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Qiwi stava ascoltando pallida e tesa, sbalordita. A un tratto si spinse avanti come alla ricerca di Diem e alzò le mani, gridando: — No, no, Jimmy! Ti supplico, non farlo!

Per qualche momento tutti gli occhi si volsero su Qiwi. Perfino la frenetica chiusura delle tute e dei cappucci s’interruppe, e restò solo il cigolio degli ormeggi sforzati del provvisorio. La madre di Qiwi era in un contenitore della Tesoro Lontano, suo padre era ricoverato in infermeria coi feriti che avevano riportato danni mentali. In sonno freddo o “focalizzati”, molti superstiti della spedizione Qeng Ho erano in uno a nell’altro dei posti minacciati. Trixia. Questo è troppo. Jimmy. Ragiona! Ma quelle parole restarono nella gola di Ezr. Lui aveva riposto la sua fiducia in Jimmy Diem. Se quelle minacce stavano spaventando lui, forse avrebbero forzato la mano a Tomas Nau.

Quando Jimmy parlò ancora, ignorò il disperato appello di Qiwi. — Ti restano novecento settanta secondi, caponave. Se vuoi un consiglio, tu e Brughel dovete portare qui il vostro dannato culo. Poi ti faremo sapere le nostre condizioni.

Non ci sarebbe stato abbastanza tempo neppure se Nau fosse andato immediatamente ai taxi. L’uomo si volse a Xin e i due parlarono sottovoce.

— Sì, posso portarla là, caponave — Ezr sentì che Xin diceva. — È pericoloso, ma quel materiale si sposta a meno di un metro al secondo. Possiamo evitarlo.

Nau annuì. — Allora andiamo. Voglio che… — Si volse verso una ragazza che aveva delle tute a pressione. Mentre se ne faceva consegnare una la sua voce si abbassò ed Ezr non sentì altro.

La folla di Qeng Ho e di Emergenti continuò a premere verso le uscite.

Attraverso il contatto audio si udì un forte tonfo, poi alcuni rumori. In sala qualcuno gridò, indicando la Finestra principale. Su un fianco della Tesoro Lontano ci fu un luccichio. Qualcosa di piccolo e veloce se ne stava allontanando. Era un frammento dello scafo.

Nau s’era fermato su una porta del salone. Si girò a guardare l’inquadratura delle astronavi. — L’analisi dei sistemi rivela che la Tesoro Lontano è stata danneggiata — disse la voce di Brughel. — Ci sono state esplosioni multiple lungo l’asse, sul ponte 15.

Era il ponte della stiva per il sonno freddo e dell’ospedale. Ezr non riusciva a muoversi e a distogliere lo sguardo. Lo scafo della Tesoro Lontano si squarciò in altri due punti. Pallidi lampi di luce filtrarono all’esterno. Era una cosa insignificante a confronto della Riaccensione. A un occhio inesperto l’astronave avrebbe potuto sembrare ancora intatta. I buchi nello scafo erano larghi appena un paio di metri. Ma l’S7 era il più potente esplosivo Qeng Ho, e sembrava che tutti e quattro i chili fossero stati usati. Il ponte radiale 15 era dietro quattro strati di paratie interne, a venti metri dallo scafo. Le esplosioni avevano probabilmente distrutto il propulsore ram. Un’altra astronave era morta.

Qiwi fluttuava immobile al centro della sala, lontana dalle mani che avrebbero potuto confortarla.

13

I Ksec che seguirono furono i più tesi e indaffarati della vita di Ezr. L’orrore per la morte di Jimmy stagnava in un angolo della sua mente, ma non poteva permettersi di lasciarlo uscire. Tutti erano troppo occupati a salvare ciò che era possibile in quella catastrofe umana e naturale.

Il giorno dopo Tomas Nau tenne un discorso ai superstiti, nel provvisorio e ad Hammerfest. L’uomo che essi videro sulle finestre era visibilmente stanco e privo dell’abituale disinvoltura.

