Qiwi abbassò lo sguardo oltre i suoi piedi, verso il pavimento del parco. Le fronde erano lussureggianti, cosicché i due erano quasi invisibili dal pavimento. Anche in assenza di gravità il “cielo” azzurro e il naturale orientamento dei rami davano ai sensi umani l’impressione dell’alto e del basso. Le più grosse creature del parco erano le farfalle e le api. Qiwi poteva sentire il ronzio di queste ultime e ogni tanto ne vedeva sfrecciare una. Le farfalle erano dappertutto, una varietà a micro-G orientata sulla falsa luce solare per dare ai visitatori un altro riferimento per l’alto e il basso. Quel pomeriggio il parco era chiuso per manutenzione e non c’erano altri esseri umani. Questa era una seccatura per la gente, ma Nau non aveva chiesto di accelerare il lavoro. In effetti il parco era diventato fin troppo popolare; gli Emergenti lo amavano quanto i Qeng Ho. Il luogo era così frequentato che Qiwi riusciva a vedere i sintomi di malfunzionamento del sistema; i piccoli ragni della spazzatura non ce la facevano a espletare la loro funzione.
La ragazza guardò l’espressione astratta di suo padre e sorrise. Questo la riportava al passato. Entrambi i suoi genitori avevano trascorso anni fuori dal sonno freddo durante il viaggio, eseguendo lavori di manutenzione a cui partecipava anche lei. Adesso sua madre era morta e suo padre focalizzato, e nella mente di lui c’era posto soltanto per il mantenimento biologico degli ecosistemi. Ma entro i limiti del Focus era ancora possibile comunicare con lui. Negli anni successivi alla Riaccensione avevano trascorso alcuni Msec insieme. Qiwi continuava a imparare da lui. E talvolta, quando si occupavano della stabilità delle specie, era come al tempo della sua infanzia, quando il padre era così preso dalla sua passione per le creature viventi da scordare che lei era una persona.
Qiwi registrò un’altra lettura dell’analizzatore e liberò l’insetto esaminato, ma continuò a scrutare suo padre. Sapeva che entro pochi minuti lui avrebbe concluso il suo progetto dei ragni per la spazzatura, e l’esperienza di quei cinque anni le diceva che subito dopo per un breve intervallo Ali Lin sarebbe stato avvicinabile, mentre il suo Focus era ancora alla ricerca di un nuovo obiettivo di lavoro. La ragazza sorrise fra sé. E io ho il mio progetto. Era simile alle cose che Tomas e la Reynolt volevano da suo padre, così attrarre la sua attenzione sarebbe stato possibile, agendo con sottigliezza.
Ci siamo. Ali Lin sospirò soddisfatto e sollevò lo sguardo sulle fronde intorno a loro. Qiwi aveva forse cinquanta secondi. Scivolò sul ramo accanto a lui, uncinandosi con un piede; tirò fuori dalla borsa la bolla per bonsai che aveva trafugato e la mostrò all’uomo. — Ricordi l’idea di cui parlavamo, papà? Il progetto di parchi molto piccoli, parchi minuscoli?
Suo padre non ignorò quelle parole. Si volse verso di lei con la stessa prontezza di una persona normale, e lo sguardo gli cadde subito sulla sfera di plastica trasparente. — Sì! A parte la luce, un’ecologia completamente chiusa.
Le bolle per bonsai erano abbastanza usate negli ambienti esigui delle naviram. Ce n’erano di più e di meno sofisticate, da quelle larghe un paio di palmi ad altre più grosse e complesse del parco del provvisorio. — Questa è un po’ più piccola di quanto avevamo detto. Non sono certa che la soluzione potrebbe funzionare, qui.
I richiami all’orgoglio professionale avevano effetto su Ali, più spesso di quelli all’amore paterno. Qiwi vide che l’aveva preso nel momento giusto. L’uomo guardò la bolla e ne calcolò le dimensioni. — No, no, posso riuscirci. Gli ultimi espedienti che ho studiato sono molto efficaci. Ti piacerebbe un minuscolo lago… magari con dei lipidi studiati per mantenerlo fisso anche a zero-G?
Qiwi annuì.
