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Ma Ezr aveva adesso altri modi di vedere… mandò un segnale al localizzatore fissato alla tempia destra. Una fantomatica visione gli dilagò nella retina. I colori erano ombre, e le forme distorte come se avesse premuto un dito contro un angolo dell’occhio, ma l’immagine era abbastanza nitida. Ezr s’era impegnato a lungo negli esercizi suggeriti da Nuwen. La parete esterna gli appariva viola, il colore dei freddo, e quella interna gialla e bianca. A volte gli giungevano altre immagini, prospettive trasmesse da localizzatori a qualche metro di distanza o addirittura alle sue spalle, ma coi comandi opportuni e molta concentrazione poteva vedere cose impossibili ad altri. Nuwen può fare anche di meglio. Con gli anni ne aveva avuto le prove. Nuwen usava i localizzatori come se fossero il suo impero privato.

L’uomo lo attendeva poco più avanti, aggrappato a una maniglia della parete, invisibile nel buio ma non per le telecamere dei localizzatori che circondavano anche lui. Mentre Ezr percorreva gli ultimi metri dovette fare uno sforzo per ignorare le immagini che gli giungevano anche da essi, mescolandosi alla sua prospettiva personale.

— Va bene, vediamo di sbrigarci — disse Nuwen. I colori chiari dell’infrarosso gli davano un aspetto sparuto, stregonesco. Il tono era ancora quello di Trinli, fra goliardico e tracotante, che usava in pubblico.

— Lei ha detto che avremmo avuto almeno duemila secondi.

— Già, ma la situazione è cambiata. O non l’hai notato?

— Ho notato molte cose. Ed è ora che ne parliamo, per chiarirne alcune. Nau ammira il personaggio storico di Pham Nuwen… lei questo lo sa, non è vero?

— Nau non racconta la verità neanche a se stesso.

— D’accordo, ma i documenti storici che mi ha lasciato esaminare sono autentici, almeno in buona parte. Pham, lei e io lavoriamo per lo stesso scopo da molti Turni, ormai. Io ho ripensato a ciò che i miei parenti anziani dicevano di lei, e mi riesce difficile vederla come un eroe dei Qeng Ho. Ho capito che lei ammira… è innamorato, anzi, del Focus. Lei mi ha fatto delle promesse, però badando bene a non sbilanciarsi su questo argomento. Lei vuole togliere di mezzo Nau e riprendere il controllo della spedizione… ma soprattutto lei vuole il Focus. Lo nega?

Il silenzio si prolungò per una manciata di secondi. Cosa risponde, a una domanda diretta? Quando infine l’altro parlò, aveva la voce rauca. — Il Focus è la chiave per costruire una società capace di durare a lungo, e nell’intera estensione dello Spazio Umano.

— Il Focus è schiavitù, Pham — disse Ezr con calma. — Questo lei lo sa, naturalmente. E io credo che in fondo al suo cuore lei lo detesti. Mi chiedo come possa ventilare queste ipotesi di governo, un uomo con il suo passato.

Per un poco Nuwen lo guardò, seccato. La sua bocca ebbe una smorfia. — Tu sei uno sciocco, Vinh. Hai letto la documentazione storica di Nau e non ne hai capito niente. Già una volta io sono stato tradito da una Vinh, una tua antenata, e stai certo che non permetterò che accada ancora. Credi che ti avrei lascialo vivere, se tu fossi in grado di bloccarmi la strada?

Nuwen si avvicinò ancora. A un tratto la visione di Ezr si spense del tutto; era stato tagliato fuori dall’output dei localizzatori. Alzò le mani davanti a se. — Non lo so. Ma io sono un Vinh e discendo da Sura… e dunque discendo anche da lei. Noi siamo una famiglia che ha molti segreti. Se non fossi partito con questa spedizione, un giorno o l’altro qualcuno mi avrebbe detto la verità su ciò che accadde a Brisgo Gap. Ma anche da bambino sapevo usare gli orecchi. La famiglia Vinh non si è certo dimenticata di lei. Fra noi si dice: «Noi dobbiamo tutto a Pham Nuwen. Siategli grati». Perciò, anche se lei meditasse di uccidermi, io dovrei cercare di parlarle. — Ezr guardò il buio che aveva davanti. Non sapeva se l’altro era ancora nello stesso punto in cui l’aveva visto. — E dopo quel che è successo ieri… credo che lei mi ascolterà. Non ho niente da temere da lei.

