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Sherkaner ripensò ai loro sguardi predaci. Quelli più piccoli erano molto diversi da come lui ricordava di essere stato nell’infanzia. — Ma senza dubbio qualcuno si salva. Qualcuno arriva all’età adulta, no?

— Pochi. E quelli sono i più pericolosi, quelli che vedono ciò che hanno perso. A volte accadono cosa spiacevoli, da queste parti. Una volta allevavo mini-tarantole… sa, per compagnia, e anche per farei qualche soldo. Ogni tanto qualcuna mi veniva rubata, o ne trovavo la carcassa risucchiata e vuota sulla mia veranda. — Per un poco tacque, al ricordo di quei dispiaceri.

— Le cose luccicanti attraggono i cretini. Per un po’ c’è stata una banda di loro che studiava il modo di entrare in casa mia. Di solito rubavano dei succiacanditi. Poi un giorno mi rubarono tutte le foto che avevo in casa, e metà dei miei libri illustrati. Io allora misi serrature a tutte le porte. Ma in qualche modo quelli le forzarono e rubarono ancora… tutto il resto dei miei libri! A quel tempo io insegnavo. Avevo bisogno dei miei libri. La conestabile del paese perquisì l’abitazione di quegli animali, ma i libri non li trovò, li avevano già venduti. Così dovetti comprarmeli nuovi, per i miei due ultimi anni di insegnamento. — Indicò la fila superiore di libri nello scaffale, una dozzina di testi sgualciti. Anche quelli nello scomparto inferiore erano testi per l’infanzia, ma sembravano nuovi e mai aperti. Strano.

I due tamburi persero di nuovo la sincronia e batterono sempre più piano fino a tacere. — È così, signor Underhill. Alcuni aracnidi fuori-fase vivono fino all’età adulta. Possono quasi essere scambiati per adulti della generazione attuale. In un certo senso sono una seconda generazione di bestie. Le cose si faranno dure fra un paio d’anni. Come le Pigre Fate Boschive, quegli sventurati cominceranno a sentire il freddo. Pochi si trasferiranno nelle profondità; gli altri continueranno ad aggirarsi sulle colline. Lei deve sapere che qui ci sono caverne ovunque, poco più che tane scavate dagli animali. È dentro queste profondità che i contadini più poveri trascorrono la Tenebra. Ed è là che le bestie fuori-fase diventano davvero mortali.

La vecchia signora notò il suo sguardo. Gli elargì un piccolo sorriso storto. — Io dubito che vedrò un’altra Luce del sole. Non me ne importa. I miei figli avranno questa terra. Ci sono bei posti; forse costruiranno delle locande per i turisti come lei. Ma se io dovessi sopravvivere alla Tenebra, ricostruirò a nuovo questa casa e ci metterò una targa, autoproclamandomi la più vecchia aracnide del circondario. E andrò a guardare giù al torrente, sperando che quella gente sia stata spazzata via. Se ci saranno delle bestie ancora vive, probabilmente sarà perché hanno sterminato una povera famiglia di contadini e hanno preso il suo posto in una caverna.

Poi la signora Enclearre passò ad altri argomenti, e domandò a Sherkaner com’era la vita a Principalia e com’era stata la sua infanzia. Infine gli disse che, dopo avergli rivelato i segreti più oscuri della sua parrocchia, ora toccava a lui raccontare perché stava viaggiando in automobile verso Comando Territoriale.

— Be’, sto pensando di arruolarmi. — In realtà Sherkaner sperava che fosse il Comando ad arruolarsi nel suo piano, piuttosto che il contrario. Era un atteggiamento che aveva fatto diventare matti i suoi insegnanti, alle scuole superiori.

— Mmmh-mmmh. È un bel pezzo di strada, quando si pensa che lei avrebbe potuto farlo all’ufficio di arruolamento di Principalia. E ho notato che il bagagliaio della sua automobile è grosso quanto il pianale di un carro. — La signora Enclearre agitò le mani nutritive, curiosa.

