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Intorno al tavolo ci furono smorfie poco entusiaste. Mantenere stabili le posizioni orbitali era una tecnica antica. Se fatto bene, lo stazionamento in un punto L1 costava pochissimo carburante. Il punto si trovava a un milione e mezzo di chilometri da Arachna, quasi direttamente sulla linea fra il pianeta e il sole. Nei primi anni assai luminosi, loro sarebbero stati nascosti dal suo bagliore. Ma gli Emergenti non pensavano in piccolo; avevano già costruito varie strutture, compresa la loro Hammerfest, perciò ora volevano che i jet per il mantenimento posizionale fossero a posto prima della Riaccensione. La luminosità di OnOff sarebbe stata da cinquanta a cento volte superiore al normale, prima di scemare e stabilizzarsi. Era comprensibile che gli Emergenti non volessero che gli asteroidi si urtassero, influenzati da quella turbolenza. Tuttavia usare dei jet, invece di separare gli asteroidi a distanza di sicurezza, era una pericolosa imbecillità. Ma i padroni erano loro. E questo darà a Jimmy l’opportunità di uscire.

— In realtà io non vedo problemi insuperabili, qui — disse Qiwi Lisolet, alzandosi dalla sua poltroncina. Passò davanti alle mappe di Trinli, interrompendo ciò che lui stava per dire. — Mentre eravamo in viaggio io ho fatto delle esercitazioni su questo genere di lavori. Mia madre voleva che diventassi ingegnere, e mantenere gli equilibri gravitazionali può essere una parte importante di questa missione. — Qiwi sembrava più adulta del solito. Era la prima volta che Ezr la vedeva indossare l’uniforme verde dei Lisolet. La ragazzina fluttuò davanti a una finestra per il tempo di leggere alcune cifre, e il suo atteggiamento adulto s’incrinò. — Signore Iddio, però ci chiedono molto! Questo materiale sfuso è un’incognita; anche calibrando tutti i vettori non c’è modo di tenerlo ben fermo all’interno dell’ammasso. E quando la luce solare scalderà i gas congelati, avremo un altro problema. — Fece un fischio fra i denti ed ebbe un sorrisetto infantile. — Dovremo spostare i jet durante la Riaccensione. Io…

Pham Trinli la stava fulminando con lo sguardo. La ragazzina aveva rubato almeno mille secondi alla sua presentazione. — Infatti sarà un lavoro complesso — disse il vecchio. — Disponiamo soltanto di cento jet elettrici per l’intera operazione. Sarà necessario che una squadra sia sull’ammasso a orario continuato.

— No, questo non è necessariamente vero. I jet, voglio dire. Sulla Brisgo Gap abbiamo anche altri propulsori. Questo lavoro non sarà più difficile di quelli che ho già fatto, è solo in scala molto più grande. — Qiwi si faceva prendere la mano dall’entusiasmo, ma per una volta Ezr era d’accordo col suo ragionamento.

Non tutti accettarono quella novità tranquillamente. Gli ufficiali più giovani, compreso Diem, dissero che bisognava allontanare il materiale sfuso durante la Riaccensione, e spostare i gas congelati sul lato in ombra del diamante più grosso. Nau, dissero, era un dannato incompetente; la cosa era troppo rischiosa. Trinli lo prese come un insulto diretto a lui e s’inalberò, affermando che aveva già esposto quelle critiche agli Emergenti.

Ezr batté ancora una mano sul tavolo. — Ordine, per favore. Questo lavoro è stato assegnato a noi. Il modo migliore in cui possiamo aiutare la nostra gente è svolgerlo con senso di responsabilità. Penso che potremo avere assistenza da parte degli Emergenti, ma dobbiamo inquadrare l’operazione in modo professionale.

Intorno a lui la discussione continuò. Quanti di loro sono fra i cospiratori? si domandò. Sicuramente non Qiwi… o sì? Poco dopo la conversazione si spense davanti a un fatto ineluttabile: non c’era altra scelta che chinare il capo e fare il lavoro. Jimmy Diem si appoggiò alla poltroncina, con un sospiro. — D’accordo, faremo quello che ci chiedono. Ma se non altro sappiamo che hanno bisogno di noi. Facciamo un po’ di pressione su Nau e convinciamolo a tirare fuori dal sonno freddo alcuni specialisti anziani.

Ci furono dei mormorii di consenso. Ezr cercò gli occhi di Jimmy, ma lui distolse lo sguardo. Forse sarebbero riusciti a far rilasciare alcuni ostaggi per quel lavoro, e forse no. Ma a un tratto Ezr aveva capito quando i cospiratori avrebbero colpito.