— Dopo quel che è successo ieri? — La voce di Nuwen era più vicina, e più rabbiosa. — Mio piccolo signor Vinh, cosa ne sai tu di quel che è successo ieri?

Ezr guardò in direzione della voce. C’era qualcosa in quella rabbia che andava oltre la sua capacità di comprensione. Cos’è successo fra lui e la Reynolt? Quel risvolto era inaspettato, qualcosa era andato storto, ma tutto ciò che lui aveva erano le parole che si era preparato con cura: — Lei non ha voluto ucciderla. Io credo in ciò che ha detto Trud. Ucciderla le sarebbe stato facile, e avrebbe potuto mascherare la cosa da incidente senza difficoltà. Così ora penso di capire dove la storia degli Emergenti che parla di lei dice il vero, e dove dice il falso. — Alzò le mani e gliele appoggiò sulle spalle, nel buio, guardandolo senza vederlo. — Pham, per tutta la vita lei ha avuto dei sogni. E le sue intuizioni politiche hanno fatto di noi ciò che siamo oggi. Ma lei voleva di più. Cosa, esattamente, la storia dei Qeng Ho non lo dice. È dalla storia degli Emergenti che lo si capisce. Lei ha avuto soprattutto un solo grande sogno, Pham. E il Focus può aiutarla a realizzarlo. Ma… il prezzo è troppo alto.

Ci fu un momento di silenzio, poi un grugnito quasi doloroso, da animale in gabbia. Bruscamente le braccia di Ezr furono spinte via. Due mani rabbiose lo afferrarono alla gola e strinsero. In lui ci fu solo un grande sbalordimento mentre annaspava, sentendosi mozzare il fiato…

E poi le mani allentarono la presa. Ma tutto intorno a loro presero ad accendersi lampi di luce bianca, abbagliante, e a crepitare dozzine di piccole esplosioni. Ezr ansimò, accecato, cercando di capire. Nuwen stava facendo andare in cortocircuito tutti i localizzatori più vicini. Alla luce di quelle effimere quanto fulgide scintille vide la figura dell’uomo che fluttuava davanti a lui. Nei suoi occhi c’era una follia che Ezr non avrebbe mai immaginato di scoprirvi.

Le scintille esplodevano sempre più lontano da loro, adesso, mentre quella distruzione si allargava come un contagio. La voce di Ezr fu un gorgoglio terrorizzato. — Pham, la nostra copertura! Senza i localizzatori…

L’ultimo di quei lampi illuminò il sogghigno distorto sulla faccia dell’uomo. — Senza i localizzatori creperemo tutti. Vai pure a morire, piccolo Vinh. Non me ne importa niente.

Il giovane lo sentì allontanarsi, sbattendo nelle pareti clastiche. Ciò che rimase fu solo il buio e il silenzio… e il pensiero della morte che incombeva a pochi Ksec da quel momento, perché nonostante ogni suo tentativo Ezr non riuscì a sentire nessun segno della presenza dei localizzatori.

Cosa resta a un uomo quando i suoi sogni muoiono? Pham fluttuava nel buio e nella solitudine della sua stanza, e quella domanda scivolava fra i suoi pensieri destando in essi solo una vaga curiosità, forse indifferenza. In fondo alla sua mente c’era anche la consapevolezza del grande squarcio che aveva aperto nella rete dei localizzatori. La rete era robusta. Quella distruzione non era stata automaticamente rilevata dagli annusatori di Brughel. Ma dopo un’accurata indagine la notizia di ciò che era successo sarebbe giunta agli Emergenti. Lui era conscio che Ezr Vinh stava disperatamente cercando di riparare la falla. Con sua sorpresa, il giovanotto non stava rendendo la cosa ancora peggiore; d’altra parte non era abbastanza esperto da mettere una pezza efficace sull’accaduto. Ancora qualche centinaio di secondi e Kal Omo avrebbe informato i superiori… e la loro mascheratura sarebbe crollata. Questo non aveva più molta importanza.

Cosa può fare un uomo quando i suoi sogni muoiono?

I sogni nascono e muoiono spesso nel corso di una vita. Gli esseri umani invecchiano. Quando la vita è ancora tutta da vivere, è facile vederla piena di promesse. Poi resta meno vita da vivere, e tutto svanisce.