Sherkaner si limitò a restituirle il sorriso. — I miei amici hanno insistito che mi portassi dietro una quantità di pezzi di ricambio, visto che volevo percorrere tutta la Orgoglio dell’Alleanza in automobile.

— Sì, posso capirli. — Lei si alzò con qualche difficoltà, sostenendosi coi piedi e con entrambe le mani di mezzo. — Be’, questa vecchia signora ha bisogno di una buona nottata di sonno, anche dopo una riposante serata estiva in tranquilla compagnia. La colazione sarà al levar del sole.

Lo accompagnò nella sua stanza, dopo aver insistito per salire le scale in modo da potergli mostrare le serrature delle finestre e come si apriva il trespolo del letto. Era una piccola comoda stanza, con la tappezzeria ingiallita e staccata qua e là. Una volta doveva essere stata quella dei suoi figli.

— … e il cesso è in cortile, dietro la casa. Qui non abbiamo i lussi di città, signor Underhill.

— Per me va benissimo, mia cara signora.

— Allora le auguro la buonanotte.

La signora Enclearre stava già scendendo le scale quando Sherkaner ricordò di avere un’altra domanda. Aveva sempre un’altra domanda. Mise la testa fuori dalla stanza da letto. — Lei ha molti libri, ora. È stata la parrocchia a comprarle gli altri?

Lei interruppe la sua lenta discesa ed ebbe una risatina. — Sì, qualche anno dopo. E anche questa è una storia. Ad acquistarli fu il nuovo prete della parrocchia, anche se quel caro aracnide non volle mai ammetterlo; deve averli pagati di tasca sua. Ma un bel giorno arrivò alla mia porta un grosso pacco postale, spedito da un editore di Principalia: la serie completa dei libri di testo per ogni anno della scuola inferiore. — Agitò una mano. — Quello sciocco. Ma tutti i libri verranno nella profondità con me. Farò in modo che vadano alla prossima persona che insegnerà ai bambini della parrocchia. — E continuò a scendere le scale.

Sherkaner si distese sul trespolo del letto, agitandosi finché l’imbottitura bitorzoluta si adattò al suo corpo. Era piuttosto stanco, ma non riuscì a prendere sonno. Le piccole finestre della stanza si aprivano dalla parte della valle. Nella vaga luce zodiacale saliva lento un refolo di fumo, ma non si scorgeva neppure una scintilla di fuoco acceso. Suppongo che anche i pervertiti vadano a letto.

Dalla boscaglia, tutto intorno, si alzava il frinire delle fate boschive, piccole creature che si accoppiavano e sciamavano in cerca di cibo. Sherkaner rimpianse di non aver mai potuto studiare nulla di entomologia. Il frinire saliva e scendeva. Quando lui era piccolo gli avevano raccontato la favola delle Pigre Fate Boschive, ma ricordava ancora la sciocca poesia che usavano cantare con accompagnamento della musica delle fate: «Così alto, così profondo, così tanto da scoprire». Quella canzoncina sembrava risuonare ancora dietro la stridula musica notturna.

Il ritmo delle parole e del monotono frinire lo accompagnò infine nel sonno.

5

Sherkaner arrivò a Comando Territoriale due giorni dopo. Avrebbe potuto metterci di più, ma la nuova scatola del cambio progettata da lui rese più stabile la vettura nelle curve di montagna a velocità sostenuta. E avrebbe potuto metterci di meno, se per tre volte non fosse stato fermato da guasti meccanici, uno dei quali lo costrinse a sostituire un pistone rotante. Dire alla signora Enclearre che nel bagagliaio aveva pezzi di ricambio era stata una bugia solo a metà, in effetti se n’era portato dietro alcuni, quelli che immaginava di non poter far costruire nella bottega di un fabbro dell’entroterra.

Era tardo pomeriggio quando oltrepassò l’ultimo tornante e vide la valle che ospitava Comando Territoriale. Era lunga molti chilometri, chiusa fra le montagne e così stretta che buona parte del fondovalle era già in ombra. L’estremità più lontana era azzurrina per la distanza; da un alto picco precipitavano con lenta maestosità le Cascate Reali, e quello era il punto oltre il quale a nessun turista era concesso proseguire.