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Loro non erano stati uccisi, ma Pham aveva imparato la lezione. E aveva iniziato il suo lento viaggio di ritorno. Sura era ormai oltre la portata di ogni mortale, però c’erano sempre i Qeng Ho che lui e lei avevano creato. Lui aveva ancora i suoi sogni.

E sarebbe morto con essi su Triland se Sam Park non lo avesse ripescato. Ora lo spazio e il tempo gli davano una seconda possibilità: la promessa contenuta nel Focus.

Pham scacciò le immagini del passato e controllò i localizzatori che aveva sulle tempie e in un orecchio. C’era del lavoro da fare, ora più che mai. Doveva prendersi il rischio di un altro colloquio faccia a faccia con Vinh. Un po’ di esercizio, e il giovanotto avrebbe imparato a fronteggiare le insidie delle analisi di Nau senza fargli sospettare niente. Sì, questa era la parte più facile. La più difficile stava nel tenere Vinh all’oscuro sul suo traguardo finale.

Pham si girò sulla rete e chiuse gli occhi. Dietro le palpebre vedeva le tracce dei dati che aveva lasciato captare alla Reynolt e agli annusatori. Li aveva ingannati di nuovo. E alla lunga… si, alla lunga, se non ci fossero state sorprese, Anne Reynolt era ancora la minaccia più grande.

35

Hrunkner Unnerbai arrivò in volo alla Baia di Calorica il primo giorno della Tenebra. Era venuto lì spesso, in quegli ultimi anni. Diavolo, aveva cominciato a frequentare quel posto a metà della Luce, quando il fondovalle era ancora un calderone bollente. Negli anni successivi, ai piedi delle montagne era nata una piccola città dove abitavano ingegneri e maestranze. A metà della Luce il caldo era infernale anche in quota, ma chi lavorava lì era ben pagato. Le strutture di lancio sopra l’altipiano erano state finanziate da un insieme di compagnie commerciali e fondi reali, e dopo che Hrunkner vi aveva installato frigoriferi e condizionatori d’aria abitare lì non era stato affatto spiacevole. I ricchi non avevano cominciato a farsi vedere che negli anni del Sole Calante, come sempre nelle ultime cinque generazioni, dopo aver ricostruito le loro ville sulle pendici della caldera.

Ma fra tutte le visite di Hrunkner, quella gli dava l’impressione più strana. Il primo giorno della Tenebra. Era un confine mentale piuttosto che fisico, e forse proprio questo lo rendeva ancora più importante.

Hrunkner aveva preso un volo commerciale da Alta Equatoria, ma non c’erano turisti neppure in quella località. Alta Equatoria distava appena ottocento chilometri, ma era un altro mondo rispetto all’afa di Calorica anche in quel periodo. Hrunkner e le sue due assistenti (guardie del corpo, in realtà) attesero che gli altri passeggeri scendessero per la rete inclinata, poi si tolsero gli indumenti riscaldati e presero i due panieri che costituivano la prima ragione di quel viaggio. Proprio sul portello Hrunkner perse la presa sulla rete e il suo paniere cadde ai piedi dell’inserviente dell’aereo. Il coperchio isolante si aprì e rivelò il contenuto: una polvere chiara accuratamente chiusa in sacchetti di plastica.

Hrunkner si affrettò a richiudere il paniere. L’inserviente rise divertito, — Dicono che l’unica cosa che Alta Equatoria può vendere altrove è la polvere. Ma non credo che qui lei riuscirà a venderne molta.

Hrunkner scrollò le spalle, imbarazzato. A volte le battute di spirito lo coglievano di sorpresa e non trovava subito una buona risposta. Raccolse il paniere e si sbottonò la blusa. Seguito dalle altre due scese sulla pista, e subito fu chiaro il significato delle parole dell’inserviente. Un’ora prima, mentre partivano da Alta Equatoria, c’era una temperatura di ottanta sotto zero e un vento piuttosto forte. Avevano dovuto mettersi dei respiratori solo per passare dalla sala d’aspetto all’aereo.

