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La Famiglia Reale deteneva la proprietà di buona parte della valle e della profondità ricavata fra le montagne fin da quando i suoi antenati erano soltanto dei Duchi, quaranta Tenebre addietro.

Sherkaner mangiò un buon pasto all’ultima piccola locanda, fece il pieno alla macchina e proseguì per il confine della Riserva Reale. La lettera di suo cugino gli fece oltrepassare il posto di controllo esterno: la sbarra fu sollevata, e un militare dall’aria annoiata in uniforme verde gli accennò di passare. C’erano baraccamenti, terreni per le esercitazioni e le parate e, incassate dietro massicci argini, le fosse delle munizioni. Ma Comando Territoriale non era mai stata una comune installazione militare. Durante i primi tempi dell’Alleanza, i Reali la utilizzavano solamente come campo da gioco. Poi, col trascorrere delle generazioni, gli affari di governo erano diventati sempre più razionali e meno romantici. Comando Territoriale aveva cominciato a corrispondere in pieno al suo nome, diventando la base remota e ben protetta del Quartier Generale dell’Alleanza. Da ultimo aveva assunto anche una funzione in più: quella di sede delle ricerche belliche più avanzate dell’Alleanza.

Era questo il particolare che maggiormente interessava Sherkaner Underhill. Non rallentò né fece deviazioni; il capoguardia era stato tassativo nel chiarire che doveva procedere direttamente fino alla sua destinazione ufficiale. Ma niente gli proibiva di guardarsi attorno, inclinandosi da una parte e dall’altra sul trespolo. La sola identificazione degli edifici consisteva nel numero, in genere piccolo e dipinto dove si faticava a scorgerlo; ma alcuni lo avevano bene in vista. Il telegrafo senza fili: una lunga baracca da cui spuntavano antenne di forma strana. Be’, se lì c’erano ordine ed efficienza l’edificio adiacente doveva ospitare l’accademia di criptografia. Sul lato opposto c’era una pista asfaltata, più larga e liscia di qualsiasi strada. Sherkaner non fu sorpreso di vedere due monoplani ad ala bassa fermi all’estremità più lontana. Avrebbe pagato per sapere cosa c’era dietro di essi, sotto un grosso tendone mimetico. Più avanti il muso di uno scavatore sbucava di traverso dal terreno erboso di fronte a un edificio. L’angolazione impossibile dello scavatore dava un’impressione di velocità e di violenza in quello che era il più lento modo concepibile di spostarsi da un posto all’altro.

Si stava avvicinando a un’estremità della valle. Le Cascate Reali torreggiavano alte, in una nebbia di goccioline attraversate da un arcobaleno di mille colori. Oltrepassò quella che era probabilmente una biblioteca e girò sull’esterno di un piazzale rotondo adibito a parcheggio, dove sventolavano i colori reali e nel centro del quale campeggiava la solita scultura di Ricercando l’Alleanza. Gli edifici in pietra attorno al piazzale erano importanti nell’alone mistico che circondava Comando Territoriale. Per qualche misterioso gioco di ombre e schermature essi sopravvivevano sempre a ogni Nuovo Sole con scarsi danni, senza che niente del loro contenuto bruciasse.

EDIFICIO 5007 diceva la targa. Ufficio Ricerche e Attrezzature. Era lì che il capoguardia all’ingresso lo aveva indirizzato. Che fosse al centro di tutto il complesso era un buon presagio. Sherkaner posteggiò in fila con altre auto, su un lato della strada; meglio non mettersi in evidenza.

Mentre s’arrampicava sulla scala notò che il sole stava tramontando giusto nella direzione da cui era venuto. Era già più in basso delle rupi sui due lati della valle. Al centro del piazzale le statue di Ricercando l’Alleanza gettavano lunghe ombre sul prato. Per qualche motivo lui sospettò che poche altre basi militari fossero così belle.

Il sergente esaminò la lettera di Sherkaner senza celare il suo disgusto. — E chi sarebbe questo capitano Underhill…

— Oh, non un parente, sergente, glielo assicuro. Lui…

— … e perché mai i suoi desideri dovrebbero importare qualcosa a qualcuno, qui dentro?

— Ah, ma se lei legge anche più avanti vedrà che è l’aiutante del colonnello A.G. Canlivort, Posatoio Reale QM.

