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Sia per i Qeng Ho che per gli Emergenti l’Esilio sarebbe durato decenni. Buona parte di quel tempo l’avrebbero trascorso fuori turno, in sonno freddo… ma avevano pur sempre molti anni d’attesa davanti a loro. E Tomas Nau aveva bisogno di tutti i sopravvissuti. Per il momento i Qeng Ho erano stati battuti, schiacciati e — così Nau doveva essere indotto a credere — ingannati. La parte fredda dentro di lui, la parte che poteva uccidere, guardava quel futuro con intenzioni truci. Lì non c’era il tipo di vita che Ezr Vinh aveva sognato. Lì non c’erano amici coi quali potersi liberamente confidare. Lì ci sarebbero stati solo degli sciocchi e dei nemici. Vide la lampada di Trinli uscire dal parco. Gli sciocchi come Trinli potevano tuttavia essere usati. Finché non ci fossero andati di mezzo dei Qeng Ho giovani e competenti, uno come Trinli poteva essere sacrificato in quella partita. Tomas Nau gli aveva offerto un posto di responsabilità, ma la sua ricompensa non sarebbe stata altro che la vendetta. (Con una possibilità, cercò di dirgli la parte originale di lui stesso: forse la possibilità che la Reynolt non avesse mentito e il Focus di Trixia fosse davvero reversibile.)

La parte fredda di lui gettò uno sguardo sugli anni di paziente lavoro che lo aspettavano… e poi, per il momento, si ritirò. Era probabile che ci fossero delle telecamere anche lì. Meglio non sembrare troppo calmo dopo ciò che era successo. Ezr si copri gli occhi con una mano e si arrese alla parte di lui che poteva piangere.

PARTE SECONDA

14

Solo le menti più letterali metterebbero in discussione il detto “nuovo sole, nuovo mondo”. È vero, il cuore del pianeta non viene certo mutato dal Nuovo Sole, e l’aspetto dei continenti resta per lo più identico. Ma le tempeste di vapore del primo anno spazzano via i detriti secchi di tutta la precedente vita di superficie. Giungle e praterie, deserti e paludi, tutto deve ricominciare daccapo. Di quanto la razza degli Aracnidi ha costruito possono sopravvivere soltanto gli edifici di pietra nelle valli più protette.

Le spore portatrici di vita si spargono in fretta, grazie alle tempeste che le strappano fuori dal suolo. Nel primo anno gli animali superiori possono cercare di mettere il naso fuori dalle profondità, possono cercare di avvantaggiarsi conquistando un loro territorio prima dei rivali, ma è un rischio mortale. La “nascita del nuovo mondo” è così traumatica che ogni metafora è sprecata.

… E tuttavia, dopo il quarto o quinto anno, cominciano a esserci pause nelle tempeste. Le valanghe e le trombe di vapore diventano rare, e le piante possono sopravvivere da un anno all’altro. Nella stagione invernale, quando il vento si placa e il temporale si allontana, ci sono momenti in cui uno può guardare la terra e pensare a questa fase del sole come a un esuberante mattino della vita,

L’Orgoglio dell’Alleanza era stata strutturata a nuovo, una grande strada più bella di prima. Victreia Smait spingeva la macchina sportiva a cento chilometri all’ora nei rettilinei, rallentando a trenta sulle curve fra le irregolarità dei monti. Aggrappato con tutte le mani e i piedi al suo trespolo posteriore Hrunkner Unnerbai si sentiva fermare il cuore alla vista dei precipizi che stavano sfiorando. Dopo l’uscita da ogni curva il suo sollievo durava poco, subito sostituito dalla certezza che alla prossima sarebbe volato fuori dall’auto.

— È sicura che non preferirebbe lasciar guidare a me, signora? — le domandò.

Victreia rise. — E io dovrei venire a sedermi dietro? No, grazie. So benissimo cosa si prova, su quel trespolo.

Sherkaner Underhill sporse la testa dal finestrino laterale. — Uh, non immaginavo che fosse così eccitante per i passeggeri.