Lì, invece… — Dannazione, questo posto è una fornace. — Brun Soulas, la sua agente di sicurezza più giovane, depose il paniere e si tolse la blusa.

L’altra agente rise della collega, benché anche lei stesse ansimando di caldo. — Cosa ti aspettavi, Brun! Questa è la Baia di Calorica.

— Già, ma oggi è il primo giorno della Tenebra.

Non pochi degli altri passeggeri avevano avuto la stessa sorpresa. Erano una fila grottesca, mentre nel camminare si toglievano di dosso gli abiti pesanti isolati e autoriscaldati. Hrunkner notò che tutte le braccia e le gambe di Brun (salvo la mano che teneva il paniere) erano occupate in quello spogliarello. Arla Undgata stava invece controllando i dintorni. Fu poi la volta di Brun a stare all’erta mentre la collega si spogliava. Erano esperte e decise come i soldati che Hrunkner aveva addestrato nella Grande Guerra.

Il loro arrivo a Calorica poteva essere giudicato di poca importanza ma i funzionari della sicurezza dell’aeroporto furono efficienti. I panieri di polvere di roccia furono messi su due autoblinde, Il graduato responsabile non si permise un solo commento sull’assurdità della situazione.

Pochi minuti più tardi Hrunkner e le sue guardie del corpo erano in strada, a piedi e non più appesantiti dal loro carico. — Cosa vuol dire “di poca importanza”? — Arla agitò le braccia, sbuffando. — Di poca importanza è forse aver portato quella… roba attraverso il continente. — Né lei né la collega capivano cosa fosse quella polvere, e non nascondevano la loro perplessità. — Ora abbiamo qualcosa da proteggere… anzi, qualcuno. Ma signore, perché non ci ha reso la cosa più facile viaggiando sugli automezzi blindati?

Hrunkner le sorrise. — Manca più di un’ora al mio appuntamento col grande capo. C’è tutto il tempo di andare a piedi. Non sei curiosa di guardare la zona, Arla? Non molti possono dire di aver visitato la Baia di Calorica nel primo giorno di Tenebra.

Arla e Brun si scambiarono un’occhiata: la disgustata pazienza dei professionisti messa a dura prova dalla noncuranza dei dilettanti. Hrunkner non si prese la briga di correggerle. I Kindred avevano dimostrato più di una volta la loro pericolosità di terroristi in casa altrui. Ma io ho vissuto settantacinque anni, e le cose di cui ho paura sono altre. Si incamminò verso le luci sulla riva del mare. Le due guardie del corpo glielo avrebbero impedito volentieri, se avessero osato. Non poterono far altro che affiancarlo da vicino per fargli scudo coi loro corpi. Ma Arla stava già parlando nel suo telefono portatile. Hrunkner sogghignò fra sé. No, quelle due non erano stupide. Mi chiedo se noterò gli agenti che sta chiamando.

La Baia di Calorica era stata una delle meraviglie del mondo fin dall’antichità. Era uno dei tre soli luoghi vulcanici conosciuti, e gli altri due si trovavano sotto l’oceano e sotto i ghiacci. La baia in se stessa era parte di una grande caldera vulcanica spezzata, che l’oceano aveva invaso e riempito.

Negli anni del Nuovo Sole era un inferno, anche se nessuno l’aveva mai vista in quel periodo. Le pareti ricurve della grande tazza concentravano la temperatura e la luce fino a fondere il piombo, e in qualche modo ciò innescava una serie di esplosioni di lava che creavano nuovi crateri, placandosi poi nel corso di anni durante i quali soltanto i vulcanologi capitavano nella zona. In seguito giungevano visitatori di diverso genere.

In un certo senso Calorica, all’inizio della Tenebra, era il modello del mondo che l’energia atomica stava per offrire alla razza degli Aracnidi per tutte le Tenebre che sarebbero seguite. Hrunkner accelerò il passo verso le luci e la musica più avanti, chiedendosi cos’avrebbe visto.