— Nel corso di questi decenni Brughel ha assassinato forse più gente dei nostri che dei vostri. Ha molti crimini di cui rispondere, e la nostra legge è severa.
— Le credo sulla parola. Ma non è alla vostra giustizia che noi consegneremo quell’individuo. — La voce di Zimmin era secca, ed Ezr capì che su quel punto i Ragni non avrebbero ceduto.
Il che probabilmente era meglio. Ezr scrollò le spalle. — Molto bene. Giustiziatelo pure. Ma per ragioni umanitarie devo insistere che gli sia data una morte indolore.
Il Ragno lo guardò senza muovere neppure le mani nutritive. — Giustiziarlo? Temo che sia impossibile. Questo negoziato lascia nelle nostre carceri un solo umano. I nostri studiosi sono molto interessati alla vostra anatomia, ma dai vostri libri non s’impara molto. Mi è stato detto che ci occorre almeno un soggetto umano per una lunga serie di test comportamentali. Temo che Brughel non ne sarà entusiasta… soprattutto fra qualche anno, quando lo offriremo agli studiosi Kindred per il loro programma di esperimenti.
Ritser Brughel non è precisamente l’umano tipico, se vi interessano i test comportamentali, pensò Ezr. Ma non era la cosa più saggia da dire in quell’occasione, cosi si limitò a dirsi d’accordo. E per la prima volta scoprì in sé un impulso di pietà per Brughel. La sua avversione istintiva per i Ragni era sempre stata patologica, come una fobia.
59
Ezr Vinh fu accolto come un eroe al suo ritorno su L1. Non aveva mai visto tanto entusiasmo fra quella gente. Era riuscito a ottenere di portare con sé alcuni prigionieri rilasciati, fra cui Jau Xin. E con lui c’erano i primi dei loro nuovi partner commerciali, i primi Ragni a viaggiare nello spazio.
Ezr aveva altro per la testa. Sorrise, parlò, e quando vide Rita e Jau andare via insieme provò una distaccata soddisfazione.
L’ultima a uscire dalla scialuppa fu Floria Peres. La ragazza, una delle prime vittime di Ritser Brughel, era stata tenuta in sonno freddo negli ultimi anni, ma nessuno s’era aspettato di rivederla viva. Aveva uno sguardo tale che quando Ezr la condusse in corridoio la gente tacque. Qiwi si fece avanti. Aveva chiesto lei di aiutare i superstiti, ma alla vista di Floria sbarrò gli occhi e impallidì, sconvolta. Le due si guardarono, incapaci di parlare. Poi Qiwi la prese per mano e la folla si aprì dietro di loro.
Ezr le guardò allontanarsi, ma la sua mente era altrove. Anne Reynolt aveva cominciato la de-focalizzazione di Trixia mentre lui ripartiva da Arachna. Durante il tragitto di ritorno Nuwen gli aveva fatto sapere che tutto procedeva bene, in un tono rassicurante che non lo aveva rassicurato affatto. Adesso la ragazza era stata messa in coma artificiale, il secondo stadio dell’operazione. A quel punto la sola difficoltà stava nell’indurre mutazioni nel virus mentale fino a ottenere una varietà di virus che, incapace di interferire col tessuto nervoso, fosse eliminata dall’organismo.
Due giorni dopo Anne Reynolt gli telefonò per dirgli che Trixia era uscita dal coma e stava bene.
Prima di andare alla clinica del Focus, Ezr andò a fare visita a Qiwi. La ragazza stava lavorando con suo padre alla ricostruzione del Lago-Parco. La maggior parte degli alberi erano ridotti a scheletri, ma Ali Lin pensava di recuperarli. Anche dopo essere stato de-focalizzato l’uomo aveva conservato il suo interesse per il parco. Ora però poteva amare anche sua figlia. Trixia sarà come lui, libera come prima di questo incubo.
Quando Ezr uscì dal tunnel sul sentiero fra la boscaglia in rovina, Qiwi stava parlando coi Ragni. La gattina usava le ali per tenersi il più possibile alla larga da quei grossi insetti.
— Stiamo pensando di costruire un ambiente di tipo nuovo intorno al lago, un’ecologia tipo Arachna — spiegò Qiwi. Nella microgravità di L1 i Ragni avevano un atteggiamento fisico diverso, con le gambe estese quasi verticalmente verso il basso. Sembravano più alti. La più giovane, una femmina — probabilmente Rhapsa Laigtil — disse qualcosa. Il suo sibilare era quasi musicale in confronto a quello secco e duro di Belga Vilunder.