— E questi ragni della spazzatura. Potrei ottenerne una varietà più piccola, e fornita di ali colorate.
— Sì. — La Reynolt lo avrebbe lasciato lavorare a suo piacere sugli insetti eliminatori di rifiuti. Erano importanti anche fuori dal parco centrale. Cinque anni prima erano stati distrutti molti impianti, e il lavoro di Ali poteva fornire sistemi di supporto-vita indipendenti e su piccola scala entro ogni struttura superstite. Nel suo lavoro era un genio, e il Focus gli avrebbe consentito di avere un risultato entro pochi Msec.
Ali Lin aveva soltanto bisogno di essere spinto nella giusta direzione, e infatti stava sorridendo da un orecchio all’altro. — Scommetto che saprei fare meglio dei Tesori Verdi di Namquem. Le ragnatele-filtro possono essere distese da una parete all’altra. I cespugli potranno essere di tipo standard, con delle semplici modifiche per adattarsi alle dimensioni inferiori degli insetti…
— Sì, ottima idea — annui Qiwi. E finalmente ebbero una vera conversazione della durata di qualche centinaio di secondi, prima che suo padre ricadesse nella concentrazione assoluta necessaria perché quelle “semplici modifiche” funzionassero davvero.
La parte più difficile era a livello dei batteri e dei mitocondri, dove Qiwi non era una completa ignorante. La ragazza sorrise a suo padre, e fu tentata di mettergli una mano su una spalla. Mamma sarebbe stata orgogliosa di loro. Qiwi guardò la sfera di plastica e cercò di immaginarla piena della creazione di suo padre. In molti pianeti civili i bonsai chiamati Tesori Verdi di Namquem raggiungevano prezzi favolosi. Lì forse sarebbero stati una cosa frivola, che Tomas probabilmente non avrebbe capito né giustificato. Tomas aveva messo fuorilegge il possesso privato di beni necessari alla comunità. Mmh, forse dovrò lavorare sodo per un po’. Dopo, Sarebbe stato più facile avere dei permessi speciali.
La ragazza stava cominciando l’analisi di un altro DNA quando da oltre le fronde degli alberi provenne un rumore. Dapprima non lo riconobbe. Il portello d’accesso, sul pavimento. Era stato usato solo durante la costruzione del parco. Aprirlo ora significava distruggere lo strato d’erba muschiosa. Dannazione.
Qiwi fluttuò via dal ramo e si spinse in silenzio verso il basso, attenta a non spezzare rametti e a non gettare la sua ombra sulla pavimentazione. Entrare mentre il parco era ufficialmente chiuso non era difficile, ed era il genere di infrazione che chiunque avrebbe potuto fare pur di starsene un po’ solo, ma quel portello non doveva essere aperto; così si danneggiava l’erba. Che razza di maleducato poteva fare una cosa simile… specialmente considerando la serietà con cui gli Emergenti prendevano i regolamenti e gli ordini?
Qiwi si fermò sopra le fronde più basse. L’intruso si poteva già sentire per il rumore che stava facendo, ma quasi subito apparve. Era Ritser Brughel. Il vice caponave avanzava sull’erba muschiosa imprecando e sferrando calci ai cespugli che gli ostacolavano il passo. Aveva proprio un vocabolario triviale. Qiwi non era molto interessata al turpiloquio degli Emergenti, ma con lui avrebbe potuto farsi una cultura. Brughel era la dimostrazione vivente che fra la sua gente non era necessario essere sensibili e sofisticati per raggiungere pasti di comando. Tomas non doveva avere un’alta considerazione di lui, visto che gli aveva chiesto di alloggiare sulla vecchia Mano Invisibile con un turno di lavoro uguale a quello dell’equipaggio di bordo. Mentre il povero Tomas invecchiava anno dopo anno per garantire il perfetto svolgimento delle operazioni, Brughel uscita dal sonno freddo solo per 10 Msec ogni 40. Qiwi non lo conosceva molto bene, ma quel poco che conosceva di lui non le piaceva affatto. Se questo cafone fosse degno di fiducia Tomas gli lascerebbe il comando, invece di bruciare la sua vita a questo modo.