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— I suoi figli come stanno? — gli venne spontaneo di chiedere.

Lei esitò, come se cercasse una critica in quelle parole. — Viki si è arruolata l’anno scorso.

Hrunkner lo sapeva già. Era trascorso molto tempo dall’ultima volta che aveva visto Victreia Seconda. Si domandò se la vita militare le piacesse. Gli era sempre parsa un aracnide dura e decisa, anche se con un tocco dell’estrosità di Sherkaner. Chissà se Rhapsa e Hrunk erano ancora da quelle parti.

Le scale sbucarono dalla parete del cratere. Quella parte della casa doveva risalire agli anni del Sole Calante, ma dove allora c’erano stati cortili e verande aperte ora triple pareti di quarzo isolavano tutto dalla Tenebra esterna. Tutto aveva un colore giallastro, però la vista della baia era sorprendente. Le luci della città chiudevano come una collana le acque illuminate dai riflessi della lava. Il generale chiuse le tende, mentre salivano verso quello che in passato doveva essere stato un osservatorio panoramico. Lo introdusse in una stanza vivamente illuminata.

— Hrunkner! — Sherkaner Underhill uscì dai cuscini che la ammobiliavano. Probabilmente quello era l’arredamento lasciato dal precedente proprietario. Lui non riusciva a immaginare il generale e suo marito a impigrirsi su quei cuscini.

Underhill trotterellò attraverso la stanza, con più entusiasmo che agilità. Aveva con sé un grosso insetto-guida, al guinzaglio, e la creatura corresse l’andatura di lui deviandolo pazientemente verso l’ingresso. — Ti sei perso Rhapsa e il piccolo Hrunk per un paio di giorni, temo. Quei due non sono più i ragnetti che tu ricordi. Ormai hanno diciassette anni. Ma il generale non approva l’atmosfera che c’è da queste parti, così li ha rimandati a Principalia.

Il generale non commentò le parole del marito, ma fece il giro della stanza e tirò le tende anche lì, chiudendo fuori la Tenebra. I tre si misero a sedere sui trespoli. Underhill aveva molte cose da raccontargli, per lo più sui loro figli. Il generale non parlava molto. Quando suo marito ebbe riferito le ultime avventure di Jirlib e di Brent, lei disse: — Sono certa che al sergente non interessa molto sapere ciò che fanno i nostri figli.

— Oh, anzi, io… — cominciò Hrunkner, poi notò l’atteggiamento teso di lei. — Ma suppongo che ci siano argomenti più pressanti, no?

Underhill esitò, poi si piegò ad accarezzare il carapace peloso del suo insetto-guida. La creatura era grossa e robusta, sui quaranta chili di peso, ma sembrava molto docile. Dopo un momento cominciò a fare le fusa. — Vorrei che tutti fossero facili ad accontentarsi come il mio Mobiy, qui. Ma hai ragione. Ci sono cose più urgenti di cui parlare. — Allungò un braccio sotto il tavolo di legnorame (sembrava un pezzo originale della Dinastia Treppen, sopravvissuto a quattro Tenebre fra i mobili di qualche famiglia ricca) e ne tirò fuori uno dei sacchetti di plastica che Hrunkner aveva portato da Alta Equatoria. Lo depose sulla superficie rossa del tavolo con un tonfo, facendone cadere fuori uno sbuffo di polvere chiara.

— Tu mi hai sbalordito, Hrunkner! La tua magica polvere di roccia. Cosa ti ha messo su questa pista? Hai fatto una semplice indagine… e sei capitato su un segreto che il nostro servizio informazioni non immaginava neppure.

— Aspetta, aspetta. Detto così sembra che il servizio abbia fatto male il suo lavoro. — Molta gente avrebbe protestato, se lui avesse evitato di chiarire quel fatto. — La cosa si è svolta fuori dal servizio, ma Rachner Thract ha collaborato con me. Mi ha assegnato le due guardie del corpo con cui sono arrivato. Ma soprattutto devo ai suoi agenti ad Alta Equatoria… voi conoscete già la storia, no? — Erano stati quattro agenti di Thract ad attraversare l’altipiano con il materiale prelevato alla raffineria Kindred.

Victreia Smait annuì. — Sì, non preoccuparti. Io biasimo solo me stessa per non esserci arrivata. Ci siamo crogiolati anche troppo nella falsa idea della nostra superiorità tecnologica.