Il sergente mugolò qualcosa che sembrava: — Dannati leccapiedi dei servizi segreti. — Si accovacciò, poggiando sul trespolo la sua mole considerevole. — E va bene, signor Underhill. Sentiamo, quale dovrebbe essere il suo prezioso contributo allo sforzo bellico? — Qualcosa nell’individuo era fuori posto. Poi Sherkaner notò che portava delle protezioni mediche su tutte le gambe sinistre. Stava parlando a un veterano, uno che aveva combattuto personalmente.

Quella sarebbe stata una vendita irta di difficoltà. Anche con un pubblico disposto ad ascoltarlo, Sherkaner sapeva che non avrebbe fatto grande impressione con la sua apparenza fisica: giovane, un po’ troppo magro per essere bello, con un modo di fare a volte saccente e a volte goffo. Inoltre aveva sperato di poter presentare l’idea a un ingegnere. — Be’, sergente, nelle ultime tre o quattro generazioni voi militari avete cercato di ottenere dei vantaggi restando a lavorare il più a lungo possibile nella Tenebra. Dapprima ci siete riusciti per un centinaio di giorni, approfittandone per disporre campi minati o allestire fortificazioni. Poi lo avete fatto per un anno, quindi per due anni, abbastanza da acquartierare larghi spiegamenti di forze in posizioni dalle quali partire all’attacco al successivo Nuovo Sole.

Il sergente — HRUNKNER UNNERBAI diceva la targhetta — si limitava a guardarlo.

— È un fatto noto che entrambe le parti hanno in corso un impegno massiccio per realizzare tunnel, sul Fronte Orientale, e si suppone che battaglie di grande importanza strategica saranno combattute anche otto o dieci anni dopo l’inizio dell’imminente Tenebra.

Unnerbai fu colpito dalla possibilità di disfarsi di lui ed ebbe un sorrisetto freddo. — Se è questo che le interessa lei ha sbagliato indirizzo, signor Underhill. Si rivolga agli Scavatori. Questo è l’Ufficio Ricerche e Attrezzature.

— Oh, lo so. Ma senza nuove attrezzature non abbiamo la possibilità di penetrare nel periodo veramente freddo. E inoltre.. il mio piano non ha niente a che fare con gli scavi — disse in fretta Sherkaner.

— E allora?

— Io… io propongo di scegliere adeguati obiettivi Tiefstadt, di svegliarci nella Tenebra Profonda, avvicinarci in superficie agli obiettivi e distruggerli. — Questo assommava varie impossibilità fisiche in una sola frase. Sherkaner alzò le mani radunatrici, — Ho studiato ognuna di queste difficoltà, sergente. E ho le soluzioni, o un inizio di soluzioni…

La voce di Unnerbai fu quasi dolce quando lo interruppe. — Nella Tenebra Profonda, dice? E lei è un ricercatore della Scuola Reale di Principalia? — Questo era ciò che il cugino di Sherkaner aveva scritto nella lettera.

— Sì, in matematica e…

— Silenzio. Lei ha un’idea di quanti milioni la Corona spende in ricerche militari, in posti come la Scuola Reale? Ha un’idea dell’attenzione con cui teniamo sotto esame ogni lavoro serio che gli esperti portano avanti? Dio, come detesto voialtri presuntuosi occidentali. La vostra maggior preoccupazione è di prepararvi per la Tenebra, e anche in questo riuscite a malapena. Se il vostro guscio avesse un minimo di durezza vi arruolereste. In questo momento c’è gente che sta morendo in Oriente, ragnetto. Ci sono migliaia di altri che moriranno perché la guerra gli impedisce di prepararsi alla Tenebra, e altri ancora destinati a morte quando il Nuovo Sole si accenderà e loro non avranno niente da mangiare. E lei viene qui a propinarmi le sue fantasie su cosa-succederebbe-se.

Unnerbai fece una pausa, e controlló l’irritazione. — Bah, le racconterò io una storia divertente, adesso, prima che lei porti il suo deretano fuori di qui e se ne torni a Principalia. Come vede, io sono un po’ sbilanciato. — Gli indicò le sue gambe sinistre. — Una piccola discussione con un guastatore nemico. Finché non sarò del tutto guarito do una mano a filtrare gli strani suggerimenti che la gente come lei ci elargisce di continuo. Per fortuna la maggior parte di queste balordaggini ci arriva per posta. In media ogni dieci giorni un bravo artropode si prende il disturbo di informarci, ad esempio, degli inconvenienti degli allotropi a bassa temperatura della latta…