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— Ma… perché tutti quegli articoli firmati Anonimo Scopritore? Ho pensato che Sherkaner e i suoi studiosi stiano diventando timidi.

— Quella firma? No… molti dei suoi studiosi preferiscono restare anonimi, tutto qui. Mettono in pubblico ipotesi sulla rete di computer. È solo un gioco intellettuale, un po’ infantile.

Infantile o no, aveva prodotto risultati stupefacenti. Negli ultimi anni Anonimo Scopritore aveva fatto fare grossi passi avanti al nucleare, all’informatica, e soprattutto alle tecniche di produzione industriale.

— Mio marito sta invecchiando male, questa è la realtà.

Era difficile crederlo. — Poco fa mi è sembrato quello di sempre. Mentalmente, intendo. Le idee scaturiscono dalla sua testa come scintille. — Una dozzina di strane idee ai minuto, quando è lanciato. Hrunkner sorrise fra sé, al pensiero. Fantasia, il tuo nome è Underhill.

Il generale sospirò, e la sua voce si fece lontana come se parlasse dei personaggi di un romanzo e non della sua tragedia personale. — Mio marito ha avuto migliaia di idee folli, e un certo numero di idee vincenti. Ma è… cambiato. Negli ultimi tre anni ha lasciato perdere tutto e si occupa di sciocchezze. Figurati che da mesi non pensa altro che alla videomanzia, un argomento in cui non c’è niente di nuovo da dire. Ha ancora il vecchio entusiasmo, ma… — La sua voce si spense, mestamente.

Per quasi quarant’anni Victreia Smait e Sherkaner Underhill erano stati una squadra. Lui produceva valanghe di idee, e lei portava avanti le migliori per il progresso dell’Alleanza. Sherkaner gli aveva descritto la cosa in termini coloriti, quando lottava per affermare il concetto che l’intelligenza artificiale era l’onda portante del futuro: «Io sono il componente elettronico che genera le idee, lei il meccanismo che cerca gli errori. Insieme siamo la cosa più efficiente che cammini su dieci gambe». E insieme avevano trasformato il mondo.

Ma ora… se la squadra aveva perso il suo genio, cosa sarebbe successo? La mente di Sherkaner aveva spinto sulla strada giusta il generale. Senza le doti del marito, a lei restavano solo le sue: coraggio, lucidità, perseveranza. Sarebbe bastato?

Victreia Smait non disse nulla per molti minuti. E Hrunkner fu tentato di alzarsi e metterle un braccio intorno alle spalle… ma un sergente non poteva far questo a un generale.

37

Gli anni erano trascorsi, e il pericolo era aumentato. Testarda più di ogni essere umano che Pham avesse mai conosciuto, Anne Reynolt continuava a indagate e analizzare. Finché possibile lui evitava di manipolare le testerapide. Aveva perfino organizzato certe sue operazioni perché andassero avanti mentre lui era fuori Turno, in sonno freddo; questo era rischioso, ma gli consentiva di non essere coinvolto nelle più azzardate. Non era servito a molto. Ormai sembrava che la Reynolt avesse sospetti concreti. I localizzatori usali da Pham gli confermavano che la donna stava intensificando le ricerche, e stringeva il cerchio intorno a un indiziato… molto probabilmente Pham Nuwen. Non c’era modo di mandarla fuori pista. Qualunque fosse il rischio della cosa, Anne Reynolt doveva essere eliminata. La cerimonia di apertura del nuovo “ufficio” di Nau, una residenza comprendente un parco alberato e un laghetto sotterraneo, poteva essere una buona occasione, la migliore che gli si sarebbe mai presentata.

Braccio Nord era il nome con cui lo chiamava Tomas Nau. Per la maggior parte degli altri — i Qeng Ho che ci avevano lavorato, comunque — quello era più semplicemente il Parco. Ora l’intero personale attualmente di Turno avrebbe avuto modo di ammirare l’opera completa.

