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Pham s’interruppe notando l’espressione di Qiwi. Lei distolse lo sguardo, ma lui continuò a fissarla in silenzio finché la indusse a dire, sottovoce: — Anche Tomas Nau parlava così. Era un uomo senza morale, ma anche i malvagi a volte… — Hanno buone idee, pensò Pham. — Io ricordo quando i focalizzati facevano le analisi del DNA nel ghiaccio oceanico portato a L1. La varietà di quelle forme di vita era stupefacente. Non avremmo potuto trovarne tante su mille pianeti insieme. Secondo gli analisti la causa era la Tenebra, che spazzando via forme di vita liberava le nicchie ecologiche per altre forme di vita, di continuo. Tomas invece diceva che questo è perché una volta, molto tempo fa, Arachna è stato un crocevia.

Ezr le strinse una mano. — Non solo Tomas Nau. Tutti ci siamo posti domande su queste cose. Ci sono molti cristalli di carbonio sul pianeta, e gli asteroidi di diamante. I resti dei computer di qualcuno? Oggi sono soltanto materiale inerte.

Dall’altra parte del tavolo Jau Xin disse: — Non tanto inerte. C’è la roccia antigrav, che sembra di origine organica.

Belga Vilunder gracchiò qualcosa in tono scettico. Victreia ronzò una risata. Dopo un momento Zimmin Broute tradusse meglio: — E così i Distorti di Khelm hanno nuovi credenti… con la differenza che ora il nostro mondo è stato il deposito di spazzatura di qualcun altro e noi siamo nati dai resti putrefatti dei computer degli Dèi. Se è vero, dov’è finito il resto del loro super-impero?

— Non lo so — disse Pham. — Ma non dimentichi che stiamo parlando di centinaia di milioni di anni fa. Forse c’è stata una guerra, e tutti i pianeti di questa stella salvo uno sono stati annientati. Oppure l’impero si è evoluto in qualcos’altro, e ha lasciato che Arachna se ne andasse per conto suo.

Le mani nutritive di Vilunder si mossero in un sorriso ironico. — Voi parlate come Khelm. Sfortunatamente le vostre teorie spiegano tutto senza provare niente, e non indicano in quale direzione cercare le prove.

Pham annuì educatamente. — Sì, ma vede… io sono nato in una società medievale, e ho vissuto a lungo, non sempre in sonno freddo. Da ragazzo vivevo i sogni che gli umani avevano nell’Era dell’Alba, e da adulto quelli dell’era spaziale. Ma mentre l’uomo realizzava tutti questi suoi sogni, la sua anima non è mai cambiata. E io ne ero così amareggiato che quando conobbi il Focus pensai fosse il mezzo per oltrepassare quella specie di Tenebra umana, l’ostacolo che ci separa dalla vera civiltà. Mi sbagliavo. — Guardò Anna negli occhi. — Così ho rinunciato anche a questo sogno, al traguardo che per me era motivo di vita. E poi, guardandomi attorno qui su Arachna, ho visto qualcosa che era davvero oltre tutti i nostri sogni. Ho scorto un barlume di quella che forse è stata una gloria senza pari. Amici, ci sono orizzonti e ci sono orizzonti… Ezr mi chiede cosa farò dopo che avremo sconfitto gli Emergenti. Be’, solo questo: voglio andare nel luogo da cui viene Arachna.

La traduzione crepitò nella lingua dei Ragni, e intorno al tavolo restò un silenzio stupito. Ezr era a bocca aperta. Pham lo aveva confidato soltanto ad Anne, e considerata l’impresa a cui si stavano dedicando era stato facile mantenere il segreto. Ma Ezr aveva sempre studiato e ammirato l’Era dell’Alba, i grandi sogni dell’uomo, e ora vedeva la possibilità di andare a cercarne uno. L’idea lo incantava. Poi un pensiero critico lo svegliò. A lui sarebbe piaciuto che Pham avesse successo, ma…

— Ma quale scopo c’è in questo? E…

— Quale scopo? Non è difficile rispondere a questa domanda, quando hai avuto dei secoli per pensare agli scopi che contano. L’umanità guarda le stelle con una tecnologia vecchia di migliaia d’anni. Ogni tanto qualche pianeta scopre il modo di potenziare gli strumenti con cui scrutiamo lontano. E vediamo altri enigmi. Captiamo antiche trasmissioni radio provenienti dal nulla, e tracce del passaggio di naviram risalenti a milioni di anni fa.