11

La stella OnOff avrebbe potuto fungere da orologio per la galassia. La sua catastrofica variabilità era stata osservata già nell’Era dell’Alba dagli astronomi della Vecchia Terra. In ottocento secondi una stella catalogata come “nana gialla, singola” era calata da una magnitudo 26 a una magnitudo 4. Nello spazio di trentacinque anni era poi diventata virtualmente invisibile, dando origine a diversi studi e ricerche durante il procedimento. Da allora la stella era stata tenuta d’occhio con attenzione, ma il mistero era diventato ancora più grande. Il suo comportamento iniziale aveva delle variazioni, tuttavia lo schema generale era incredibilmente regolare. Accesa, spenta, accesa, spenta… in un ciclo di 250 anni, con un’accensione prevedibile al secondo.

Nei millenni trascorsi dall’Era dell’Alba, l’umanità s’era sparsa senza sosia in altri sistemi solari. Le osservazioni della stella OnOff erano diventate più precise, e da distanze sempre inferiori.

Ora finalmente gli umani erano nel sistema di OnOff, e contavano i secondi che mancavano a una nuova Riaccensione.

Tomas Nau tenne un breve discorso, concludendo con: — Sarà uno spettacolo interessante. — I pezzi grossi s’erano spostati nella più grande sala comune del provvisorio per assistere. Il locale era affollato, e il suo pavimento si curvava in basso nella microgravità dell’ammasso di asteroidi. Su tutto Hammerfest i tecnici Emergenti tenevano pronta la loro strumentazione. Sulle astronavi c’erano solo equipaggi ridotti al minimo. Ezr sapeva che quasi tutti i Qeng Ho e gli Emergenti non di turno erano lì. I due gruppi erano quasi cordiali fra loro, quasi amichevoli. Dall’attacco a tradimento erano trascorsi quaranta giorni standard. Correva voce che dopo la Riaccensione gli Emergenti avrebbero rilassato molto le loro misure di sicurezza.

Ezr s’era agganciato a una ringhiera presso il soffitto. Senza lenti a contatto e altra elettronica evoluta, l’unica vista era offerta dalle finestre. Lui poteva vederne tre dalla sua posizione. Una era un’inquadratura da media distanza di OnOff, un’altra era ripresa da un microsatellite in orbita stretta attorno alla stella. Anche da cinquecento chilometri d’altezza la sua superficie non sembrava minacciosa. Faceva pensare a un panorama di nuvole sorvolato da un aereo. Se non fosse stato per la gravità schiacciante, un essere umano in tuta avrebbe potuto scendere a farci una passeggiata. Le nuvole scivolavano via lente sotto il microsatellite, lasciando intravedere bagliori rossi fra l’una e l’altra. Era il rosso della lava, di una brace dormiente. Non c’era alcun sintomo del cataclisma che si aspettava entro… seicento secondi.

Nau e il suo navigatore anziano salirono alla ringhiera, accanto a Ezr. Brughel non si vedeva da nessuna parte. Era sempre facile capire quando Nau voleva ammorbidire la gente: bastava guardare se non s’era portato dietro Ritser Brughel. Il caponave si spostò sulla sinistra di Ezr. Sorrideva come un politicante dei Clienti. — Ebbene, direttore di flotta, non è ancora tranquillo sulle incognite di questa operazione?

Ezr scosse il capo. — Lei sa cos’hanno consigliato i miei tecnici. Per questa evento avremmo dovuto spostare i gas solidi dietro un asteroide e allontanarlo. Noi stessi dovremmo essere assai più distanti dalla stella. — Le astronavi e tutti gli habitat di entrambe le flotte erano all’ormeggio dietro l’asteroide di diamante più grosso. Questo li avrebbe schermati dalla Riaccensione, ma se ci fossero stati degli imprevisti…

Il navigatore di Nau non era di quel parere. — Siamo ben ancorati, qui. E abbiamo consumato un bel po’ di quei gas nei lavori di quest’ultimo mese. — Si chiamava Jau Xin, e aveva all’incirca l’età di Ezr. Era un giovanotto abbastanza simpatico, ma non aveva la competenza che Ezr era abituato a vedere negli ufficiali anziani Qeng Ho. — I vostri ingegneri mi hanno fatto un’ottima impressione — continuò Xin accennando verso le altre finestre. — Nel maneggiare quel gran mucchio di materie prime noi non saremmo stati altrettanto competenti. È interessante vedere come riescono a essere così veloci senza i… — Qui s’interruppe. C’erano ancora dei segreti. Le cose sarebbero cambiate prima di quel che gli Emergenti si aspettassero.