— Vedremo cosa verrà fuori, ma dubito che molti di noi vorranno vivere qui. Credo che costruiremo un provvisorio nostro — tradusse Zimmin Broute in tono amabile e discorsivo. Doveva essere l’ultimo dei traduttori ancora focalizzati.
— Sì, sono curiosa di vedere cosa farete — le rispose Qiwi. Alzò lo sguardo e vide Ezr.
— Buongiorno. Qiwi. Posso parlarti?
La ragazza si mosse verso di lui. — Rhapsa. mi scusi un momento, per favore?
— Certo, — Il Ragno sibilò un paio di domande a Zimmin, che le tradusse ad Ali Un.
Ezr attese che la ragazza fluttuasse davanti a lui, qualche metro più in là. — Qiwi, Trixia è stata de-focalizzata stamattina. Sto andando da lei.
Qiwi sorrise con entusiasmo. C’era ancora qualcosa di fanciullesco in lei. Stranamente, dopo tutto ciò che aveva passato, era rimasta molto aperta e spontanea.
Adesso era lei a trattare coi Ragni, che apprezzavano il suo spirito pratico.
— Come sta? — gli chiese, senza mascherare la sua ansia.
— Bene, dice la Reynolt. Un po’ disorientata, ma la sua mente e la sua personalità sembrano intatte. Oggi potrò andare a vederla, più tardi.
— Mi fa piacere. Ezr. È bello che ci sia un… un lieto fine, per voi due. — D’impulso la ragazza lo baciò sulle guance.
Lui si sentì imbarazzato. — Volevo ringraziarti per ciò che hai fatto, nell’arsenale. Senza di te non saremmo qui, oggi, e io e Trixia… Bene, ti farò sapere come sta, questa sera. — E si spinse via in fretta, verso l’ingresso dei tunnel.
Anne Reynolt aveva convertito la sala di gruppo nell’attico in una corsia per i convalescenti. Le testerapide che avevano lavorato lì Turno dopo Turno al servizio del caponave ora facevano tappa in quel luogo, nel loro cammino verso la libertà.
Anne lo accompagnò fino alla porta e si fermò. — Prima che lei entri, Ezr, voglio raccomandarle di ricordare…
Aggrappato al corrimano Ezr corrugò le sopracciglia. — Lei ha detto che si è ripresa bene.
— Sì, certo. Le sue condizioni mentali sono soddisfacenti. Ha perfino mantenuto le conoscenze specialistiche assunte durante questi anni. Tuttavia… lei deve capire che qui abbiamo in lista circa tremila de-focalizzazioni, un caso senza precedenti nella storia degli Emergenti, e dal punto di vista tecnico la percentuale di successi è buona. — Anne ebbe una smorfia triste, espressione che lui non le aveva mai visto quand’era focalizzata. — Dal punto di vista umano, non altrettanto. Spero solo che l’esperienza fatta coi primi casi ci dia modo di migliorare la percentuale.
Gli stava dicendo che Trixia doveva considerarsi fortunata. Ezr non ne dubitava. Ma la de-focalizzazione era efficace, era una realtà; la stessa Anne Reynolt era uscita dal Focus in modo completo. A ogni modo le cose erano andate bene, e adesso oltre quella porta c’era la sua Trixia, la sua Bella Addormentata finalmente di nuovo sveglia. La ringraziò con un cenno e si spinse dentro.
Dietro di lui Anne disse: — Aspetti, Ezr… senta, Pham vuole parlarle, appena lei uscirà di qui.
— Va bene, va bene. — Ma ormai Ezr non la stava più ascoltando. La sala di gruppo era attraversata dagli stessi cavi di prima, ma le consolle di lavoro erano state sostituite da sedie riunite intorno a tavolini. Quasi tutte erano occupate da piccoli gruppi di persone dei due sessi che parlavano fra loro. Molti si voltarono a guardarlo con interesse o curiosità, emozioni che non vivevano da decenni. Alcuni avevano lo stesso sguardo sperduto di Hunte Wen dopo che era stato de-focalizzato. Gli Emergenti fra loro non avevano nessuno a cui tornare, lontani una vita e molti anni-luce da tutto ciò che avevano conosciuto.