— Se ci fosse qualcosa lo avremmo visto — disse Ezr, ma sapeva ciò che lui avrebbe detto. Quella discussione era storia antica.

— Solo se quello fosse un posto dove possiamo guardare. Ma il cuore della galassia è impenetrabile. Se questa super-civiltà ha smesso di comunicare via radio e di viaggiare con le naviram… l’unico posto in cui può sfuggire alla nostra osservazione è il centro della galassia. — E l’orbita eccentrica di OnOff l’aveva condotta a passare in quelle insondabili profondità.

— D’accordo, Pham. Può darsi. Ma tu stai parlando di viaggiare per trentamila anni-luce, tanto dista la zona esterna del centro galattico.

Gonle aggiunse: — È cento volte più della massima distanza mai percorsa dai Qeng Ho. Con le naviram, senza tappe intermedie per rifornirti e riparare i guasti, le statistiche non ti concedono un’autonomia superiore a mille anni-luce. Puoi sognare questa avventura, ma è al di fuori delle nostre possibilità tecniche.

Pham piegò la bocca in un sorriso. — Oggi è al di fuori delle nostre possibilità tecniche.

— E tu vivi oggi, infatti.

Ma Ezr stava cominciando a vedere la luce. — Gonle, lui sta dicendo che in un futuro molto vicino potrebbe non essere così.

— Giusto! — Pham si piegò in avanti, eccitato. — Qui su Arachna sta nascendo qualcosa di grande. I Ragni hanno una forza di spinta straordinaria, che stimola anche gli umani. Nessuno di noi ne capisce molto di scienza, eppure stiamo partendo da OnOff con una tecnologia superiore a quella che ci ha portato qui. Tu dici bene, Ezr. Se io partissi oggi verso il centro galattico sarei come un bambino che cerca di attraversare l’oceano su una zattera. Ma a voi che restate qui io lascio una sfida che vincerete: per la prossima Riaccensione, voi avrete la tecnologia che mi serve.

Pham guardò Anne, seduta accanto a lui. Ne ebbe in risposta un sorrisetto ironico e divertito. — Anne e io abbiamo una missione bellica in corso. Se sopravvivremo, avremo astronavi da dedicare a questo viaggio di ricerca. Probabilmente lei non partirà con me; la sua gente avrà problemi enormi da risolvere, e lei è troppo legata a loro. Ma io sento di dover andare.

Victreia Laigtil aveva ascoltato in silenzio. Quando parlò, fu con tale emozione che Trixia dovette ritradurre le sue parole: — Mio padre sarebbe entusiasta del suo piano.

— Sì — annuì Pham. Underhill era stato un genio e un sognatore, da Era dell’Alba. — Se fosse vivo, tenterebbe l’impresa con me.

Fu allora che Anne li sorprese di nuovo, e soprattutto i Ragni. Scosse il capo, e un lento sorriso le illuminò il volto. — E cosa ti fa credere che non sia sopravvissuto? Lui era affascinato assai più di noi dalle stelle diverse da OnOff e la sua immaginazione non conosceva confini. Come fai a dire che questo non fosse anche il suo piano?

— Anne, noi conosciamo la realtà. Se fosse vivo, sarebbe qui.

— Non ne sono certa — disse lei. — La ricerca della profondità è un istinto che noi umani non siamo fatti per capire. Sherkaner era sicuro che sua moglie Victreia Smait fosse morta. Ma Sherkaner Underhill ha sorpreso tutti più di una volta. Ha spinto la sua razza in direzioni impensabili. Ha visto la profondità che c’è nel cielo. Io credo che sia andato in un posto che secondo lui gli avrebbe aperto la strada verso quel mistero.

— Può darsi… nessuno può escluderlo. — Quelle parole, di Trixia o di Victreia, Pham non avrebbe saputo dirlo, furono un mormorio quasi intimorito. — Noi non sappiamo dove sia atterrato di preciso, sull’altipiano. Se era un posto che lui conosceva già, forse ha avuto una possibilità.

Pham guardò fuori, verso Arachna. Il pianeta occupava trenta gradi di cielo, nitido come una perla nera. Tracce d’oro e d’argento punteggiavano i continenti di quell’emisfero, più fitte sulle coste dei mari. Ma c’erano anche distese oscure, terre antiche e ormai precluse, che sarebbero rimaste nel gelo fino al termine della Tenebra. Pham ebbe un fremito a quel pensiero. . Forse laggiù, da qualche parte, il vecchio Ragno era fuggito nel lungo sonno freddo della sua gente… solo per sognare un sogno ancora più grande.