Sherkaner stava ridacchiando. — È così. — Sparse sul tavolo un po’ del materiale in questione. Non sembrava diverso da qualsiasi polvere di roccia sedimentaria, chiara, contenente residui organici stratificati milioni d’anni prima. — Ciò che non capisco è come tu sia giunto ad avere quest’illuminazione scientifica, anche solo al livello di ipotesi.

Hrunkner si appoggiò all’indietro. I cuscini erano, in effetti, ben più comodi delle reti dell’aeroplano. — Be’, tu ricordi quella spedizione congiunta Kindred-Alleanza al centro dell’altipiano. I Kindred avevano con sé un paio di scienziati convinti che lassù la forza di gravità fosse sballata.

— Sì. Quei due pensavano che il fondo di una miniera fosse il posto adatto per confermare la loro teoria gravitazionale. E trovarono delle differenze che li eccitarono moltissimo. Poi venne fuori che le differenze dipendevano dall’ora del giorno, ovvero dall’angolatura dell’altipiano rispetto alla posizione del sole. Così ripeterono i loro test e alla fine ritrattarono tutto.

— Questa è la versione ufficiale — disse Hrunkner. — Ma mentre sovrintendevo alla costruzione del reattore nucleare sull’altipiano, a Undgaat Ovest, conobbi una aracnide che aveva partecipato a quella prima spedizione, Triga Depdag. La Depdag è specializzata anche in ingegneria, e lavorammo insieme ad alcune soluzioni. A ogni modo, lei mi disse che il metodo sperimentale usato da quei due studiosi era impeccabile, e che secondo lei la ripetizione dei test poteva solo confermare i primi risultati. E quando chiese di partecipare a un ulteriore studio, le fu negato…. così io cominciai a farmi domande sulla grossa miniera che i Kindred avevano aperto in quel luogo neanche un anno dopo la spedizione. Perché proprio lì? E cosa giustificava la spesa di una ferrovia lunga seicento chilometri per arrivarci?

— C’è un ottimo giacimento di rame — disse Victreia Smait. — È una grossa impresa, ed è in forte attivo.

Hrunkner le sorrise. — Naturalmente. In caso contrario, chiunque si sarebbe fatto delle domande. E tuttavia… l’estrazione del rame è un’operazione marginale. E la mia amica è una che sa il fatto suo. Più ci pensavo, più mi convincevo che sarebbe valsa la pena di andare a ficcare il naso laggiù. — Indicò il sacchetto di polvere. — Ciò che vedete qui è il prodotto della terza raffinatura. La miniera Kindred deve filtrare parecchie tonnellate di materiale per riempire questo sacchetto. La mia ipotesi è che occorrano altri stadi di raffinatura per arrivare al prodotto finale.

Victreia Smait annui. — E possiamo presumere che questo accada in caverne più protette di quelle delle Gemme Tiefer.

— Sicuro. Gli agenti di Thract non si sono mai avvicinati al prodotto finale. — Hrunkner toccò la polvere sul tavolo. — Spero che questa vi basti per stabilire cosa c’è sotto.

— Oh, è stata più che sufficiente! — esclamò Underhill.

Hrunkner lo guardò sorpreso. — Te l’ho consegnata meno di quattro ora fa!

— Tu mi conosci, Hrunk. Questa può essere una località di vacanza, ma io non mi muovo senza le mie cose. — Probabilmente aveva un laboratorio, con se. — Illuminata in un certo modo, la tua polvere perde quasi metà del tuo peso. Congratulazioni, sergente. Tu hai smascherato gli scopritori dell’antigravità.

— Io… — Triga Depdag ne era stata sicura, ma fino a quel momento Hrunkner non ci aveva creduto davvero. — D’accordo, signor Analisi Istantanea. Ma come funziona?

— Ancora dobbiamo stabilirlo. Il mio laboratorio qui non può fare molto. Domattina andrò a Principalia col primo aereo. A parte la magica diminuzione di peso, ho trovato un’altra sola cosa strana. La roccia sedimentaria dell’altipiano ha una piccola percentuale di residui organici, in questa polvere raffinata la percentuale è mille volte maggiore. Forse queste particelle mediano un processo che… — E qui Sherkaner si lanciò in una serie di speculazioni, e in piani per verificarne l’attendibilità. Aveva ancora il tremito, ma nella sua voce c’era l’entusiasmo di quand’era giovane. Era stato il suo entusiasmo a spingere molti scienziati e un’intera nazione a costruire un nuovo mondo. Victreia Smait lo ascoltava parlare e gli accarezzava dolcemente la peluria sul dorso.