aree, che avevano subito i danni peggiori durante l’attacco la notte precedente. Dei fuochi covavano ancora nell’ala orientale; la cupola era crollata, così come uno dei muri. Comunque, da questa posizione elevata, la Torre stessa era relativamente sgombra da sfregi, e nessuno dei buchi spalancati era visibile direttamente.
Egwene poteva vedere facce alle finestre inferiori. Aes Sedai e novizie la osservavano. Pareva che, in aggiunta alle ribelli, Egwene avesse un’opportunità per rivolgersi alla maggior parte delle donne che ancora occupavano la Torre. Intesse un flusso per amplificare la propria voce. Non a un volume altisonante, ma abbastanza da essere udita sia da dietro che da sotto.
«Sorelle,» disse «figlie. Sono stata eletta come si conviene all’Amyrlin Seat. Entrambe le fazioni di questo conflitto mi hanno scelto. Entrambe hanno seguito i metodi prescritti ed entrambe ora mi accettano come loro Amyrlin. E tempo di riunirsi di nuovo.
«Non fingerò che la nostra divisione non abbia avuto luogo. Noi della Torre Bianca a volte abbiamo troppa voglia di dimenticare quei fatti che non vogliamo riconoscere. Questo non può essere tenuto nascosto, non da noi che l’abbiamo vissuto. Ci siamo divise. Siamo quasi arrivate alla guerra le une contro le altre. Ci siamo coperte di vergogna.
«Voi ribelli davanti a me avete fatto qualcosa di terribile. Avete provocato una frattura nella Torre e avete eletto un’Amyrlin rivale. Per la prima volta, sono state schierate delle truppe di Aes Sedai contro Aes Sedai, io ho guidato quelle truppe. Conosco questa vergogna.
«Necessaria o no, è una vergogna. Ed è per questo che richiedo la vostra ammissione di colpa. Dovete assumervi la responsabilità per i vostri crimini, perfino quelli compiuti nel nome del bene superiore.»
Guardò le Aes Sedai sotto di lei. Se il suo gesto di costringerle a disporsi per file — poi fare in modo che attendessero la sua volontà — non le aveva messe al corrente del suo atteggiamento, forse lo avrebbero fatto le sue parole.
«Non siete venute qui nella gloria» disse loro Egwene. «Non siete giunte qui vittoriose. Poiche non c’è vittoria, ne potrebbe esserci, quando Sorella combatte Sorella e Custode muore per mano di un altro Custode.» Notò Siuan in piedi vicino alle prime linee delle file e incontrò i suoi occhi da lontano. Anche Leane era lì, con l’aspetto scarmigliato per la sua lunga prigionia, ma con un portamento eretto.