La folla comprendeva già praticamente tutti quando Nau apparve sulla veranda della sua abitazione privata, rivestita in legno autentico. Indossava un’aderente blusa verde, metallizzata, e pantaloni a sbuffo dello stesso colore. — Salve gente. Tenete i piedi bene al suolo… non vi sarà difficile, perché la mia Qiwi ha inventato un suolo tutto particolare per il Braccio Nord. — Stava sorridendo, e la gente rise. Su Diamante Uno la gravità era qualcosa di teorico. Intorno alla casa il terreno era zigrinato con una singolare tecnica che consentiva l’aderenza alle suole di tipo consueto, e infatti tutti avevano i piedi al suolo, ma il concetto di alto e basso esisteva solo a livello di accordo comune. Accanto a lui, sulla veranda, Qiwi ridacchiava alla vista di centinaia di persone tutte in piedi, che però oscillavano qua e là come ubriache. Una gattina di pelo nero le stava accoccolata su una spalla.

Nau alzò una mano. — Signore e signori, amici. Oggi pomeriggio voglio che vi divertiate e ammiriate ciò che voi avete realizzato qui. E che pensiate a come ci siete arrivati. Trentotto anni fa ci siamo quasi autodistrutti in una battaglia nata da un malinteso. Per molti di voi non è un’epoca così lontana, solo dieci o dodici anni di vita soggettiva. Ricorderete che io paragonai quel momento all’Era della Pestilenza, su Balacrea. Avevamo distrutto molte delle nostre risorse, quasi annientando la nostra capacità di sopravvivere nello spazio. Io vi pregai di accantonare ogni animosità e di lavorare insieme, dimenticando le differenze culturali… ebbene, amici miei, lo abbiamo fatto. Non siamo ancora liberi dal pericolo fisico; il nostro destino è ancora legato a ciò che sapremo fare coi Ragni. Ma guardandovi attorno oggi potete vedere che il progresso c’è stato. Voi avete costruito tutto questo, partendo dal ghiaccio e dalla nuda roccia. Il Braccio Nord, il Parco, non è troppo grande ma è un capolavoro di ingegneria. Guardatelo. Qui abbiamo qualcosa che rivaleggia con molte realizzazioni della civiltà umana.

— Io sono orgoglioso di voi. — Circondò con un braccio le spalle di Qiwi, inducendo la gattina a spostarsi fra le braccia di lei. Una volta la relazione fra Nau e la ragazza Lisolet aveva generato aspri commenti e battute sarcastiche. Ora… Pham s’accorse che tutti li osservavano sorridendo. — Ciò che vedete qui è più di un piccolo parco, più di una dimora privata di un caponave. Qui vedete la prova che i Qeng Ho e gli Emergenti unendosi possono offrire qualcosa di nuovo all’universo umano. Le persone focalizzate del nostro gruppo… — Pham notò che le chiamava “persone”, e senza il solito tono sprezzante. — …Hanno approntato i dettagli tecnici di questo luogo. La capacità lavorativa e l’ingegno Qeng Ho ne hanno fatto una realtà. E io personalmente ho imparato una cosa: su Balacrea e su Frenk e su Gaspr noi Dirigenti governiamo per il bene della comunità, ma siamo indotti a usare la forza della legge per convincere la gente. Qui, collaborando con voi ex Qeng Ho, io ho visto l’altra strada. So che vi siete fatti pagare con quella strana cartamoneta che mi avete tenuto sempre nascosta. — Nau alzò le mani mentre parecchi gettavano in aria i buoni-acquisto e i “pagherò” firmati quasi tutti da Qiwi. Molti risero. — Dunque pensate! Ecco un esempio di ciò che il governo di un Dirigente e l’intraprendenza Qeng Ho potrà fare, quando avremo compiuto la nostra missione!

Nau s’inchinò in risposta all’applauso entusiasta. Qiwi gli passò davanti appoggiandosi alla balaustra e l’applauso si fece più forte. La gattina balzò via dalle sue braccia e fluttuò verso la gente; allargò le sue morbide ali, deviò in un ampio semicerchio e tornò verso la sua padrona. — Guardate un po’… Miraow ha il permesso di volare, qui. ma lei ha le ali. Voi no. — L’animale fece un’altra deviazione e volò verso la boscaglia che orlava la riva su quel lato. — Ora vi invito a passare sul lato della casa del caponave per i rinfreschi.

Alcuni degli ospiti erano già là; gli altri li raggiunsero intorno ai tavoli, che sembravano curvi sotto il peso delle vivande poggiate su di essi. Pham si spostò con loro vociando “alla Trinli” con questo e quello, e stimolandoli a replicare con battute di spirito. Era importante far notare la sua presenza lì a quante più persone possibile. Nel frattempo, nel retro dei suoi occhi, minuscole microspie gli costruivano un quadro tattico del parco intorno al lago.