— D’accordo, messaggio ricevuto. — Victreia rallentò, guidando più cautamente che se fosse stata sola. Le condizioni della strada erano ottime. I venti surriscaldati avevano pulito bene lo strato di cemento superficiale, ma il bel tempo non sarebbe durato molto. Sopra di loro il vento trascinava via nuvole nere e veloci, e il territorio più a sud era nascosto da una fitta cortina di pioggia. Il panorama era vasto e spettacolare come in tutto il percorso dell’Orgoglio dell’Alleanza. La boscaglia aveva soltanto due anni, e dai coni coperti di corteccia dura sporgevano rami brevi. La maggior parte di alberi-corno non raggiungeva il metro di altezza, anche se qua e là c’erano chiarifogli e cespugli di sporifere alti due o tre metri. Il verde si estendeva per chilometri, interrotto qua e là dal bruno di una slavina o dal bianco di una cascata. In quella fase del sole, la Foresta Occidentale era come il Giardino di Dio, e da ogni punto dell’Orgoglio i viaggiatori potevano spaziare con lo sguardo sul mare.

Unnerbai rilassò la sua presa sul trespolo. Voltandosi vide il furgone della scorta di Smait sbucare dall’ultima curva. Per la maggior parte del tragitto la scorta non aveva avuto difficoltà a tenere la loro andatura; i temporali e le bufere di vento avevano costretto Victreia Smait a procedere a bassa velocità. Ora stavano probabilmente maledicendo ogni bullone dell’auto che li precedeva, e Unnerbai non poteva biasimarli. Per loro sfortuna il loro comandante era l’unica persona a cui potessero presentare un reclamo, e il loro comandante era Victreia Smait. Victreia indossava l’uniforme di maggiore del Quartier Generale dell’Alleanza.

Non c’era niente di strano in questo, poiché il Servizio Informazioni faceva parte del Quartier Generale. Ma lei non era maggiore. Hrunkner Unnerbai era fuori servizio da quattro anni, però aveva ancora i suoi vecchi compagni di bevute… e dunque sapeva bene come la Grande Guerra era stata finalmente vinta: se Victreia Smait non era già il nuovo direttore del Servizio Informazioni dell’Alleanza, lui ne sarebbe stato molto sorpreso.

Ma le sorprese non gli erano mancate in quegli ultimi tempi. Due giorni prima Victreia Smait lo aveva contattato, per richiamarlo temporaneamente in servizio. E quel mattino, quando lei era entrata nel suo ufficio a Principalia, Unnerbai s’era aspettato di vedere con lei una scorta… ma non Sherkaner Underhill. Era stato bello rivederli di nuovo insieme. Hrunkner Unnerbai non aveva raggiunto alcuna notorietà per il ruolo avuto nell’operazione che aveva messo fine alla Grande Guerra; sarebbero occorsi almeno dieci anni prima che il resoconto della loro escursione nella Tenebra fosse reso pubblico. Ma il premio in denaro per la missione era stato equivalente a vent’anni di paga. Questo gli aveva dato l’occasione che attendeva di lasciare il servizio, per mettere a frutto le sue capacità e la sua esperienza di ingegnere.

Nei primi anni del Nuovo Sole c’erano vastissimi lavori edili da realizzare, e in condizioni climatiche pericolose come una guerra. In certi casi c’era effettivamente da combattere. Perfino nella società moderna quella fase del sole era un periodo in cui il crimine, dall’omicidio all’uso indebito di territorio altrui, era frequente. Hrunkner Unnerbai se l’era cavata bene, così forse la maggior sorpresa per lui era stata quando Victreia Smait lo aveva persuaso a tornare in servizio per un periodo di trenta giorni. — Il minimo che le occorrerà per decidere se sia il caso di arruolarsi per un periodo più lungo.

Ecco dunque che ora si trovava in viaggio per Comando Territoriale. Fino a quel momento una vacanza, una rimpatriata coi vecchi amici (a parte che a un sergente non succedeva spesso di essere prelevalo personalmente da un generale). Sherkaner Underhill era ancora il genio individualista di sempre, anche se il danno nervoso che aveva sofferto nella loro improvvisata profondità lo faceva sembrare più vecchio della sua età. Victreia Smait era più espansiva e simpatica che mai. Una ventina di chilometri fuori Principalia, passando fra file di case provvisorie alle pendici delle Montagne Occidentali, i due lo avevano messo a parte del loro segreto.