— Signore e signori, vi esprimo la mia gratitudine. Siamo sopravvissuti alla seconda più violenta Riaccensione nella storia conosciuta di OnOff. Ci siamo riusciti nonostante il grave sabotaggio di alcuni traditori. — Si avvicinò alla telecamera, come per guardare gli esausti Emergenti e Qeng Ho riuniti nei saloni. — La valutazione dei danni e le riparazioni sono l’opera a cui tutti siamo chiamati con urgenza nei prossimi Msec… ma devo essere franco con voi. La prima battaglia fra i Qeng Ho e la nostra flotta è stata terribilmente distruttiva per i Qeng Ho, e devo purtroppo ammettere che lo è stata anche per noi Emergenti. Avevamo deciso di non rivelare la reale estensione dei danni. Disponevamo di molto equipaggiamento di riserva, pezzi di ricambio, attrezzature mediche, e le materie prime prelevate da Arachna. Pensavamo di poter contare sull’esperienza di centinaia di ufficiali anziani Qeng Ho, non appena risolti i problemi della sicurezza. Nonostante ciò operavamo con un ristretto margine fra il successo e il fallimento. Dopo i fatti di ieri, questo margine è svanito. In questo momento non abbiamo in condizioni di efficienza neppure una naveram… e non sappiamo se riusciremo a equipaggiarne una con parti prelevate dai relitti.

Soltanto due delle astronavi erano entrate in collisione. Ma sembrava che la Tesoro Lontano fosse quella in condizioni migliori, e dopo l’azione di Jimmy Diem il propulsore e molti sistemi di supporto-vita erano a pezzi.

— Negli ultimi Ksec molti di voi hanno rischiato la vita nel tentativo di recuperare parte dei gas e del ghiaccio. Questa parte del disastro non è stata colpa di nessuno. Non potevamo prevedere la violenza di questa Riaccensione, né gli effetti subiti dal ghiaccio intrappolato fra i diamanti. Come sapete, abbiamo recuperato quasi tutti gli ammassi più voluminosi. Ne restano liberi soltanto tre. — Benny Wen e Jau Xin stavano lavorando insieme per riportare indietro anche quel materiale. Era distante una trentina di chilometri, ma le masse più grandi superavano le centomila tonnellate e le squadre disponevano soltanto dei taxi e di una navetta danneggiata.

— L’emissione di OnOff è calata di 2,5 kilowatt al metro quadrato. I nostri velivoli possono operare in queste condizioni, e così anche squadre opportunamente protette. Ma l’aria-neve evaporata non è recuperabile, e si teme che anche molto ghiaccio d’acqua sia ormai perduto.

Nau allargò le braccia e sospirò. — È una situazione simile ad altre che i Qeng Ho hanno visto nella loro storia. Si combatte, si combatte, e si finisce dinanzi allo spettro dell’estinzione. Con ciò che abbiamo non possiamo tornare in patria, qualunque sia il luogo che chiamate patria. Possiamo solo fare ipotesi su quanto riusciremo a sopravvivere qui, con ciò che abbiamo. Cinque anni? Cento anni? L’antica verità è ancora tragicamente valida: senza aiuto esterno, nessun gruppo umano che abbia perduto la capacità produttiva può ricostruire la tecnologia perduta.

Un triste sorriso gli passò sul volto. — E tuttavia io spero di farcela. Questi disastri hanno concentrato la nostra attenzione sugli obiettivi iniziali del nostro viaggio. Non è più questione di curiosità accademica, né di motivi commerciali per i Qeng Ho… ora la nostra sopravvivenza dipende dai sofonti di Arachna. Sono sulla soglia dell’Era dell’Informatica. Da quanto possiamo capire, essi svilupperanno un’economia industriale durante l’attuale periodo di illuminazione. Se riusciremo a sopravvivere qualche decennio, i Ragni avranno la società industriale che ci serve. Le nostre due missioni avranno successo, anche se a un costo umano superiore a quanto si era immaginato.

«Potremo resistere tre o cinque decenni? Forse. Dovremo fare economia, riciclare, riparare… ma la domanda reale è: possiamo collaborare? Finora la storia della nostra permanenza qui non è felice. Sia per difenderci che per attaccare, ci siamo lordati le mani di sangue. Tutti sapete di Jimmy Diem. C’erano almeno altre tre persone con lui. Certo il numero dei congiurati è maggiore… ma infierire su di essi diminuirebbe le nostre possibilità di sopravvivenza. Così faccio appello a tutti voi Qeng Ho che avete, anche marginalmente, partecipato al complotto: pensate a ciò che Jimmy Diem e Tsufe Do e Pham Patil hanno fatto. Volevano distruggere tutte le nostre navi e Hammerfest. Invece la loro inettitudine e la loro ferocia sono state fatali, sia per loro stessi che per i Qeng Ho tenuti in sonno freddo, e hanno distrutto un ospedale pieno di Emergenti e di Qeng Ho.